La nostra recensione di Deadpool & Wolverine, attesissimo capitolo finale della trilogia dedicata al supereroe più scorretto del MCU ma anche tassello fondamentale della fase 5: Ryan Reynolds e Hugh Jackman garantiscono tanto sangue e tante risate
Erano anni che i fan Marvel sognavano un duetto così iconico, ma ora Deadpool & Wolverine è finalmente realtà. A 6 anni dal secondo capitolo e dopo una fase 5 che fatica a trovare una direzione precisa, ci provano Ryan Reynolds e Hugh Jackman a dare una forma più definita al futuro della casa delle idee. Come? Ovviamente sfruttando l’elemento sempreverde del multiverso, ma soprattutto con un’abbondantissima dose di violenza, battute di grana o più o meno grossa che colpiscono il cinema, la politica e la società americana tutta senza risparmiare cadaveri. A dirigere ci pensa il solido Shawn Levy per due ore di spettacolo oneste, anche se manca un po’ il guizzo del campione.

L’universo e due ragazzacci
Wade Wilson (Ryan Reynolds) ha abbandonato la sua tuta da mercenario e conduce una vita tranquilla, passando da un piccolo lavoro all’altro senza riuscire davvero a trovare la sua strada. Tutto cambia il giorno in cui un alto funzionario della Time Variance Authority, organizzazione che si occupa di monitorare le varie linee temporali, si presenta offrendogli una missione. Wade decide così di indossare ancora una volta il costume di Deadpool per salvare il suo universo, ma per portare a termine il suo compito dovrà convincere Wolverine (Hugh Jackman) a unirsi a lui e a dargli il suo aiuto per fermare Cassandra (Emma Corrin).

La fiera dell’esagerazione
Lo sappiamo, a Deadpool non frega nulla di essere politicamente corretto. Ci piace anche (e soprattutto) per questo, specialmente in un’era in cui ogni film deve avere rigorosamente una propria quota di genere, etnia, orientamento sessuale o essere sempre a modo, sempre preciso, sempre perfetto, con l’algoritmo di Netflix che funge da spada di Damocle sopra ogni produzione anche non appartenente a quella piattaforma. Per fortuna c’è il nostro eroe in calzamaglia, a cui il buon Ryan Reynolds presta corpo, voce, movenze e parolacce da ben otto anni e che non ha ancora smesso (al terzo capitolo) di voler esagerare.
Se poi al personaggio di Reynolds aggiungiamo un altro supereroe altrettanto iconico, altrettanto violento e altrettanto poco incline alla diplomazia (con un tocco di tragedia dolente già evidenziata nel bellissimo Logan che non guasta mai) il risultato non può essere che esplosivo. E Deadpool & Wolverine lo è esplosivo, in tutti i sensi. A partire dai meravigliosi titoli di testa sulle note degli N’Sync che riproduce alla perfezione il balletto del video originale, soltanto che qui è un profluvio di arti mozzati, teste spappolate, organi divelti e sangue. Tanto sangue.
Esagera questo capitolo 3, anche nei riferimenti meta-cinematografici, nelle battute taglienti che prendono di mira mezza Hollywood, la politica americana, la società tutta. Esagera nei camei di lusso (alcuni totalmente inaspettati), nelle linee narrative che apre e che poi solo parzialmente chiude, nel modo in cui fa e disfà, in cui riempie i propri protagonisti di rimpianti, di incertezze, di fragilità ma anche nel modo in cui si prende gioco del loro eroismo, dell’apparato di machismo che li ha generati, dell’ideologia stesso del supereroe. Esagera anche un filo nel minutaggio ma tira fuori una grande performance da Emma Corrin, la cui Cassandra è spietata e incredibilmente attraente, sinuosa, come solo i grandi villain.

Un film che diverte ma che avrebbe potuto osare un po’ di più
Affidato alle sapienti mani di Shawn Levy, non un autore in senso stretto ma un solido “mestierante”, Deadpool & Wolverine è lo sturm und drang dei supereroi Marvel. Nonostante il passaggio alla Disney il personaggio di Reynolds non viene snaturato, si diverte un mondo (e si vede), continua a sfondare la quarta parete e soprattutto sfrutta l’elemento Wolverine con cognizione di causa grazie anche ad un Hugh Jackman ormai completamente fusosi con Logan e i suoi artigli d’adamantio. Lo interpreterà fino a 90 anni d’altronde, come spesso ripete scherzando (?) proprio Deadpool nel corso del film e l’impressione è che ormai ci sia una vera e propria catarsi tra attore e personaggio.
Dove però il film di Levy non stupisce più di tanto è nella sua evoluzione, non giustificata del tutto da una durata un po’ troppo corposa e incapace di generare davvero sorprese negli spettatori più smaliziati, specialmente nel terzo atto. Certo, ci sono un paio di camei clamorosi che non sveleremo, ma sembra tutto un po’ troppo studiato a tavolino per potersi incastrare perfettamente all’interno dei piani Marvel. Forse da Deadpool ci saremmo aspettati un po’ di sana anarchia narrativa in più, un po’ più di coraggio, invece l’impressione è che stavolta Reynolds abbia voluto andarci coi piedi di piombo.
Non è un peccato che rovina l’esperienza in toto, ci mancherebbe, ma visto il grado altissimo di violenza, il numero di battute più o meno scomode e in generale un’atmosfera “cazzona” e divertita come non mai allo scorrere dei titoli di coda si percepisce un senso di non totale appagamento. Se però si è disposti a soprassedere a certe sfumature e a non utilizzare un occhio troppo clinico il divertimento non mancherà, così come i momenti cult, l’azione sempre piuttosto leggibile (memorabile il combattimento in macchina) e i riferimenti cinematografici intelligenti (Mad Max su tutti, ma non solo). Garantito.
TITOLO | Deadpool & Wolverine |
REGIA | Shawn Levy |
ATTORI | Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Matthew Macfayden, Morena Baccarin, Robert Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Brianna Hildebrand, Stefan Kapičić, Shioli Kutsuna, Randal Reeder, Lewis Tan |
USCITA | 24 luglio 2024 |
DISTRIBUZIONE | Walt Disney Pictures Italia |
Tre stelle e mezza