La nostra recensione di Animali Fantastici: I segreti di Silente, terzo capitolo che tenta di risollevare le sorti di una saga che ha perso la magia, un film che convince ma non entusiasma, con Jude Law e Mads Mikkelsen
Accio magia! Se possedessimo una bacchetta in grado di lanciare un incantesimo di richiamo sarebbe un obbligo morale tentare in ogni modo di riportare la magia nel Wizarding World cinematografico. Appare evidente, infatti, che rispetto agli otto film di Harry Potter, pur considerati loro altalenante qualità, nella saga spin-off di Animali Fantastici l’incanto sembra essersi spezzato. Il primo capitolo delle avventure del magizoologo Newt Scamander aveva fatto ben sperare rispetto all’ampliamento dell’universo del maghetto inglese nato dalla penna di J.K. Rowling, presentandosi come il primo tassello di un interessante progetto. Poi venne I crimini di Grindelwald e fu tragedia. A quasi quattro anni dall’uscita del secondo capitolo e in seguito a una marea di polemiche, arriva nelle sale Animali Fantastici: I segreti di Silente, sempre diretto da David Yates. Un sequel che si porta sulle spalle una pesante responsabilità: risollevare le sorti di una saga al capolinea.
Una nuova missione
Dopo le sconvolgenti e totalmente assurde vicende del precedente capitolo, Silente (Jude Law) non può più esimersi dal tentare di fermare l’avanzata di Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen). Il patto di sangue che lega i due potenti maghi impedisce, però, ad Albus di scontrarsi direttamente con il suo ex-alleato e lo obbliga a costituire una squadra capeggiata dal magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne). Intanto Grindelwald riesce a circuire i più alti gradi delle istituzioni magiche e si impossessa di un potere arcano, mentre continua a plasmare la fragile mente di Credence (Ezra Miller). In una lotta contro il tempo i nostri dovranno impedire che il pericoloso mago oscuro scateni una guerra contro i babbani.
Paola d’ordine: Reparo
L’intento primario di Animali Fantastici: I segreti di Silente è chiaro sin dalle sue prime scene: riportare ordine e coerenza dove il suo predecessore aveva seminato paradossi e abbandonare le derive da soap opera dark angosciante in cui il serioso I crimini di Grindelwald si era impelagato. Così questo nuovo capitolo, pur immerso in un’atmosfera dolente e tesa, si concede sprazzi di brillante umorismo. Nel frattempo corre spedito al suo obiettivo forte di una struttura portante molto più solida, dipana le sue matasse con cognizione di causa e riesce a coinvolgere proponendo un’avvincente avventura. Peccato che però il film sia talmente impegnato a porre rimedio ai disastri del suo antecedente da dimenticarsi di caratterizzare i suoi personaggi. Fatta esclusione per delle illustri eccezioni, infatti, i maghi (e il no-mag) protagonisti della storia si rivelano burattini privi di tridimensionalità funzionali solo al succedersi, a volte anche macchinoso, delle vicende.
Un patto di sangue
Paradossalmente persino colui che dovrebbe essere il protagonista di questo capitolo, l’Albus Silente che spunta nel sottotitolo, non riesce a schiodarsi di dosso il ruolo di eternamente artificioso deus ex machina. Pur non riservandogli tutto lo spazio che avrebbe meritato, in realtà, il film scruta nel passato del futuro preside di Hogwarts, rispolvera il trauma della tragica morte della sorella Ariana e dà spazio al rapporto con il fratello Aberforth (Richard Coyle). Figura quest’ultima che si scopre centrale nell’economia del franchise ma talmente piatta da risultare dimenticabile. Soprattutto, però, la pellicola indaga l’ambigua relazione di Albus con Grindelwald. Legame che consente per la prima volta di trattare tematiche queer nell’universo potteriano. I più maliziosi potrebbero borbottare etichettando questa scelta come la maniera più sbrigativa per far dimenticare le infelici dichiarazioni di Rowling sulla comunità LGBTQ+. In realtà il film riesce a inserire l’amore tra due uomini con naturalezza nel narrato rendendo anzi il forte sentimento che lega Silente e Grindelwald, veri protagonisti di tutta la saga, il cuore emozionale dell’intero progetto che auspicabilmente verrà approfondito nei prossimi capitoli.
Ascesa al potere
Se Jude Law torna a donare al suo Silente lo charme enigmatico e dolente che il personaggio merita, Mads Mikkelsen decostruisce e ricompone l’icona di Grindelwald con fare ammaliante. La sostituzione in corsa di Johnny Depp, interprete del personaggio nei precedenti capitoli, è stata certamente uno degli argomenti di dibattito più accesi durante i mesi della lavorazione del film. Mikkelsen decide di abbandonare la caratterizzazione stravagante da vero istrione di Depp (l’elemento più riuscito di tutto il secondo capitolo) e propone un Grindelwald molto più glaciale, razionale e per questo incredibilmente inquietante. La sua storyline, incentrata su una vertiginosa ascesa al potere sull’onda di una bieca demagogia, si carica di un’interessante riflessione politica grazie ai palesi riferimenti alla nascita dei totalitarismi novecenteschi. Per Grindelwald pace è ordine da imporre con la forza, solo i maghi purosangue meritano di esistere e va iniziata una violenta guerra contro i babbani considerati una “razza” inferiore. Posizioni molto vicine ai coevi (il film è ambientato negli anni ’30) dittatori di turno.
La fenice è risorta?
Arrivato al giro di boa di quella che dovrebbe in teoria essere una pentalogia, Animali fantastici: I segreti di Silente conferma l’accantonamento definitivo delle creature magiche, ormai presenti solo nel titolo, che giocano nel film un ruolo più che secondario. Altrettanto di secondo piano diventano i personaggi conosciuti nel primo capitolo con Newt spaesato e in balia del volere di Silente, Queenie (Alison Sudol) trasformata in una macchietta, Tina (Katherine Waterston) inspiegabilmente sparita nel nulla e Jacob (Dan Fogler) ormai mera spalla comica del gruppo. Il trattamento peggiore resta quello riservato al personaggio di Credence (Ezra Miller) la cui tragicità viene liquidata in un paio di sbrigative scene. Nonostante tutto, però, I segreti di Silente regala adrenalinici combattimenti a colpi di bacchetta in un tripudio di sfavillanti effetti speciali, gustosi riferimenti al mondo di Harry Potter che scalderanno il cuore dei fan e la solita attenzione alla scenografia e ai costumi che permette un’immersione totale nell’universo magico. Se solo il film non si fosse perso nell’intrico delle sue eccessive storyline (purché necessarie al fine di aggiustare il tiro della saga), avrebbe potuto brillare ancora di più. La fenice non è ancora risorta dalle sue ceneri, ma si riaccendono barlumi di speranza. Dopo tutte queste delusioni? – direte voi. Sempre.
Animali Fantastici: I segreti di Silente. Regia di David Yates. Con Eddie Redmayne, Mads Mikkelsen, Jude Law, Ezra Miller, Katherine Waterston, Alison Sudol, Dan Fogler, Jessica Williams, Callum Turner, Richard Coyle e Poppy Corby-Tuech. Al cinema dal 13 aprile 2022, distribuito da Warner Bros. Pictures.
3 stelle