Coronavirus, i gestori delle discoteche ricorrono al Tar contro la chiusura

Una classica immagine di una discoteca

Gli imprenditori dell’intrattenimento ricorrono al Tar. Con una richiesta immediata di sospensiva del provvedimento di chiusura varato con l’ordinanza del 16 agosto scorso.

Gli imprenditori dell’intrattenimento ricorrono al Tar. Con una richiesta immediata di sospensiva del provvedimento di chiusura varato con l’ordinanza del 16 agosto scorso. Motivazioni:

1) Contagiato non significa malato, il tasso di ospedalizzazione di chi risulta positivo al Sars Cov 2 è minimo. Secondo l’avvocato Lamberto Ferrara, lo stesso che ha seguito il ricorso del Covo di Nord Est (con esito positivo), non si tratta più di tutela della salute ma di leggi liberticide e lesive dei diritti costituzionali. “Non ci sono le premesse per un provvedimento del genere, sarebbe legittimo in forza di un aggravamento della situazione sanitaria, cosa che, dati alla mano, non risulta”.

2) Secondo i dati Iss, in possesso del legale, i contagiati provengono dalle categorie più diverse: Rsa, extracomunitari, turisti provenienti dall’estero, frequentatori di alberghi. Nessuno – e ribadiamo NESSUNO – ha contratto il virus in discoteca. “Da questo momento reagiremo con decisione a ogni pregiudizio lesivo dell’immagine e della professionalità della nostra categoria – afferma Maurizio Pasca, presidente Silb.

Una classica immagine di una discoteca

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome