Hannah è l’opera seconda di Andrea Pallaoro, giovane regista trentino che vive da anni in America. Presentato in concorso alla 74° Mostra del Cinema di Venezia, il film è stato scritto per Charlotte Rampling, protagonista assoluta e meritata vincitrice della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.
La trama
Hannah (Charlotte Rampling) è una donna intrappolata dalle scelte che ha fatto e dalla lealtà nei confronti del marito, che un giorno viene arrestato (forse per pedofilia, il reato non è chiaro ma appare comunque grave). Hannah trascorre la sua esistenza tra corsi di recitazione, lavoro come donna delle pulizie e nuotate in piscina. Quando può sta con il nipotino Charlie, mentre il figlio Michel la respinge e non la vuole più vedere dopo l’arresto del padre. Il film racconta la disperazione di Hannah e la sua lenta disgregazione.
Pregi e difetti
Il film è stato scritto da Andrea Pallaoro (al suo secondo lungometraggio dopo “Medeas” del 2013) con Orlando Tirado appositamente sul personaggio di Charlotte Rampling, prima ancora di sapere che lei avrebbe accettato la parte, che la grande attrice inglese interpreta magnificamente. Questo è un punto di forza ma anche di debolezza del film, che risulta (volutamente) lento e monocorde, incentrato completamente su Hannah, e rischia di essere a tratti noioso. Meravigliosa la fotografia di Chayse Irvin, sia in interni che in esterna.
Coppa Volpi a Charlotte Rampling
Svetta la recitazione della Rampling, molto fisica, asciutta, per tutto il film emette strani gemiti e versi, soffoca dentro di sé le grida di disperazione. Dopo l’arresto del marito (André Wilms) abbandona il tetto coniugale e restituisce la fede, così non ha più obblighi di nessun tipo. Hannah va a nuotare in piscina e negli spogliatoi c’è una bellissima scena di nudo integrale, girata con estrema eleganza e naturalezza, senza pudore o imbarazzo, poco dopo la donna viene informata che l’abbonamento non è più valido ed è stato annullato. Quando va a trovare il figlio Michel (Julie Vargas) che non la fa entrare in casa (“Non sei la benvenuta qui”), la madre piange disperata e mostra tutte le sue fragilità e debolezze.
“Modern Love” sotto la metro
Uno dei momenti più belli del film è quando sotto la metro compare Ambra Mattioli (voce italiana degli Aladdin Insane) che suona e canta “Modern Love” di David Bowie vestita con la giacca con la Union Jack inglese, simile a quella che Bowie usò anche per la copertina di “Earthling”. Sono solo 30 secondi ma valgono molto di più: la metro è anche il luogo dove si svolge una scena molto toccante (quasi violenta) tra due giovani amanti che litigano furiosamente, dove Hannah incontra un ballerino-mimo nero che si muove sulla musica di un violino in sottofondo e proprio sotto la metro il film si chiude improvvisamente.
La balena spiaggiata
La scena chiave del film è forse il momento in cui Hannah va sul lungomare a vedere un’enorme carcassa di balena spiaggiata prima che venga portata via. Il film inizialmente si doveva chiamare proprio “The Whale” ma poi il regista ha cambiato idea per non suggerire una chiave di lettura troppo forzata, tuttavia appare evidente la metafora della vita che finisce e la Rampling è bravissima a rappresentare questo progressivo disfacimento.
Hanna, diretto da Andrea Pallaoro, con Charlotte Rampling è nelle sale italiane dal 15 febbraio, distribuito da I Wonder Pictures.