Al Festival di Cannes 2022 la Palma d’Oro va allo svedese Triangle of Sadness di Ruben Östlund, mentre l’italiano Le otto montagne con Borghi & Marinelli vince il Premio della Giuria ex-aequo con Skolimowski: ecco tutti i vincitori
Si è da poco conclusa la cerimonia di premiazione del 75° Festival di Cannes, con i riconoscimenti assegnati dalla giuria presieduta dall’attore Vincent Lindon.
Un premio per l’Italia con Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, coproduzione con Francia e Belgio, che vince il Premio della Giuria (ex-aequo con EO di Jerzy Skolimowski). A consegnare il riconoscimento alla coppia di registi, che nel finale hanno regalato anche un bacio appassionato, sono state le sorelle Alba e Alice Rohrwacher, mentre l’annuncio è stato dato dal membro della giuria Jasmine Trinca. Il film racconta la storia di due amici per la vita, interpretati da Alessandro Borghi e Luca Marinelli, legati indissolubilmente sin da bambini alla loro montagna, che ne scandisce i momenti di vita. Tornando all’ex-aequo, il premio è diviso con EO di Jerzy Skolimowski, che vede protagonista l’asino dagli occhi tristi EO e il suo viaggio durante il quale incontra vari personaggi, tra cui quelli interpretati da Isabelle Huppert e Lorenzo Zurzolo. Delusione invece per Mario Martone e Pierfrancesco Favino e il loro Nostalgia, che torna a casa a mani vuote.
La Palma d’Oro va allo svedese Triangle of Sadness di Ruben Östlund, che bissa la vittoria del 2017 di The Square, spietata critica sociale che vede protagonista una coppia di modelli influencer ventenni (Harris Dickinson e Charlbi Dean), ai quali accadrà di tutto mentre partecipano ad una crociera di lusso insieme ad altri strani personaggi, a cominciare dal capitano Woody Harrelson.
Ex-aequo anche per il Gran Premio della Giuria, assegnato a Close dell’applauditissimo Lukas Dhont, che dopo la transizione adolescenziale di Girl racconta l’intensa e tenera amicizia tra due ragazzi tredicenni inseparabili che viene improvvisamente interrotta…
…e a Stars at Noon di Claire Denis, in cui la giovane giornalista americana Margaret Qualley, bloccata in Nicaragua, si innamora di un enigmatico inglese che potrebbe aiutarla nella fuga e che invece è invischiato il vicende spionistiche ben più gravi.
Il premio per la miglior regia va al coreano Park Chan-Wook per il suo Decision to Leave, ironico crime-melò in cui il regista di Old Boy racconta di un detective che indaga sul presunto suicidio di un uomo caduto dalla cima di una montagna, che si sospetta però essere stato assassinato da parte della moglie, a cui il detective (tra l’altro sposato) si avvicinerà pericolosamente.
Miglior attore è la star di Parasite, il coreano Song Kang Ho, protagonista di Broker di Kore-Eda Hirokazu, particolare road movie “familiare” con venditori di bambini inseguiti dalla polizia.
Miglior attrice è l’iraniana Zar Amir Ebrahimi per il film Holy Spider di Ali Abbasi, in cui interpreta una giornalista che indaga sugli omicidi seriali di prostitute da parte del cosiddetto “Spider Killer” in una città santa iraniana.
La miglior sceneggiatura è quella dello svedese di origine egiziana Tarik Saleh per il suo film Boy from Heaven, storia del figlio di un pescatore che studia all’università del Cairo, e che dopo la morte del Grande Imam si ritrova al centro di una spietata lotta di potere tra l’élite religiosa e politica.
La giuria ha assegnato anche il Premio del 75° Festival, che va agli habitué di Cannes fratelli Dardenne per Tori et Lokita, che racconta di come in Belgio un giovane ragazzo e un’adolescente che hanno viaggiato da soli dall’Africa, contrappongono la loro forte amicizia alle difficili condizioni del loro esilio.