La recensione di Con tutto il cuore, la nuova commedia di Vincenzo Salemme che porta sul grande schermo una storia già apprezzata a teatro: un buon intrattenimento, che non rivoluziona il genere ma che si lascia vedere con la giusta spensieratezza
Con tutto il cuore
Ottavio Camaldoli (Vincenzo Salemme) è un professore di latino e greco. Una brava persona, onesto e galantuomo. Tant’è che spesso viene considerato un “fesso”. Ma cosa accadrebbe se a quest’uomo indifeso, vittima dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e persino in famiglia, venisse trapiantato il cuore di un altro? Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente efferato dal sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si trasformerebbe automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice che queste sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece donna Carmela (Cristina Donadio), la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel petto del professore? Dopo il trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o resterà comunque l’innocuo professor Camaldoli?
Dal teatro al cinema
Tratto dall’omonima commedia teatrale dello stesso Salemme (qui la nostra recensione), Con tutto il cuore manifesta questa sua anima dal vivo soprattutto nel linguaggio. La comicità si basa sulla parola più che sulle sue situazioni e passa soprattutto attraverso il personaggio dell’infermiere Giovanni interpretato da Antonio Guerriero. Poco intelligente e ancor meno acculturato, sono piacevoli le gag messe in scena che lo vedono protagonista accanto a Vincenzo Salemme. La lingua napoletana aiuta ma non viene abusata, in un equilibrio gradevole. Merito anche del cast, tutto di provenienza teatrale, che riesce ad essere naturale pur senza rinunciare alla necessaria spinta comica.
Abbattere la quarta parete
Nonostante la sceneggiatura sia nata per il teatro, va apprezzato un adattamento capace anche di affrancarsi dal palcoscenico. I vari ambienti e gli esterni ben si adattano alla storia, liberandola appunto dai vincoli della quarta parete. Un obiettivo centrato ma da non dare per scontato, visto che di solito rappresenta lo scoglio più duro da superare. “Non è la prima volta che porto al cinema un mio lavoro teatrale. Non è stato facile, per me
che ne sono l’autore, riuscire a liberarmi dai vincoli dell’unità di tempo e di azione che
sono più congeniali al racconto teatrale che a quello cinematografico. Stavolta, grazie alle
numerose stesure della sceneggiatura e all’aiuto di altri autori, mi sembra di avere centrato
meglio l’obiettivo e così ne è venuto fuori un film con uno scorrimento narrativo molto
semplice, con una leggerezza emotiva che lo rende, mi sembra, molto più realistico della
versione da palcoscenico”, ha detto Salemme a proposito del suo lavoro.
Un buon intrattenimento
Nel complesso la pellicola risulta piacevole, divertente in modo sano. Un buon intrattenimento, che non rivoluziona il genere ma che si lascia vedere con la giusta spensieratezza. Salemme cuce su di sé un personaggio “normale” per antonomasia, con il quale è facile empatizzare nel bene e nel male, e si circonda di ottimi comprimari tra i quali spiccano Serena Autieri e Cristina Donadio. Probabilmente Con tutto il cuore è destinato a raccogliere maggiori consensi a teatro piuttosto che al cinema, ma al tempo stesso non sfigurerà neanche sul grande schermo.
Con tutto il cuore arriva al cinema il 7 ottobre distribuito da Medusa Film. Nel cast anche Maurizio Casagrande, Marcello Romolo, Ciro Capano e Vincenzo Borrino.