Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza del film Campo di Battaglia, con il regista Gianni Amelio e gli attori Alessandro Borghi, Federica Rosellini, Gabriel Montesi: ecco cosa hanno raccontato
Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 è stato presentato, in concorso, il film Campo di battaglia. Alla conferenza stampa ufficiale il regista Gianni Amelio, i produttori Paolo Del Brocco e Simone Gattoni, ed il cast composto da Alessandro Borghi, Federica Rosellini e Gabriel Montesi. Il film sarà distribuito da 01 Distribution dal 5 settembre.
Gianni questo film è in grado di dialogare con il presente attraverso i temi della guerra e della pandemia, cosa è stato urgente per te da raccontare?
G.Amelio: «Io ho un modo di lavorare forse non condiviso dai miei colleghi. Io non penso, io sento, nelle viscere. Non parto da un’idea a tavolino perché è un tema d’attualità. Io e Alberto (Taraglio ndr) fingiamo di scrivere anche sette versioni diverse della sceneggiatura, sapendo che il film sarebbe diventato tutt’altro. Al trucco, tutte le mattine, gli attori aspettavano il foglietto con la scena nuova, e se non arrivava si preoccupavano, significava che non avevo idee quel giorno».
Gianni un film di guerra senza immagini di guerra, perché?
G.Amelio: «Le immagini di guerra sono ovunque, consumiamo immagini di morte continuamente e non parlo solo di Gaza, anche un gommone affondato è guerra per me. Nella sala queste immagini non hanno spazio, per me è il tempio della goduria. Quando si entra in una sala cinematografica bisogna stare attenti a ricevere le emozioni. A casa si fanno altre cose, cose quotidiane, e la tv resta accesa con immagini di guerra. Questo crea assuefazione, subiamo le emozioni invece che riceverle. Questo film non va visto a casa, nel mio film la guerra c’è più che nei film “di” guerra. Questo è un film “sulla” guerra».
Alessandro, Gabriel e Federica, com’è stato lavorare con Gianni Amelio a questi personaggi?
A.Borghi: «Nella mia carriera non ho mai conosciuto nessuno come Gianni Amelio, è stata la benzina del processo creativo del film. Abbiamo iniziato a parlare del film un anno e mezzo prima delle riprese. Il lavoro è stato sempre sfidante. Gianni sul set ti responsabilizza, chiede il tuo parere. Ogni mattina io e Gabriel aspettavamo la nuova scena, ma se i personaggi sono ben scritti, non è un problema, anzi permette una nuova esplorazione. Gianni ha riattivato in me un entusiasmo unico per il cinema, un cinema che fa lui e pochi altri».
G.Montesi: «Per me è un’emozione grandissima. Gianni è una grandissima persona e un grandissimo regista… Sono emozionato, scusate. Gianni mi ha fatto capire davvero cosa significa un’inquadratura. Mi ha mostrato la direzione, mi ha fatto capire che essere attori vuol dire anche saper leggere i registi, gli altri colleghi. Ad oggi ci troviamo un film sempre in movimento, stasera potrebbe essere un altro film. Sono cresciuto tantissimo come attore».
F.Rosellini: «Questo film è stato ricco di energie diverse. Il mio personaggio, Anna, è un personaggio inafferrabile, anche per lei stessa. E l’abbiamo portata alla fine dell’arco narrativo ad essere un personaggio che “sta”, che guarda al mondo con una nuova prospettiva. Lei è il ponte dello sguardo per il pubblico. Questo film ci ricorda che non solo è importante non dimenticare, ma fare, agire».
Alessandro, è un film che racconta del senso di responsabilità del cittadino, ci racconti il tuo personaggio?
A.Borghi: «Fino al giorno prima della scena non sapevo bene cosa saremmo andati a raccontare. Il processo è stato continuo e Gianni ci ha lasciato molto liberi. Il tema più importante che emerge per me è quello della relatività del giusto e dello sbagliato. Il personaggio di Giulio è davvero il buono? Lo spettatore deve farsi questa domanda sui personaggi, e la verità è che una risposta non c’è».
Simone e Paolo, che sfida produttiva è stata il film di Gianni Amelio?
S.Gattoni: «Questo film è stata una sfida bellissima. Le ricostruzioni storiche richiedono sempre uno sforzo produttivo, ma tutta la troupe è stata fantastica. Hanno girato a 2.500 metri di altezza con il gelo, e Gianni non si fermava».
P.Del Brocco: «La sfida di questo film è andata molto bene. Sono molto contento, il cinema è bello con film così belli».