Avatar: La via dell’acqua, conferenza Jon Landau: «Un film sulla famiglia e sui legami che la attraversano»

Avatar: La via dell'acqua - Sam Worthington (Foto 20th Century Studios)
Avatar: La via dell'acqua - Sam Worthington (Foto 20th Century Studios)

La conferenza stampa di Avatar: La via dell’acqua con il produttore Jon Landau che ha affrontato vari temi: dalla storia al messaggio ecologista, da James Cameron alla tecnologia, dai problemi sul set al 3D, fino ai vari sequel

A Roma si è svolta la conferenza stampa di presentazione di Avatar: La via dell’acqua con Jon Landau, storico produttore del regista James Cameron, collegato in  video dalla Nuova Zelanda. Dopo la proiezione di alcune scene del nuovo film, Landau ha fatto il punto non solo sullo stato dei tre sequel, ma sull’intera industria cinematografica americana.

La famiglia è tutto, anche su Pandora

“Avatar: La via dell’acqua sarà un film sulla famiglia e sui legami che la attraversano non solo come struttura biologica, ma anche come comunità di appartenenza. Vedremo diverse generazioni sia di padri che di figli, ed ognuna di esse avrà un proprio arco narrativo. Quello della famiglia è decisamente il tema di questo secondo film”. Queste le prime parole di Landau, che ha approfittato anche per fare un breve riassunto di ciò che la storia di questo secondo capitolo racconterà. Nel film la famiglia di Sully e Neytiri sarà costretta, in seguito ad un avvenimento terribile, a chiedere asilo presso una nuova tribù, i Metkayina, e dovrà adattarsi ad un nuovo ambiente cercando di rimanere unita contro i nemici Na’Vi e quelli umani. “Gli stessi figli dovranno trovare la propria identità e, per farlo, dovranno scoprire a quale gruppo appartengano o quale sia il proprio posto nel mondo” ha continuato Landau.

Avatar: La via dell'acqua - Sam Worthington e Zoe Saldana (Foto 20th Century Studios)
Avatar: La via dell’acqua – Sam Worthington e Zoe Saldana (Foto 20th Century Studios)

Un film che parla di ambiente e alza l’asticella tecnologica

Nelle parole del produttore si fa riferimento anche al rapporto tra uomo e natura, tema del primo film, e di come questo evolverà e si trasformerà in un qualcosa di ancora più profondo nel secondo capitolo della saga. “Questo è un film pensato per ispirare qualcuno e non per insegnare nulla a nessuno. Conosciamo i cambiamenti che sono avvenuti in questi tredici anni rispetto alla diversa consapevolezza che le persone hanno del tema, e ovviamente in fase di scrittura abbiamo dovuto tenerne conto. Il primo film si apre e si chiude con una scena in cui Jake spalanca gli occhi. Ecco, spero che la gente possa fare altrettanto dopo averlo visto”.

Ovviamente la conversazione si è subito spostata verso un altro argomento fondamentale dell’intera filmografia di Cameron, Avatar inclusi, quello della tecnologia: “Jim è un innovatore e i suoi film fanno da punto di riferimento tecnologico per le opere che lo seguono. Senza il lavoro di ricerca delle nuove tecnologie su The Abyss non avrebbe mai potuto terminare Terminator 2, e senza Terminator 2 Jurassic Park non sarebbe mai potuto nascere. Poi è arrivato Titanic che ha fatto da apripista a film come Matrix o allo stesso Avatar. James alza sempre di più l’asticella ed è un perfezionista, e questo è uno dei motivi per i quali ci abbiamo messo così tanto a tornare in sala per un secondo episodio”.

Avatar: La via dell'acqua - Sigourney Weaver (Foto 20th Century Studios)
Avatar: La via dell’acqua – Sigourney Weaver (Foto 20th Century Studios)

Landau ha quindi proseguito, elencando alcune delle difficoltà principali incontrate dalla troupe durante la produzione di questo secondo capitolo e del terzo, che è stato girato in contemporanea. “Abbiamo avuto bisogno di una vasca riempita da oltre due milioni di litri cubi di acqua per le riprese subacquee, senza considerare le difficoltà logistiche dovute al fatto che gli attori avrebbero dovuto immergersi davvero nell’acqua per un buon numero di minuti senza poter fingere di nuotare. Inoltre abbiamo dovuto sviluppare nuove tecnologie di performance capture, per poter adeguatamente catturare il lavoro straordinario che, ad esempio, un’attrice come Sigourney Weaver ha fatto nell’interpretare ben tre personaggi: la Grace umana che tornerà in una nuova veste, il suo avatar originale e persino un’adolescente Na’Vi di nome Kiri”.

Avatar: La via dell'acqua - Una scena del film (Foto 20th Century Studios)
Avatar: La via dell’acqua – Una scena del film (Foto 20th Century Studios)

Il cinema non morirà e neanche il 3D

Il discorso di Jon si è poi spostato su un altro argomento particolarmente bollente, soprattutto a causa della pandemia ancora in corso: quello della chiusura delle sale. “Ricordo un articolo del New York Times in cui si parlava del fatto che le sale rischiassero la chiusura a causa dell’avvento dell’home theatre e dell’aumento del costo dei biglietti e degli altri servizi. Il fatto è che si tratta di un articolo scritto nel 1983! Io credo che finché la qualità dei film prodotti rimarrà alta i cinema non rischieranno di chiudere. L’esperienza della sala è paragonabile a quella di un concerto dal vivo. Anche da casa si può ascoltare la musica, ma non è certo la stessa cosa. In fondo anche i film come Top Gun Maverick e Spiderman hanno fatto incassi straordinari“. E a chi chiedeva come mai Cameron avesse deciso di rispolverare la tecnologia 3D dopo oltre dieci anni dal suo tramonto, Landau ha risposto: “Il 3D è come una finestra sul mondo, non il mondo che esce fuori dalla finestra. Il problema è che in molti, dopo Avatar, hanno realizzato film in 3D di bassa qualità mentre in pochi sono riusciti a sfruttare la tecnologia al meglio. Film come Hugo Cabret o Vita di Pi sono straordinari perché ci sono riusciti”.

Avatar: La via dell'acqua - Jack Champion (Foto 20th Century Studios)
Avatar: La via dell’acqua – Jack Champion (Foto 20th Century Studios)

Il budget stratosferico e i sequel in programma

Parlando del budget di questo film e dei suoi sequel il produttore si è limitato ad una considerazione pratica: “Il cinema è una delle poche industrie in cui il prezzo dell’esperienza non cambia, sia che si tratti di un film a basso o ad alto budget. Certamente quando si tratta di produzioni così grandi bisogna fare più attenzione, ma alla fine si spera sempre in un buon ritorno economico..” Infine Landau ha confermato che tutti e tre i sequel di Avatar: La via dell’acqua sono già stati scritti e che il quarto è al momento in fase di produzione in Nuova Zelanda. L’uscita prevista al momento per Avatar 3, Avatar 4 e Avatar 5 è rispettivamente fissata per dicembre 2024, dicembre 2026 e Dicembre 2028.

Infine il primo Avatar uscirà nuovamente nelle sale giovedì 22 settembre, in un’edizione completamente rimasterizzata e in formato 3D.

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