La nostra recensione di Anatomia di una caduta, il film vincitore a Cannes di Justine Triet con una superlativa Sandra Hüller, intenso dramma familiare presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma
Anatomia di una caduta, il film vincitore della Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes accolto entusiasticamente in Francia sia dalla critica che dal pubblico, esce ora nelle sale italiane dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. Interpretato magistralmente da Sandra Hüller, sviscera alla sbarra degli imputati la relazione di una coppia di scrittori, facendo emergere ambiguità e lati oscuri di entrambi. Tra di loro, il figlio Samuel, impotente spettatore di una impietosa deriva familiare dagli esiti fatali.
Una caduta fatale
Nello scenario glaciale delle Alpi francesi, Samuel (Samuel Theis) precipita dalla finestra del suo chalet, morendo sul colpo. A trovarlo sarà il figlio Daniel (Milo Machado Graner), ragazzo ipovedente, di ritorno da una passeggiata con il suo fedele cane guida. Dopo i primi sopralluoghi, gli inquirenti suppongono che la caduta non sia stata accidentale e accusano dell’omicidio la moglie Sandra (Sandra Hüller), nota scrittrice, l’unica a trovarsi in casa al momento dell’ipotetico delitto.
La donna si dichiara innocente e chiede all’amico avvocato Vincent (Swann Arlaud) di difenderla in tribunale. Mentre cerca di consolare il figlio per la perdita del padre, Sandra si prepara ad affrontare il processo, che si preannuncia lungo e pieno di incognite.
Una relazione alla sbarra
In assenza di indizi certi che indichino che l’imputata abbia materialmente spinto il marito oltre il parapetto, il procuratore generale (Antoine Reinartz) imposta la linea dell’accusa affondando senza pietà nella vita della coppia. Durante il processo, l’analisi accurata della dinamica delle morte di Samuel procede di pari passo con la vivisezione del rapporto con Sandra, alla ricerca di un movente.
Vengono fatte così emergere tutte le ambiguità della relazione, con un crescendo di illazioni e accuse che culminano nell’ascolto in aula di un audio che sancisce in maniera inconfutabile una crisi dai toni feroci.
Quello che emerge porta a un totale ribaltamento delle dinamiche tipiche di una qualsiasi coppia sposata: a reclamare più spazio e tempo per sé questa volta è il marito, che accusa la consorte non solo di aver pensato solo alla sua carriera, penalizzando la sua (sono entrambi scrittori, ma lui non ha avuto il successo sperato), ma anche di averlo tradito con un’altra donna.
L’incapacità di lei di accogliere le istanze del marito, e la conseguente frustrazione di lui, già gravato da un pervicace senso di colpa per l’incidente che causò la semi cecità del figlio, creano una miscela esplosiva. La “caduta” del titolo non è più solo quella materiale del corpo di Samuel, ma diventa anche quella esistenziale di una coppia precipitata nel pozzo nero dell’incomunicabilità e della mancanza di empatia.
Scena da un matrimonio
La regista entra nel profondo della dinamica della coppia con chirurgica precisione, affidando a un lungo sofferto confronto il disvelamento della vera natura della relazione, in un’atmosfera che ricorda Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman. Il film oscilla tra il dentro e il fuori, tra le scene entro le mura domestiche, dove il dubbio e le emozioni trattenute rendono calustrofobici gli spazi esistenziali, e il fuori che coincide con la pubblica gogna del tribunale. In mezzo la vita sospesa del figlio della coppia, testimone involontario del disastro familiare e suo malgrado elemento chiave nel dare una direzione al processo. Un trhiller psicologico più che un legal thriller, giocato sulle ambiguità e i punti oscuri di una storia complessa che fatica a trovare la luce.
Grandi prove attoriali
Considerevoli le intrepretazioni degli attori principali, in particolare quelle della protagonista Sandra Hüller, perfetta incarnazione di una donna contemporanea che lotta per difendere la sua libertà, e il piccolo Milo Machado Graner, il figlio della coppia che cerca la verità a tentoni, così come si muove nel mondo a causa della sua cecità. Notevole anche la performance attoriale di Antoine Reinartz, il puntiglioso procuratore generale che incalza senza sosta l’imputata con maniacale pervicacia, fino a risultare impietoso e sessista.
Una sceneggiatura per due
La regista Justine Triet ha scritto la sceneggiatura di Anatomia di una caduta insieme ad Arthur Harari, noto sceneggiatore oltre che suo compagno. Dunque un film sulle conseguenze estreme di una crisi di coppia scritto da una coppia, che considera entrambi i punti di vista, ma che ne determina anche l’implosione. Il risultato è uno script dai tempi perfetti, dove il dialogo e il confronto tra i protagonisti è al centro della scena, influenzandone il ritmo narrativo e le scelte stilistiche.
TITOLO |
Anatomia di una caduta |
REGIA | Justine Triet |
ATTORI | Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis, Jehnny Beth |
USCITA | 26 ottobre 2023 |
DISTRIBUZIONE | Teodora film |
Quattro stelle e mezza