Blue My Mind – Il segreto dei miei anni, racconta con toni fantasy il cambiamento nel corpo e nell’anima di una quindicenne alle prese con i tipici problemi dell’adolescenza e con un segreto inconfessabile.
Blue My Mind – Il segreto dei miei anni, primo lungometraggio della regista svizzera Lisa Brühlmann, si apre come un vero e proprio film di formazione, in cui seguiamo le vicende dell’adolescente Mia (Luna Wedler), che trasferitasi a Zurigo con la famiglia comincia a cercare la propria strada frequentando i ragazzi più popolari, e ribelli, della scuola. Il viaggio della ragazza è tortuoso e pieno di fragilità, un lungo cammino verso la vita adulta che comporta un inevitabile cambiamento nel corpo e nell’anima. Una lotta continua contro i mutamenti e la paura che ne deriva, dove l’unico faro nella notte sembra essere l’amica Gianna (Zoë Pastelle Holthuizen), che la inizia a furtarelli, droghe, alcool e al sesso consumato in fretta.
A metà tra disagio giovanile e fiaba dark
Una favola dark e moderna quella della Brühlmann, che unisce disagio giovanile e mitologia black, in cui indaga, attraverso una messa in scena immersiva e totalizzante e per nulla critica, i passi leggeri di una generazione perduta nei silenzi e nella fugacità dei momenti mordi e fuggi, che “aiutano” a non pensare all’ineluttabile crescita e maturazione. Un film che trae ispirazione da molteplici pellicole precedenti: Bling Ring, Girl e Il cigno nero di Darren Aronofski, solo per citarne alcuni, e che in fondo schiaccia anche l’occhio alla cinematografia di Gus Van Sant.
Luci psichedeliche e penombra
Blue My Mind, per raccontare la sua storia fondata sul tipico coming of age con l’aggiunta dell’epilogo fantastico, si avvale di tutte le tonalità del blu e del grigio. La bellissima fotografia, perfettamente calzante con la tormentata interiorità della protagonista, gioca continuamente con i riflessi plumbei e acidi dei due colori, regalando una dimensione visiva perfettamente in linea con l’umore contraddittorio di Mia. Le luci psichedeliche dei party a cui partecipano le ragazze, le labbra rosse rubino, pastose e piene di Mia, sintomo di trasgressione e di necessità di evasione, si contrappongo nettamente al buio e alla penombra che nascondono agli sguardi degli altri, il doloroso e inconfessabile segreto della giovane. Elemento dominante è l’acqua, che avvolge con la sua trasparenza, quasi di cristallo, l’intero arco narrativo.
Una parabola coraggiosa sulla metamorfosi
È assolutamente un progetto interessante quello della cineasta svizzera, in quanto riesce a infondere curiosità fin dal primo fotogramma, senza mai pesare o stancare, nonostante i pochissimi dialoghi presenti. Lascia fare tutto alle immagini la Brühlmann, agli sguardi, alle espressioni, ai piccoli gesti piuttosto che alle parole. Alle espressioni e ai gesti di Luna Wedler, che con il suo innato talento crea una meravigliosa e intensa protagonista, perennemente in bilico tra la voglia di omologarsi e il bisogno congenito di essere qualcos’altro. Buona anche l’interpretazione di Zoë Pastelle Holthuizen, spalla perfetta della Wedler. Quelle poche parole invece la regista le lascia agli adulti: all’insegnante e ai genitori, che purtroppo però risultano un po’ troppo opachi, spenti, quasi inesistenti, probabilmente a causa di una scrittura incentrata completamente sui personaggi adolescenti, e che ha sacrificato quelli più maturi, non riuscendo nemmeno a descriverne dinamiche e natura. Tirando le somme possiamo affermare che Blue My Mind è una parabola coraggiosa sulla metamorfosi che, pur avendo dei difetti, riesce a centrare il segno in modo innovativo e originale.
Blue My Mind – Il segreto dei miei anni è un film diretto da Lisa Brühlmann, con Luna Wedler, Zoë Pastelle Holthuizen, Regula Grauwiller, Georg Scharegg e Lou Haltinner, al cinema da giovedì 13 giugno, distribuito da Wanted.