La nostra recensione di Anime sbullonate, film indipendente diretto da Riccardo Camilli tratto da 8 brevi racconti di Antonio Agrestini: c’è tantissima verità e nessun compromesso alla morbidezza in un’opera delicata e sfuggente, in cui però alcuni racconti languono
Anime sbullonate appartiene a quel filone di cinema italiano fieramente indipendente, dal budget misero quando inesistente ma dalle ambizioni spesso indirettamente proporzionali. Tratto dai racconti di Antonio Agrestini, qui anche autore della colonna sonora, questo compendio filmico di otto novelle per la regia di Riccardo Camilli racconta otto vite ai margini della società o della città (Roma, ovviamente) con una notevole sensibilità e la capacità di non indorare troppo la pillola. Peccato solo per l’eccessivo scarto qualitativo tra alcuni racconto decisamente più riusciti e altri invece fin troppo impacciati.
8 personaggi in cerca di felicità
Una cinica single reduce da un matrimonio. Un padre disperato per una bravata del figlio, in pieno lockdown. Un pensionato preoccupato per il silenzio assordante del suo canarino. Una giovane coppia, durante la pandemia, improvvisa un finto matrimonio in casa. Un giovane venditore di aspirapolvere incappa in una vedova esuberante e poco ospitale. Un ragazzo tirchio, il giorno di San Valentino, fa un regalo insolito alla sua innamorata. Un errore di stampa su dei volantini provoca una serie di guai a un disoccupato ultra- trentenne che vive con la mamma. Un uomo di mezza età, orfano e solo, riceve la visita della sua anziana vicina che, prima di andare in vacanza, gli lascia in consegna un oggetto speciale.
Emarginati ma umani
Otto storie, o meglio brevi racconti da meno di dieci minuti l’uno, per raccontare un’umanità sospesa ai margini di Roma ma più in generale dello sguardo della società tutta. Camilli, alla sua opera terza, continua così a farvi narratore di uomini e donne in cerca di una possibile felicità, di un amore, di un amico o semplicemente di un angolo di pace in cui non dover aver a che fare di continuo con le proprie sconfitte.
È un vero e proprio microcosmo di perdenti quindi, ma sempre visti con un sorriso amaro e beffardo e con uno sguardo mai giudicante, perché la sensibilità e l’amore del regista romano verso questi suoi personaggi sono innegabili, fortissimi. Non siamo quindi di fronte ad un’operazione alla Monicelli o alla Risi, perché Camilli è benevolo e più che massacrare i suoi “freaks” preferisce mostrarli in tutte le loro sfaccettature, con le imperfezioni del caso.
Anime sbullonate – una scena del film
Racconti sì, racconti no
Se quindi onestà, sensibilità e amore sono le tre parole chiave che raccontano Anime sbullonate e il suo universo variegato di personaggi, il lavoro di scelta e rifinitura in fase di scrittura delle storie sarebbe potuto essere più curato e approfondito. Questo perché non tutti i racconti posseggono la stessa forza drammaturgica o la stessa vis comica, con due o tre di essi che faticano a trovare una chiave anche semplicemente nel surreale o nell’astratto.
Episodi come quello del canarino, quello iniziale dei graffiti o quello del finto matrimonio appesantiscono il ritmo e non trovano la propria quadra, a dispetto invece di episodi sicuramente più riusciti (con un paio ricchi di buone trovate come quello finale dell’urna). Il risultato è un divertimento altalenante che purtroppo non riesce a dare a quest’opera terza la spinta propulsiva che avrebbe meritato, anche in virtù delle nobilissime intenzioni. Anime sbullonate è una pellicola coraggiosa e un po’ incosciente allo stesso tempo, certamente non del tutto aiutata dalla quasi totale mancanza di budget specialmente dal punto di vista degli interpreti.
TITOLO | Anime sbullonate |
REGIA | Riccardo Camilli |
ATTORI | Veronica Di Giacobbe, Claudio Camilli, Alessia Rocco, Gaetano Mosca, Laura Nardi, Alessandra Ferro, Riccardo Camilli, Eleonora Marcoaldi, Ilaria Mariotti, Daniele Marinicio |
USCITA | 20 novembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Distribuzione Indipendente |
Due stelle e mezza