La nostra recensione di Aline – La voce dell’amore, biopic musicale di e con Valérie Lemercier, liberamente ispirato alla vita di Céline Dion, presentato ai Festival di Cannes e Torino, campione di incassi in Francia
Ha debuttato al 74º Festival di Cannes. Ha chiuso il 39º Torino Film Festival. In Francia ha conquistato il botteghino. Arriva in Italia Aline – La voce dell’amore, il biopic musicale diretto ed interpretato da Valérie Lemercier, liberamente ispirato alla vita della star Céline Dion. Un film popolare, dal linguaggio semplice e diretto, che, attraverso la creazione di personaggi fittizi, omaggia una delle più brillanti icone pop degli ultimi anni, raccontando la storia della donna umile che scalpita sotto a strati di lustrini.
La voce che conquisterà il mondo
Quattordicesima figlia di una modesta famiglia cattolica del Québec, Aline Dieu (Valérie Lemercier) cresce circondata dall’amore per la musica. Giovanissima dimostra delle capacità vocali incredibili, che spingono uno dei suoi fratelli a metterla in contatto con un famoso produttore musicale. Guy-Claude Kamar (Sylvain Marcel), conquistato dal talento della ragazzina, la supporta nella costruzione di una carriera e, divenutone amante, sarà al suo fianco quando Aline conquisterà le vette del panorama musicale.
Una donna, non una principessa
La ragazza venuta dal nulla, sostenuta dalla sua famiglia, custode di un dono prezioso, che con sacrificio e dedizione raggiunge il suo sogno e conquista i cuori di milioni di fan. Quella raccontata in Aline è una parabola piuttosto classica, che scorre fluida per tutta la sua durata, capace di dosare i momenti emotivamente più pregni e concedersi anche dei siparietti comici. Sotto i riflettori della pellicola non c’è solo la pop star internazionale, ma soprattutto una donna umile e timida, una madre affettuosa, un’amante appassionata, con tutti i suoi problemi quotidiani.
Un film popolare
Le scelte estetiche di Valérie Lemercier rendono Aline un biopic fruibile da un vasto pubblico, che decostruisce l’immagine di un’icona con cui si può facilmente empatizzare. Questo è anche merito dell’interpretazione della stessa Lemercier, che regala un Aline buffa e divertente, ma anche sensibile e gentile. L’unico passo falso è l’opinabile decisione di far interpretare la protagonista dalla medesima attrice per tutta la durata della pellicola. Ci si ritrova così a vedere una cinquantasettenne nel ruolo di una dodicenne. L’effetto è straniante e persino respingente a causa di un posticcio ringiovanimento digitale. Sentire risuonare durante tutta la pellicola le canzoni di Céline Dion, però, riscatta anche le poco felici trovate visive.
Aline – La voce dell’amore. Regia di Valérie Lemercier. Con Valérie Lemercier, Sylvain Marcel, Danielle Fichaud, Roc Lafortune, Dylan Raffin, Antoine Vézina, Pascale Desrochers, Jean-Noël Brouté, Sonia Vachon, Alain Zouvi, Marc Béland, Yves Jacques, Geneviève Boivin-Roussy. Al cinema dal 20 gennaio, distribuito da Lucky Red.
2 stelle e mezza