Come può uno scoglio, recensione: Pio e Amedeo sono due fratelli opposti al servizio della risata

Come può uno scoglio - Amedeo Grieco e Pio D'Antini
Come può uno scoglio - Amedeo Grieco e Pio D'Antini

La nostra recensione di Come può uno scoglio, il nuovo film di Pio e Amedeo diretto da Gennaro Nunziante con Claudio Bigagli e Francesca Valtorta: le risate arrivano dritte e la comicità spigolosa del duo pugliese funziona, forse manca ancora un po’ di ambizione in più

Arriva oggi 28 dicembre nelle sale Come può uno scoglio (qui la conferenza stampa), il nuovo film di Pio e Amedeo per la regia di Gennaro Nunziante con Claudio Bigagli e Francesca Valtorta; un ritorno ad una comicità più spigolosa e sboccata, dopo il più conciliante Belli Ciao che mantiene lo spirito dissacrante della coppia e le risate, ma che avrebbe beneficiato di una maggiore ambizione drammaturgica e di una costruzione del canovaccio magari più stratificata.

Due fratelli, due mondi

Pio (Pio D’Antini) è un ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto papà Salvatore, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte. La sua è una vita da fare invidia: avvocato e presidente dell’azienda del papà, sposato con Borromea (Francesca Valtorta), padre di due bambini, Ginevra e Manfredi, vive nel castello dei suoi suoceri. Adesso un gruppo di imprenditori locali lo ha candidato a sindaco del paese, perché essendo un debole lo possono manovrare facilmente. Un giorno il parroco del paese don Boschin (Claudio Bigagli) gli chiede il favore di assumere come autista Amedeo (Amedeo Grieco), un ragazzo dal passato turbolento che sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro.

Come può uno scoglio - Amedeo Grieco e Pio D'Antini
Come può uno scoglio – Amedeo Grieco e Pio D’Antini

Risate senza compromessi

Non si può, in un certo qual modo, scindere la vis comica di Pio e Amedeo dalla valanga di polemiche a cui sono stati esposti in seguito a certe dichiarazioni da loro rilasciate sullo stato del politicamente corretto; non si può perché anche in un film apparentemente lontano dalla loro “sensibilità”, quale Come può uno scoglio, il pensiero va subito al modo in cui il duo pugliese ha gestito e poi immagazzinato le tante critiche ricevute, declinandole su una comicità ancora più spigolosa che in passato, senza compromessi e forse senza neanche particolare riguardo rispetto al biasimo altrui. La verità è che Pio e Amedeo sono tornati a fare ciò che sanno fare meglio, con o senza l’approvazione di un certo pubblico.

Anche in questo nuovo lungometraggio i due comici foggiani prendono di mira un po’ tutto e tutti, lasciando il fioretto a casa nella fodera e sfoggiando una mitraglia nuova di zecca. Che la loro comicità non abbia mai puntato sul sottotesto o su di una certa eleganza espositiva è cosa nota, ma in questo loro ultimo lavoro danno risalto allo scontro tra poli opposti permettendo così di giocare con un giusto bilanciamento di commedia slapstick, commedia degli equivoci e persino un filo di black comedy. Il risultato è una pellicola che funziona efficacemente come prodotto d’intrattenimento leggero ma non superficiale, fisico ma non così tanto da sfociare nella slapstick pura.

Come può uno scoglio - Amedeo Grieco
Come può uno scoglio – Amedeo Grieco

Sabbia e scoglio

Come già accennato Come può uno scoglio punta tutto sul concept di base che vede in Pio e in Amedeo due personalità distinte, totalmente antitetiche (almeno all’inizio), e quindi perfette come veicolo di incomprensioni, scontri sul piano dialettico e ideologici. Pio rappresenta l’uomo di sabbia, facilmente manipolabile e malleabile, senza una personalità ancora definita (o comunque esplosa) ma anche flessibile ai cambiamenti, capace di adattarsi; Amedeo, dall’altra parte, è il prototipo dell’uomo di scoglio, arroccato sulle proprio posizioni, rigido ma anche forte, granitico e che non si fa mettere in piedi in testa da nessuno.

Prendendo spunto dal brano di Battisti Gennaro Nunziante ci mostra come questi due mondi possono imparare l’uno dall’altro a definirsi con più morbidezza da una parte e più struttura dall’altra, imparando il valore della collaborazione e della fratellanza e soprattutto dando un peso specifico maggiore alle proprie vite. Si parla di legami famigliari da preservare in Come può uno scoglio, ma anche di indipendenza femminile e di importanza del sapersi affrancare dalle aspettative altrui per conquistarsi la propria felicità. Rispetto a Belli Ciao però il coefficiente di scorrettezza è aumentato, e i due si concedono persino un twist finale dal sapore agrodolce.

Come può uno scoglio - Claudio Bigagli e Pio D'Antini
Come può uno scoglio – Claudio Bigagli e Pio D’Antini

Quel quid in più

Quello che manca al cinema di Pio e Amedeo è ancora però un respiro più ampio e più ambizioso, perché se è vero che sin dall’inizio della loro carriera cinematografica hanno voluto cimentarsi con il road movie, le esoticità di alcune location e la frammentazione del racconto è però anche vero che il tutto rimaneva sempre un po’ troppo stretto a determinati codici tipici della nostra comicità. Anche dal punto di vista strutturale Come può uno scoglio non osa mai più di tanto, si concede giusto un paio di momenti di “rottura” grazie alla verve dei due protagonisti e a due felici intuizioni di sceneggiatura (in particolare la sequenza quasi thriller a Napoli e quella dai toni surreali a Roma).

Se solo al prossimo giro Pio e Amedeo si decidessero ad osare ancora di più dal punto di vista narrativo, la sensazione è che potrebbero rappresentare un unicum interessante e davvero innovatore della commedia italiana. Per ora ci teniamo stretto il loro cinismo umanissimo, le loro cadute (anche di stile a volte) e la loro onestà; qualità rare nel nostro cinema oggigiorno, e per questo ancora più preziose.

TITOLO Come può uno scoglio
REGIA Gennaro Nunziante
ATTORI Pio D’Antini, Amedeo Grieco, Francesca Valtorta, Claudio Bigagli, Nicola Rignanese, Christina Andrea Rosamilia
USCITA 28 dicembre 2023
DISTRIBUZIONE Vision Distribution
VOTO:

Tre stelle

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