La recensione di Book Club – Il capitolo successivo di Bill Holderman con il ritorno di Jane Fonda, Diane Keaton, Mary Steenburgen e Candice Bergen: un addio al nubilato speciale condurrà le quattro amiche nel Belpaese
A quattro anni dal primo capitolo tornano le quattro non più giovanissime amiche per scoprire le bellezze e i piaceri del nostro Belpaese in Book Club – Il capitolo successivo, diretto da Bill Holderman. Jane Fonda, Diane Keaton, Mary Steenburgen e Candice Bergen festeggeranno l’addio al nubilato di una di loro tra Roma, Venezia e la campagna toscana alla ricerca di una nuova possibile felicità, con qualche rimpianto di gioventù e la possibilità per qualcuna di innamorarsi di nuovo.
Tutte in Italia
Dopo aver trascorso gran parte della pandemia in casa tra riunioni zoom e tentativi non riusciti di pasticceria, Diane (Diane Keaton), Vivian (Jane Fonda), Carol (Mary Steenburgen) e Sharon (Candice Bergen) riescono finalmente a ritrovarsi in carne e ossa. Ed è proprio in questa occasione che Vivian comunica loro di essersi appena fidanzata con il suo Arthur (Don Johnson), quindi quale migliore occasione di un addio al nubilato per organizzare il loro viaggio in Italia rimandato molti anni prima? Lasciati in America anche Mitchell (Andy Garcia) e Bruce (Craig T. Nelson), le quattro ragazze viaggiano alla volta di Roma, per poi fare tappa a Venezia e concludere la loro avventura italiana sulle colline toscane ma durante il viaggio incontreranno un affascinante poliziotto di nome Pasquale (Giancarlo Giannini) e, soprattutto, Carol ritroverà Gianni (Vincent Riotta), un vecchio amore che metterà a rischio la sua relazione con Bruce.
Alla ricerca della felicità
Book Club -Il capitolo successivo prosegue in maniera anche piuttosto baldanzosa e sfrontata sulla strada di una certa commedia contemporanea, una commedia che mette alla berlina tutte le convenzioni sociali e relazionali dal matrimonio alla maternità, dall’amore fino al ruolo della donna non più costretta a stare in panchina in attesa che la sua vita migliori per merito di un uomo. Le quattro donne che vediamo sullo schermo sono indipendenti, sicure di sé, di successo ma anche piene di cicatrici e di ferite date dall’età e dall’esperienza di vita, il che le rende quantomeno più credibili e vicine ad un certo tipo di rappresentazione. Book Club – Il capitolo successivo è quindi un inno e insieme un omaggio a queste quattro donne, amiche di lunga data, in qualche caso mogli e madri, raccontandole con tutte le loro idiosincrasie, i loro difetti e le loro fragilità ma anche con la capacità di rialzarsi e rimettersi sempre in gioco finché la vita glielo permetterà. Diane, Vivian, Carol e Sharon diventano perciò l’emblema di una giovinezza che non è nel corpo quanto piuttosto nello spirito, o che almeno prova ad esserlo, ma con la consapevolezza che il tempo è trascorso inesorabile anche per loro e che il loro bagaglio di vita gli resterà addosso con tutto il suo peso e tutti i suoi tesori.
Un’Italia da cartolina
Certamente lo scopo primario di un film come Book Club – Il capitolo successivo non è il realismo nella messa in scena, e quindi l’Italia che viene raccontata è un paese da cartolina, un luogo meraviglioso in cui il massimo che ti possa accadere è di venire derubata da un paio di affascinanti ladri alla stazione ferroviaria. La colonna sonora (tra cui spiccano Albano, l’immancabile Modugno e perfino La Rappresentante Di Lista) non fa altro che suggellare una visione fortemente romanzata e romanticizzata del Belpaese, che tuttavia non disturba più di tanto proprio perché l’intero film è stato confezionato per sguazzare nello stereotipo piuttosto che per metterlo alla berlina. Book Club – Il capitolo successivo procede quindi per convenzioni e cliché, inanellando una serie lunghissima di frasi ad effetto, scene madri, tramonti sulla laguna veneziana o sulle colline del Chianti per poi terminare con un matrimonio che, ovviamente, nasconde in sé il tema e l’intenzione dell’intera pellicola e che li esprime senza preoccupazione di risultare didascalico o retorico. Cosa che poi effettivamente è, ma pazienza.
Un sequel divertente e dimenticabile
Alla fine dei 100 minuti circa di durata non rimane molto allo spettatore di Book CLub – Il capitolo successivo, nonostante il ritmo tenga molto meglio del film precedente e nonostante anche la scrittura (almeno quella delle protagoniste) sia molto più quadrata e anche sottile per certi versi. Il problema, se di problema si può parlare, nasce proprio nel momento in cui il film abbandona la leggerezza e la sfrontatezza dei primi due atti per ribadire a tutti i costi quello che da due film si dice del senso dell’amore, del matrimonio e della libertà, e cioè che fondamentalmente non esistono regole che valgano per tutti. Un discorso tutto sommato apprezzabile se non fosse tagliato letteralmente con la motosega e infarcito di qualunquismo, soprattutto in considerazione del fatto che le quattro amiche del film possono anche permettersi determinate scelte in virtù di una condizione sociale tutt’altro che bassa. Ma non è questo il film o il tempo per un simile ragionamento, qui conta solo divertirsi, ridere alle battute e ai doppi sensi e godersi i meravigliosi paesaggi italiani. Oh, e anche la meravigliosa presenza scenica di Diane Keaton e Jane Fonda. Che il Dio del Cinema le preservi sempre.
Book Club – Il capitolo successivo. Regia di Bill Holderman con Diane Keaton, Jane Fonda, Mary Steenburgen, Candice Bergen, Don Johnson, Andy Garcia, Craig T. Nelson, Giancarlo Giannini e Vincent Riotta, in uscita domani 11 maggio distribuito da Universal Pictures Italia.
Tre stelle