Cannes 2024: presentato L’abbaglio, il nuovo film di Roberto Andò

L'abbaglio - VValentino Picone, Toni Servillo, Roberto Andò e Salvo Ficarra
L'abbaglio - VValentino Picone, Toni Servillo, Roberto Andò e Salvo Ficarra

Cannes 2024: presentato L’abbaglio, il nuovo film di Roberto Andò in cui si ritrovano, dopo il successo de La stranezza, Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone

Roberto Andò, dopo il grande successo de La stranezza (qui la nostra recensione), torna a girare in Sicilia il suo nuovo film, L’abbaglio. Nel cast ritroviamo insieme, ancora una volta, Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone  protagonisti del film.

L’abbaglio, che si gira tra Palermo e altri luoghi dell’isola, è ambientato nel 1860 e si svolge durante l’epopea dei Mille in Sicilia. La regia è di Roberto Andò che ha scritto la sceneggiatura insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso.

Una produzione Tramp Limited e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film. In collaborazione con Netflix. Prodotto da Angelo Barbagallo Attilio De Razza. Il film sarà distribuito nelle sale da 01 Distribution.
Vendite internazionali: Rai Cinema International Distribution.

Oltre a Toni Servillo (Vincenzo Giordano Orsini), Salvo Ficarra (Domenico Tricò), Valentino Picone (Rosario Spitale) e Tommaso Ragno (Giuseppe Garibaldi), nel cast troviamo anche Giulia Andò, Pascal Greggory, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Giulia Lazzarini, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna.

L'abbaglio - Toni Servillo (foto Lia Pasqualino)
L’abbaglio – Toni Servillo (foto Lia Pasqualino)

La trama

1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista.

Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso.

Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

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