25 anni fa ci lasciava Mia Martini, una delle voci più espressive della musica italiana. Una vita e una carriera rovinate dalle malelingue, che la portarono al suicidio.
Venticinque anni fa, il 12 maggio 1995, nella sua casa di Cardano al Campo, in provincia di Varese, si spegneva stroncata da un’overdose di farmaci una delle maggiori interpreti, una della voci più espressive di sempre, della musica leggera italiana. Se ne andava Mia Martini, protagonista di canzoni rimaste nella memoria collettiva, da Minuetto ad Almeno tu nell’universo e Gli uomini non cambiano. Fu il manager della cantante a dare l’allarme, due giorni dopo il decesso. Il 14 maggio bussò inutilmente al citofono della palazzina. Quando intervennero i vigili del fuoco l’artista era stesa sul letto con le cuffie del walkman sulle orecchie, morta da 48 ore.
Insieme al successo negli anni ’70, grazie a Piccolo uomo e Minuetto, scritta per lei da Franco Califano, iniziarono a circolare anche le maldicenze che la descrivevano come una portatrice di negatività. E non bastò la vicinanza di tanti artisti che la stimavano tra i quali Ivano Fossati, Fabrizio De André, Pino Daniele: Mia Martini decise di ritirarsi dalle scene, nel 1983.
«La mia vita era diventata impossibile – racconterà – qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io». Come raccontato dall’artista, perfino un manager l’avrebbe scongiurata di non partecipare a un festival, perché nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti.
Durante la sua pausa Mia Martini visse momenti di depressione. Il riscatto arrivò nell’89 a Sanremo. Con Almeno tu nell’universo, una melodia straordinaria su parole struggenti, brano scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel lontano ’72 ma da allora rimasto inedito,. Nel ’92 il ritorno a Sanremo con Gli uomini non cambiano, scritta da Giancarlo Bigazzi e Beppe Dati, canzone che si piazzò al secondo posto e contribuì ancor di più a trasformare Mia Martini in un patrimonio della canzone italiana.