Alive in France, recensione del documentario musicale di Abel Ferrara

Il documentario Alive in France di Abel Ferrara, candidato a L’Œil d’Or come miglior documentario al Settantesimo Festival di Cannes, esplora il dietro le quinte della vita professionale e personale del regista. Il tutto accompagnato dalle colonne sonore, in versione live, dei suoi principali film.

Alive in France

Abel Ferrara in una nuova veste

Uscirà nelle sale italiane il 19 maggio Alive in France, il nuovo film di Abel Ferrara presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2017 e candidato al premio L’Œil d’Or come miglior documentario.

La pellicola narra del tour che il regista ha tenuto in quattro serate, tra Tolosa e Parigi, insieme ai suoi storici amici e collaboratori Paul Hipp e Joe Delia (doveva essere presente anche Schoolly D ma «è finito sulla lista nera della compagnia aerea» e non è quindi potuto partire).

Le colonne sonore diventano protagoniste

La “band” ripercorre la carriera cinematografica di Ferrara attraverso la riproduzione delle colonne sonore dei suoi film più importanti, da Paura su Manhattan a Welcome to New York, da L’Angelo della vendetta a Fratelli, da Il Cattivo Tenente a 4:44 L’ultimo giorno sulla terra, passando per la canzone Midnight for You, tratta dal film China Girl (scritta da un Paul Hipp giovanissimo e al suo primo ruolo come attore in un film) e nuove canzoni scritte appositamente per questo film.

Diario di viaggio del regista

Il regista definisce Alive in France come un «documentario sulle colonne sonore dei film», in realtà è molto di più. È una sorta di diario personale dell’uomo che mette in luce il suo rapporto, sì con il cinema e la musica, ma anche con i suoi affetti: dagli amici storici ai fan che lo attendono alla fine dei concerti, dalla giovane moglie Cristina alla figlioletta Anna.

Tutti diventano protagonisti di questo documentario musicale: la moglie che balla e gli fa da corista (ed è il soggetto della locandina del film), i musicisti “improvvisati” a cui concede sempre spazio e altri personaggi particolari, come la spettatrice ubriaca con la quale Paul ha un acceso scambio di battute ed il sostituto giornalista che Ferrara cerca di mettere in difficoltà. Episodi, questi ultimi, dal carattere quasi comico.

Da bad boy a uomo innamorato (di musica e famiglia)

Quello che ne esce è un autoritratto del regista dai colori sicuramente nuovi, di certo non quelli cupi de Il Cattivo Tenente o di The Addiction, ma con pennellate di richiamo ai suoi lavori passati, come ad esempio la luce rossa, che illumina diverse scene del documentario, richiama quella  adottata in Go Go Tales del 2007.

Un film nuovo per un uomo nuovo, non più il bad boy a cui eravamo abituati, ma un uomo che appare quasi dolce e affettuoso, in particolar modo nei confronti della figlia e della moglie e con una grande passione: la musica.

Un ruolo quindi inedito per Abel Ferrara, ma, in fin dei conti, questa non è interpretazione, è vita vera.

Alive in France, diretto da Abel Ferrara, con Abel Ferrara, Joe Delia, Paul Hipp, Cristina Chiriac, Dounia Sichov, PJ Delia, è stato presentato alla settantesima edizione del Festival di Cannes, è candidato al premio L’Œil d’Or come miglior documentario, uscirà in Italia il 19 maggio distribuito da Mariposa Cinematografica.

VOTO:

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome