La nostra recensione di Carla, raffinato biopic che celebra la leggendaria ballerina Carla Fracci, raccontando la vita e la carriera di un’icona di talento, grazia e modernità, interpretata da una leggiadra Alessandra Mastronardi
È stata definita dal New York Times “la prima ballerina assoluta”. Icona indiscussa del balletto e simbolo di grazia ed eleganza, Carla Fracci è stata l’incarnazione della danza per più di mezzo secolo. Prima di essere una ballerina, però, era una donna determinata e caparbia, gentile e profondamente umile. Ed in questo modo è stata celebrata in Carla, ottimo biopic di Emanuele Imbucci liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci Passo dopo passo – La mia storia. Il film è stato realizzato con la diretta consulenza della grande étoile, che sullo schermo ha il volto di Alessandra Mastronardi.
Carla è la danza
Attraverso un incastro di linee temporali il film sceglie di raccontare la vita e la carriera di Carla Fracci cogliendone i momenti più significativi. Dall’infanzia nella campagna lombarda durante la guerra, ai primi passi da giovanissima nei corridoi del Teatro alla Scala, fino all’inizio dell’ascesa quando viene scelta da Visconti (Lorenzo Lavia) per danzare un assolo dopo l’esibizione di Maria Callas (Paola Lavini). Ed ancora lo sviluppo della sua carriera internazionale e la relazione con il regista teatrale Beppe Menegatti (Stefano Rossi Giordani). A fare da cornice al racconto è la preparazione de Lo Schiaccianoci nel 1970, quando Nureyev (Léo Dussollier) convinse la Fracci a tornare sul palco che l’aveva vista nascere, appena un anno dopo il parto di suo figlio e con soli cinque giorni di prove.
Passione e sacrificio
Carla è la storia di una passione incontenibile, di una dedizione assoluta e di un talento cristallino. Carla Fracci sboccia come il più delicato dei fiori, solo dopo aver provato sulla sua pelle il sacrificio, il rigore e le ingiustizie. Nel racconto della formazione al Teatro alla Scala della ballerina, vengono a galla tanto la feroce competitività che vizia il mondo della danza, quanto il classismo che stava per impedire alla figlia di un tranviere di diventare una stella. Attraverso la celebrazione della Fracci, il film diventa un’ode alla danza in quanto arte dell’eleganza, della disciplina e della libertà, oggetto di un amore sconfinato da parte della protagonista che ad essa ha consacrato la sua esistenza.
Emancipazione e successo
Su una particolare scelta della Fracci il film punta il suo occhio di bue: la maternità. All’apice del suo successo, l’étoile più ambita dai teatri di tutto il mondo, sceglie di diventare madre mettendo a rischio la sua carriera. In una realtà come quelle della danza del tempo in cui essere ballerina era incompatibile con il diventare madre, Carla Fracci non solo compie un gesto di emancipazione, diventando icona di indipendenza e modernità, ma realizza anche un piccolo miracolo. Ad un anno dal parto e con pochi giorni di preparazione di una coreografia durissima per il suo corpo, l’étoile trionfa al Teatro alla Scala al fianco del ballerino russo Rudolf Nureyev. Le meraviglie della determinazione.
La grazia di Alessandra Mastronardi
Al fine di restituire l’austera eleganza e l’umile leggiadria della “ballerina assoluta”, era necessario che nel ruolo si cimentasse un’attrice altrettanto armoniosa ed aggraziata. Alessandra Mastronardi è una Carla Fracci impeccabile. Il suo volto accoglie tanto il rigore quanto la delicatezza di quello dell’etoile e i suoi movimenti gentili ricalcano con efficacia il portamento della ballerina. Mastronardi dosa istinto e fermezza, restituendo un ritratto onesto di una donna innamorata della sua professione.
Un lodevole biopic
Carla è un biopic dalla fattura raffinata che non abbandona mai il punto di vista della protagonista, permettendo allo spettatore non solo di assistere alle vicende narrate, ma di viverle. Le scene ambientate al Teatro alla Scala, che per la prima volta apre le sue porte ad una produzione televisiva fiction, restituiscono tutta l’imponenza e la meraviglia, ma anche la fatica e la disciplina racchiuse tra quelle mura. Benché non tutte le interpretazioni siano all’altezza della prova della Mastronardi, i comprimari risultano credibili nel dare vita a personaggi ben caratterizzati. Il film nella sua sobrietà e compostezza si rivela un ritratto riguardoso della sua protagonista, capace di rendere sullo schermo l’elegante dignità dell’indimenticabile Carla Fracci.
Carla. Regia di Emanuele Imbucci. Con Alessandra Mastronardi, Stefano Rossi Giordani, Valentina Romani, Léo Dussollier, Maurizio Donadoni, Maria Amelia Monti, Pietro Ragusa, Elena Cotta, Gabriele Rossi, Lorenzo Lavia, Paola Lavini, Elisabetta De Palo, Claudia Coli, Patrizia La Fonte. In prima visione su Rai 1 il 5 dicembre.