Amen, recensione: la geografia della fede nell’esordio di Andrea Baroni

Amen - Grace Ambrose
Amen - Grace Ambrose

La nostra recensione di Amen, esordio di Andrea Baroni con Grace Ambrose e Francesca Carrain vincitore del premio Interfedi al 41° Torino Film Festival: si parla di fede, di colpa e redenzione in un dramma famigliare in cui è il valore della libertà a regalare la salvezza

Amen (da non confondere con l’omonimo film di Costa-Gavras, in cui c’era un punto finale) rappresenta l’esordio registico di Andrea Baroni, dopo una carriera con diversi corti di successo, che si è aggiudicato il premio Interfedi allo scorso Torino Film Festival. Un padre, una nonna e le tre figlie (interpretate da Grace Ambrose, Francesca Carrain e Valentina Filippeschi) schiacciate tra fondamentalismo religioso e dogmi della fede, oppresse da una famiglia che ha fatto del rispetto e della rigida osservanza del Divino il suo unico modello di vita. Baroni disegna la parabola di queste tre sorelle attraverso l’arrivo inaspettato di un ragazzo, quindi dell’Altro con tutto ciò che può portare in termini di rottura dello status quo.

Amen - Grace Ambrose e Francesca Carrain
Amen – Grace Ambrose e Francesca Carrain

Un arrivo inaspettato

In un casolare di campagna fermo nel tempo, vive una famiglia estremamente religiosa, di quelle cristiane che seguono alla lettera le Sacre Scritture. Le tre figlie non hanno mai abbandonato la proprietà spinte da rispetto, dovere e sotto l’egida di un padre padrone e una nonna dogmatica. Vivono di poco: l’orto e i campi permettono alla famiglia di sfamarsi e commerciare il minimo durante il mercato paesano. Il padre, Armando (Luigi Di Fiore), ha abituate tutte a non chiedere più del dovuto. Sara (Grace Ambrose) è la figlia maggiore, quella più legata agli studi religiosi e per questo mistica. In armonia con la terra che coltiva e in contatto diretto con la sua parte emozionale e spirituale, è la preferita.

Ester (Francesca Carrain) è la più disinibita e reazionaria, vorrebbe vedere che c’è oltre la vallata ed è alla continua ricerca della sfida. L’educazione religiosa e sociale è affidata a nonna Paolina (Paola Sambo), che guida la piccola Miriam (Valentina Filippeschi) e le due sorelle in un cammino stretto e difficile, prevedendo e augurandosi la salvezza per le nipoti. Le lezioni sono infinte ed estenuanti, le preghiere dolorose, le imposizioni non poche e le tre sorelle sono costrette a rivelare ogni loro azione e pensiero recondito. L’arrivo misterioso al casolare di Primo (Simone Guarany), un altro nipote di Paolina, è però destinato a scardinare tutte le resistenze di Sara ed Ester, cambiando ogni cosa.

Amen - Francesca Carrain, Luigi Di Fiore, Valentina Filippeschi e Grace Ambrose
Amen – Francesca Carrain, Luigi Di Fiore, Valentina Filippeschi e Grace Ambrose

Rompere i dogmi

Quello della rottura di certi dogmi di pensiero, di azioni o di ideologia è un topos comune nel cinema italiano, forse rafforzato dalla nostra relazione di amore e odio con la Fede e con tutto ciò che il dogmatismo religioso comporta. D’altronde ospitare il Vaticano all’interno della nostra capitale non ci ha mai aiutato a recidere quel cordone ombelicale che ci lega alla Madre Chiesa, almeno non dal punto di vista istituzionale e sociale. Ci ha pensato allora la Settima Arte a farsi carico di questo onere, con tanti autori che nel tempo hanno raccontato questo rapporto malsano; dal Teorema di Pasolini passando per Bellocchio (Rapito) fino ad arrivare ad Alice Rohrwacher e alla coppia Marcello/Munzi.

Andrea Baroni raccoglie allora questa pesante eredità autoriale e la trasla in un contesto bucolico, isolato dal mondo e sospeso in un tempo indeterminato. Amen ci presenta una famiglia fortemente disfunzionale e retta solo dalla paura e dal rispetto verso l’autorità (morale e religiosa), fin quando un elemento esterno non concorre a far vacillare questo sistema che si autofagocita portandolo allo stremo di una possibile rottura. Baroni quindi è all’inizio attendista, mentre questo microcosmo soffocante e opprimente ci avvinghia tra preghiere continue e studio delle Sacre Scritture, poi però arriva improvviso e necessario lo scarto attraverso il quale minare gli equilibri, rompere gli argini

Amen - Francesca Carrain, Grace Ambrose e Valentina Filippeschi
Amen – Francesca Carrain, Grace Ambrose e Valentina Filippeschi

La libertà come valore

Amen parte dalla religione per arrivare al materialismo, scontorna e scorpora l’essenza cristologica (le punizioni corporali come specchio della Passione di Gesù, lo studio frenetico dei testi sacri) e si rifugia nell’umanesimo più puro, aborra ogni tentativo di condizionamento ideologico e anela la libertà di pensiero. Non è però tanto un attacco a certi tipi di religioni organizzate, quanto piuttosto un monito a tenere mente e cuore il più aperti possibili senza far sì che vengano fagocitati dalle trappole del fondamentalismo. Baroni rispetta la fede religiosa e anzi la valorizza attraverso una fotografia calda e avvolgente, ma lavora sulla crescita, sulla scoperta del senso di sé e quindi dell’Altro.

La sua opera prima è perciò allo stesso tempo indecifrabile negli sguardi delle tre sorelle che mano a mano si aprono agli impulsi del corpo e della carne, ma anche confortante come l’abbraccio della Fede quando ci permette di scoprire chi siamo davvero, senza relegare il nostro rapporto col divino ad una mera sudditanza. Perché in fondo quella di Amen è una storia che parla di schiavitù e di catene, le quali possono essere spezzate solo dal dialogo, dall’apertura verso l’esterno, dalla messa in discussione di talune certezze che poi certezze non sono. Sembra quasi il più classico coming of age, in cui partire dal divino per riscoprire l’umano e forse anche viceversa.

TITOLO Amen 
REGIA Andrea Baroni
ATTORI Grace Ambrose, Francesca Carrain, Luigi Di Fiore, Paola Sambo, Valentina Filippeschi, Simone Guarany, Silvia D’Amico
USCITA 27 giugno 2024
DISTRIBUZIONE Fandango

 

VOTO:

Tre stelle

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