Gli Artisti 7607, riuniti in una conferenza stampa dal titolo “Non è equo questo compenso” presieduta, tra gli altri, da Neri Marcorè e Paolo Calabresi, denunciano una grave problematica: le piattaforme si arricchiscono ma non riconoscono i diritti d’immagine e d’autore agli artisti
Mentre l’intero settore dello spettacolo è in profonda crisi da oltre un anno per l’emergenza causata dalla pandemia, Artisti 7607, organismo di gestione collettiva dei diritti connessi al diritto d’autore, denuncia che all’aumento esponenziale in streaming della diffusione di opere protette non corrisponde il dovuto riconoscimento dei diritti di chi le interpreta. Ecco perché «Non è equo questo compenso» è il titolo della conferenza stampa on-line moderata da Neri Marcorè e a cui hanno preso parte Urbano Barberini, Massimo Bitossi, Paolo Calabresi, Chiara Colizzi, Giobbe Covatta, Augusto Fornari, Carmen Giardina, Georgia Lepore, Vinicio Marchioni, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari, Francesco Montanari, Paco Reconti, Alessandro Riceci, Michele Riondino, Paolo Sassanelli, Davis Tagliaferro, Salvo Traina, Daniela Virgilio, seguiti dal sostegno a distanza di Diego Abatantuono, Ambra Angiolini, Corrado Guzzanti, Claudio Santamaria, Kasia Smutniak ed Elio Germano.
Ad aprire ogni discorso è stato Neri Marcorè, nel doppio ruolo di artista e moderatore dell’incontro: “Questa è una partita iniziata qualche anno fa per la tutela dei diritti degli artisti. Abbiamo avviato un processo di liberalizzazione del mercato e dei diritti connessi. Un introito è necessario soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali anche perché si possono trarre benefici per tutti, non solo per gli artisti iscritti nella nostra collecting. Ognuno deve avere il diritto di scegliere a quale collecting affidare i propri diritti. Vogliamo ottenere tariffe maggiori dai vari canali per l’utilizzo delle nostre “performance”. Come Artisti 7607 abbiamo potuto fornire agli artisti una serie di vantaggi e prestazioni che prima non c’erano: seminari, formazione, corsi. Uno dei nostri vanti, poi, è quello di aver introdotto il provino pagato: dietro ad un provino, oltre alla speranza di essere ingaggiati, c’è comunque un tempo di lavorazione e crediamo che sia giusto che venga corrisposto un compenso. Oggi ciò viene quasi dato per scontato, eppure fino a poco tempo fa mancava. Inoltre ci sono fondi da mettere a disposizione degli artisti per le varie iniziative”.
Ha poi preso la parola Paolo Calabresi: “Possiamo fornire alcuni dati che delineano un quadro della situazione attuale. La pandemia ha portato ad un incremento esponenziale degli abbonamenti e quindi del potere di queste piattaforme. Netflix ha 204 milioni di abbonati nel mondo a fronte dei 152 milioni del 2019 (+33%) e lo stesso vale per le altre piattaforme Svod (subscription video on demand). E gli stessi numeri incredibili investono anche i ricavi. Non si deve e non si può andare avanti a forza di ristori ma bisogna tornare a pieno regime. E l’opportunità c’è, se le piattaforme dicessero la verità sulle visualizzazioni e sul reale sfruttamento delle opere. In presenza di trattative eque, non avremmo più bisogno di chiedere niente a nessuno. Anche lo Stato farebbe un grande affare perché gli faremmo risparmiare molti soldi che potrebbero essere utilizzati per qualcos’altro. Il mercato dovrebbe essere regolamentato con un po’ di coraggio, come d’altronde dice la Regolamentazione Europea. Certo, mi rendo conto che è difficile affrontare questi colossi. Negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi 12 mesi per via del lockdown, si è verificato un incremento impressionante degli abbonamenti e quindi di sostanziosi ricavi per le piattaforme, che offrono compensi gravemente insufficienti. La crescita esponenziale riguarda proprio la fruizione, da parte del pubblico, di fiction e opere cinematografiche, che superano di gran lunga la scelta di eventi sportivi o, tristemente, dell’informazione”.
Cinzia Mascoli, presiden degli Artisti 7607, ha voluto ringraziare ad uno ad uno tutti gli artisti e i professionisti che hanno aderito al collecting, con l’augurio che possa esserci un collegamento tra le parole e i fatti. “Chiediamo di vigilare”, ha detto l’attrice. “Siamo consapevoli che ci sia un problema strutturale pre-esistente. Ma adesso ci sono i dati, mentre noi ancora subiamo le conseguenze delle inadempienze del passato”.
Propenso alla pratica anche Giobbe Covatta: “Le leggi che regolano tali questioni ci sono, dovrebbero solo essere applicate. Le piattaforme non forniscono i dati, ovvero il numero delle visualizzazioni delle singole opere”. Ed è tornato su questo punto cruciale anche Calabrese: “Le piattaforme non stanno fornendo i dati, che significa fornire alle collecting il numero di visualizzazioni delle singole opere divise per acquisto, noleggio e abbonamenti. Così si potrebbero intavolare delle trattative eque e ridistribuirle i proventi. Le piattaforme non forniscono nemmeno i ricavi nei singoli Paese, e questa è la base affinché ciò possa succedere”.
L’appello di Vinicio Marchioni si è poi allargato all’intera categoria: “Grazie ad Artisti 7607 per ciò che fanno: non è affatto scontato prodigarsi in questo modo per l’intera categoria. Insieme possiamo mettere questo mestiere all’interno della società. Se proviamo a fare qualcosa è anche per tutti quegli artisti che non hanno lo stesso potere contrattuale – ammesso che questo significhi qualcosa – o la stessa visibilità – ammesso che questo significhi qualcosa”, ha concluso.
Urbano Barberini ha sottolineato l’importanza di non concludere accordi al ribasso: “È importante che questi colossi non diventino colossi dell’elusione fiscale. Ringrazio gli Artisti 7607 soprattutto perché cercano di non concludere accordi al ribasso”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Michele Riondino: “Vorrei sottolineare anch’io il grandissimo sforzo fatto per non assecondare una trattativa che vada sempre di più al ribasso. Come mai, come diceva Paolo, le piattaforme che hanno la possibilità di fornirci questi dati, non li forniscono e negano la possibilità di avere una trattativa trasparente? La collecting Artisti 7607 crede e vorrebbe aprire un dibattito con altre collecting per stabilire un parametro che possa essere basilare per una contrattazione libera”.
Le doppiatrici Georgia Lepore e Chiara Colizzi sono intervenute a proposito dell’attuale situazione, legata alla pandemia e alla chiusura delle sale cinematografiche: prima i film arrivavano in tv ma solo dopo la sala. Oggi invece è in atto una vera e propria invasione. Quanto si sentono danneggiate e qual è il loro parere al riguardo? Chiara Colizzi ha affermato che le “piattaforme per noi sono un problema enorme. Basta guardare quanti sono i prodotti doppiati e quante le produzioni italiane. È evidente la differenza tra un equo compenso e un compenso adattato. Le condizioni dettate alla nostra categoria sono assurde. Ottenere l’equo è una battaglia che ci vede molto coinvolti”. Dello stesso avviso anche Georgia Lepore: “Non abbiamo ancora quantificato, non sappiamo quanto siamo state danneggiate ma è una battaglia che noi doppiatori ci sentiamo di abbracciare in pieno”.
Ha concluso il discorso l’avvocato Matilde Cascone, che assiste gli Artisti7607 nelle loro battaglie: “Non crediamo molto nelle sanzioni. Questa conferenza stampa serve per accendere un faro su una situazione che riguarda la mission degli Artisti 7607 e che investe tutta la filiera a cascata, fino ad arrivare al pagamento dell’equo compenso. Il nostro lavoro si svolge tutti i giorni e vogliamo sottolineare la necessità, a tutti i livelli, di ottenere delle trattative equilibrate con i colossi”.
Infine, con una lettera ufficiale, gli Artisti 7607 si sono rivolti anche al ministro Franceschini per puntare il dito verso il «prossimo recepimento della direttiva europea sul copyright: una corretta remunerazione agli artisti per il crescente sfruttamento delle opere da loro interpretate, costituirebbe una notevole risorsa a sostegno della categoria, senza gravare sulle casse dello Stato».