Coronavirus, Boris Johnson è positivo: il tampone è stato eseguito dopo il manifestarsi dei primi sintomi, ma il il premier britannico ha assicurato di sentirsi bene e che quindi continuerà a guidare il Paese da casa.
Coronavirus: le dichiarazioni decisamente forti sulla terapia del gregge non hanno portato bene al primo ministro britannico. Boris Johnson, infatti, è risultato positivo all’infezione. Il numero 1 inglese ha accusato tosse e febbre, il che lo ha spinto a sottoporsi al tampone. A riportare la notizia è direttamente un portavoce di Downing Street, il quale ha precisato che tali sintomi al momento restano “leggeri”.
“Dopo aver manifestato sintomi lievi ieri, il Primo Ministro è stato sottoposto al test sul Coronavirus su personale consiglio del chief medical officer, il professor Chris Whitty. Il test è stato eseguito da personale dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico, ndr) qui al numero 10 e il risultato è stato positivo”, è stato reso noto. A quanto pare Johnson non avrebbe smesso di lavorare per il Paese e avrebbe tutta l’intenzione di continuare a guidare l’emergenza da casa.
“Nelle ultime 24 ore ho sviluppato sintomi lievi e sono risultato positivo al Coronavirus. Sto lavorando da casa in auto-isolamento ma posso continuare a guidare la controffensiva nazionale contro questo virus. Insieme lo sconfiggeremo #stareacasasalvalevite”, ha scritto il primo ministro su Twitter.
La sua posizione sembra estremamente diversa rispetto al primo approccio. Johnson infatti aveva attirato numerose critiche per la linea ipotizzata in un primo momento. A metà marzo, infatti, il premier aveva parlato della “terapia del gregge” in base alla quale si sarebbe potuta ottenere l’immunizzazione dei sopravvissuti dopo l’inevitabile sterminio dei più deboli. Tutto questo, in stile rigorosamente darwiniano, per non sprecare sterline in soccorso dei soggetti più fragili.