La XXII edizione del Cervino CineMountain, il festival internazionale del cinema di montagna, ha visto trionfare A thousand girls like me di Sahra Mani.
Dieci giorni e 33 ore di proiezioni, con 24 anteprime, tanti ospiti, e un grande successo di pubblico: si è chiuso ieri il Cervino CineMountain, il festival internazionale del cinema di montagna, giunto alla sua XXII edizione, che ogni anno premia gli “Oscar” del cinema di montagna.
I vincitori
A thousand girls like me, della regista afgana Sahra Mani, conquista l’”Oscar dei film di montagna”, il Grand Prix des Festivals – Conseil de la Vallée d’Aoste, riservato ai film già premiati nei principali festival di settore provenienti dal circuito dell’International Alliance for Mountain Film. Vincitrice del Grand Prix festival di Kathmandu (Nepal), la pellicola racconta, con grande intensità, l’ostinata battaglia di una donna per difendere i propri diritti. Khatera è una ragazza afgana di 23 anni che decide di sfidare la volontà della sua famiglia e le tradizioni del suo paese per cercare giustizia dopo anni di abusi sessuali da parte del padre. La sua lotta si scontra con le falle del sistema giudiziario afgano, incapace di tutelare la popolazione femminile.
Ancora una regista donna, l’irlandese Katrina Costello, si aggiudica il Premio Montagnes du Monde al miglior film straniero, con The silver branch, un film che riflette sui temi universali e drammaticamente attuali della difesa dell’ambiente contro l’indiscriminata trasformazione dei paesaggi e delle comunità rurali. La patente, di Giovanni Gaetani Liseo vince il Premio Montagne d’Italia, una delicata incursione nella vita rurale di un giovane pastore attraverso il suo sogno di emancipazione.
Il Premio Montagnes Tout Court al miglior cortometraggio va Brotherhood, di Meryam Joobeur, che affronta il delicato tema del ritorno a casa di un combattente dell’Isis nella cornice di una Tunisia rurale. Menzione speciale per la categoria a Let’s go to Antarctica, la divertente pellicola dello spagnolo Gonzaga Manso che riflette sugli effetti dell’ingresso di nuove mete “esotiche” nel turismo di massa.
È Gamba in spalla, il film di Romuald Desandré presentato al Festival in anteprima mondiale, ad aggiudicarsi il Premio per il miglior film valdostano, Boy Nomad, di Nyobe Thompson, vince il Premio SONY per la fotografia e Theory of happiness di Rastislav Hatiar conquista la giuria C.A.I. che gli assegna il Premio “al miglior film di alpinismo, esplorazione e arrampicata”. Testa a testa per il Premio del Pubblico tra il film premio Oscar Free Solo e The Dawn Wall, con quest’ultimo che la spunta per pochi centesimi.
Ospiti e momenti speciali
Grandi film, grandi numeri, grandi ospiti: un’edizione, la ventiduesima, che ha fatto registrare un nuovo successo di presenze.
Il Cervino CineMountain si è aperto quest’anno con l’omaggio al Grande Torino, nel 70° anno dalla tragedia di Superga, con protagonisti tifosi eccellenti come Piero Chiambretti, Beppe Gandolfo e Mauro Berruto e alcuni ex giocatori granata.
Tutto esaurito anche per la serata in collaborazione con il Festival Borgate dal Vivo e MONTURA, che ha visto incontrarsi sul palco Erri De Luca, Nives Meroi e Fabio Truc, accompagnati da Enrico Martinet, che hanno raccontato il loro vivere il silenzio, dalla montagna al quotidiano, alla ricerca della solitudine e nella comprensione del ruolo dell’ascolto.
La terza delle grandi serate del Cervino CineMountain, ha visto protagonista il cambiamento climatico. Sul palco, per analizzare e raccontare cause ed effetti, c’erano gli alpinisti Hervé Barmasse e Fausto De Stefani, la biologa marina Maria Sole Bianco, il nivolo Michele Freppaz e lo snowboarder e ambientalista Luca Albrisi. Un incontro nel quale, oltre a mostrare i cambiamenti che l’ambiente sta subendo, dalla riduzione dei ghiacciai a partire da quelli del Cervino, alle modifiche nel permafrost, fino alla mutazione molecolare dell’acqua degli oceani, gli ospiti hanno illustrato i vari progetti portati avanti in prima persona in questi ultimi anni. Una serata che ha coinvolto il pubblico nell’acquisizione di una conoscenza chiara sullo stato attuale dell’avanzamento a ritmo vertiginoso dei cambiamenti nel clima, ma che allo stesso tempo ha fornito strumenti e supporti scientifici nella lotta alle cause del riscaldamento globale, nella consapevolezza che si può ancora agire ma che il momento per farlo è adesso.
Sabato, in una Piazzetta delle Guide gremita, la serata di premiazione che si è chiusa con il suggestivo omaggio ai 50° dall’allunaggio, attraverso il countdown scientifico dell’astrofisico Andrea Bernagozzi e la sand art di Massimo Ottoni.
Con il sostegno di: Comune di Valtournenche, organizzatore del Festival, MIBAC (Ministero dei Beni Culturali, Direzione Generale Cinema), Regione Autonoma Valle d’Aosta, Consiglio regionale e Assessorato al Turismo e Trasporti, Comune di Antey Saint-André, Comune di Chamois, Comune di Torgnon, Comune di Valtournenche, Fondazione CRT, CAI (Club Alpino Italiano), Film Commission VdA, Montura, Grivel, SONY Italia, Frontdoc, Borgate dal Vivo, binaria, Les Cretes, Maison Bertolin, Rai.