Presentato in anteprima mondiale fuori concorso a Venezia 75, A Star is born è il primo film da regista di Bradley Cooper, qui nelle vesti anche di attore protagonista al fianco di Lady Gaga, la star rivelazione del terzo remake di È nata una stella.
I tre precedenti al cinema
A Star is born è il titolo del film del 1937 di William A. Wellman con Janet Gaynor e Fredric March che racconta la storia di un’aspirante attrice che sposa un famoso attore sul viale del tramonto e alcolizzato nella Hollywood degli anni ’30. Segue nel 1954 il film di George Cukor con Judy Garland e James Mason che è una versione in chiave musicale del precedente e infine nel 1976 il film di Frank Pierson con Barbra Streisand e Kris Kristofferson che è un vero e noto cantante country-rock statunitense e al quale si è ispirato direttamente anche Bradley Cooper per realizzare la sua versione di È nata una stella con Lady Gaga.
La trama del film
Ally Campana (Lady Gaga) è una giovane cantante di talento ancora acerba e insicura anche per via del suo aspetto fisico poco avvenente (lei non accetta soprattutto il suo naso) che si esibisce un bar burlesque, al fianco di drag queen e spogliarellisti (come la vera Lady Gaga agli inizi della carriera quando aveva solo 19 anni). Qui incontra Jackson Maine (Bradley Cooper), un cantante e chitarrista country-rock di successo ma in fase calante, arrivista, alcolizzato e arrogante, che si innamora perdutamente della ragazza e la spinge a cantare sul palco con lui, aiutandola a diventare in poco tempo una stella dello show-biz. Jackson viene travolto dal destino e dai demoni che si porta dentro sin dall’infanzia: ha perso i genitori molto giovane (la mamma subito dopo il parto e il padre a 13 anni) ed è cresciuto col fratello (Sam Elliott) con cui ha un rapporto tormentato, e non riuscirà a salvarsi.
Bradley Cooper credibile cantante country-rock
Alla sua prima prova da regista, Bradley Cooper sorprende anche come attore nei panni di una credibile country-rockstar, esibendosi con il suo gruppo (musicalmente un incrocio tra Pearl Jam e Band of Horses come genere) per otto minuti al festival di Coachella (il regno del country-rock) tra Jamey Johnson e Willie Nelson. Ancora più emozionante il concerto di Glastonbury in Inghilterra dove Bradley Cooper annuncia l’arrivo sul palco di Kris Kristofferson, protagonista del secondo remake con Barbra Streisand, passati anche sul set a dare consigli. Cooper ha lavorato molto anche sulla sua voce abbassandola di un’ottava per essere ancora più credibile, provando con un coach per un anno a tirare fuori il cantante nascosto in lui.
Lady Gaga un grande talento sprecato nel pop
Che Stefani Angelina Germanotta in arte Lady Gaga fosse un grande talento già si sapeva, l’avevamo ammirata cantare e suonare egregiamente il piano al Circo Massimo in un Gay Pride di qualche anno fa, poi in tour con Tony Bennett (con cui aveva fatto un disco di duetti) perfino a Umbria Jazz, insomma non proprio la classica pop star, ma che potesse essere credibile anche come rocker e cantante country e blues forse non ce lo aspettavamo. Invece in questo film dimostra di non avere molto da invidiare musicalmente a celebrate colleghe come Tori Amos, Ani Di Franco, Sheryl Crow, Lucinda Williams, ecc. se solo lo volesse. Peccato che finora si sia dedicata più che altro a realizzare dischi pop-dance molto commerciali che sicuramente hanno venduto molto e le hanno dato il successo ma che artisticamente non hanno ancora lasciato il segno. Speriamo che questo film possa darle il coraggio di osare e di fare dischi più sperimentali e più validi, rischiando anche di vendere meno. Forse avrebbe bisogno di un produttore come Bradley Cooper che creda in lei.
Le musiche e le canzoni del film
Le musiche e le canzoni (quasi tutte originali, a parte alcune celebri cover come La vie en rose di Edith Piaf o Somewhere over the rainbow di Judy Garland) sono tutte cantate e suonate live, perchè Lady Gaga non ha voluto né playback né doppiaggio. La Germanotta è autrice anche di molti brani come The Shallow presente nel trailer e scritta con Mark Ronson, mentre altri sono scritti da Lukas Nelson, figlio del grande Willie. La scelta di restituire il vero volto di Lady Gaga, senza il trucco pesante e gli orpelli che di solito la caratterizzano, finisce per dare maggiore spessore anche al suo repertorio, e questo permette di avvicinarla anche al mondo musicale di Bradley Cooper, meno pop-dance quindi e più country-rock-blues.
Rischio fumettone nel finale
Partito molto bene, il film risulta troppo prevedibile nel finale, con il rischio di diventare un “fumettone”. La storia era fin troppo nota e il rischio di strafare con i tempi era dietro l’angolo. Forse si poteva tagliare di circa mezzora, evitando di annoiare. Cooper ha affrontato il rischio di dirigere il film e il confronto con i precedenti illustri, uscendone senza le ossa rotte anche se ovviamente i risultati non possono essere gli stessi. Il più grande pregio del film alla fine è proprio quello di averci mostrato le enormi potenzialità di Lady Gaga.
Qui abbiamo pubblicato il resoconto della conferenza stampa del film a Venezia 75.
A Star is Born di e con Bradley Cooper, con Lady Gaga, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle e Sam Elliott uscirà nelle sale italiane l’11 ottobre 2018 distribuito dalla Warner Bros.