La nostra recensione di Ancora un’estate, l’atteso ritorno di Catherine Breillat al cinema presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes con Léa Drucker e Olivier Rabourdin: thriller romantico e melò si mischiano in un impianto classico in cui il fuoco è di nuovo il proibito
Ancora un’estate rappresenta il grande ritorno di Catherine Breillat ad oltre dieci anni da Abus de faiblesse ed il ritorno al festival di Cannes, dove ha partecipato in concorso, dopo Une vieille maîtresse nel 2007. Ancora una volta al centro della sua parabola diegetica e tematica troviamo un amore impossibile, il prezzo del proibito, le ipocrisie della morale pubblica e privata, la sfida alle convenzioni sociali. Tutto concretato nella storia d’amore segreta tra un ragazzino e la sua matrigna, interpretati da Léa Drucker e Samuel Kircher, ma anche nel rapporto orami stanco e decadente di quest’ultima con il marito di buon cuore a cui dà il volto Olivier Rabourdin.
Une liaison dangereuse
Anne (Léa Drucker) è una stimata avvocatessa che vive a Parigi col marito Pierre (Olivier Rabourdin) e le loro due figlie adottate. Quando il diciassettenne Théo (Samuel Kircher), il figlio di Pierre nato da un precedente matrimonio, si trasferisce da loro, Anne finirà per iniziare una relazione con lui che metterà a repentaglio la sua carriera, l’unità della sua famiglia e la stabilità emotiva del ragazzo.
La carne, l’anima
C’è il sesso ovviamente in Ancora un’estate, ci sono il desiderio, il gusto per il pericolo, l’attrazione per il proibito, la carne che non è più tanto tremula come d’almodoriana memoria. Caratteristiche e temi tipici del cinema di Catherine Breillat sin dal suo esordio con L’adolescente del 1975, ma con una pudicizia nello sguardo e nella messa in scena quasi inedite per la grande regista francese. Perché qui, molto più che in passato, la pulsione erotica e sessuale è lasciata sottotraccia, il sesso c’è e in qualche caso si intravede ma non è mai protagonista del discorso.
Però c’è ancora un’anima, quella amorosa, quella della passione dei sensi, di una felicità che appare improbabile per differenza di età e di vita ma forse non (ancora) impossibile. Ed è proprio su questa linea sottile che Ancora un’estate si muove con una certa grazia, grazie anche all’ottima chimica che si instaura tra Léa Drucker e Samuel Kircher ma soprattutto grazie allo sguardo mai né troppo provocatorio da una parte e né troppo timido della Breillat; uno sguardo che non ha la pretesa di essere giudicante e che, grazie alla bella intuizione di raccontare la storia dal punto di vista di Anne, ci permette di entrare nella mente tutt’altro che rassicurante di un personaggio contorno e ambiguo.
L’inganno al femminile
Perché in Ancora un’estate è sì la prospettiva femminile a farla da padrona, ma non per questo la regista francese è tenera con la propria protagonista. Anzi. Anne ci viene presentata con tutte le proprie fragilità, con l’amore che prova verso le proprie figlie adottive ma è un personaggio meschino, freddo, calcolatore e quindi lontano da una certa narrazione rassicurante preponderante ultimamente. Certo, neanche il marito Pierre sembra fare un figurone lontano com’è dal nucleo famigliare e immerso nei suoi problemi di lavoro, ma Olivier Rabourdin lo rende umano, gli dona una fragilità inaspettata, un grip emotivo fortissimo come nella (bella) scena finale in camera da letto.
Ancora un’estate si fa quindi thriller della passione e dei sentimenti, nel senso che la temperatura emotiva è sempre molto più alta di come viene portata in scena. E poi in mezzo ci sono l’inganno e la manipolazione del sentimento stesso e della verità, anche successivamente quando la battaglia si farà addirittura legale e la posta in gioco riguarderà la salvaguardia di un’intera famiglia e di un matrimonio. Perché la Breillat ci mette di fronte più alle conseguenze che alle cause, anche quando Anne è costretta a mentire pur di salvarsi o a manipolare per l’ennesima volta il marito cercando di farlo apparire, lui, colpevole di non crederle in quanto donna.
Ecco, il merito maggiore di Ancora un’estate sta proprio nel non fare troppi sconti a nessuno. Nella sua integrità, se vogliamo, integrità di cui il cinema tutto avrebbe sempre più un disperato bisogno.
TITOLO | Ancora un’estate |
REGIA | Catherine Breillat |
ATTORI | Léa Drucker, Samuel Kircher, Olivier Rabourdin, Clotilde Courau, Serena Hu, Angela Chen |
USCITA | 7 marzo 2024 |
DISTRIBUZIONE | Teodora Film |
Tre stelle e mezza