Venezia 80, Die Theorie von Allem, recensione: cervello e paranoia sulle tracce di Hitchcock

Die Theorie Von Allem - Jan Bülow e Hanns Zischler
Die Theorie Von Allem - Jan Bülow e Hanns Zischler

Da Venezia la nostra recensione di Die Theorie von Allem (La teoria del tutto), thriller tedesco di Timm Kröger dall’atmosfera paranoica e ansiogena che ragiona sul rapporto tra realtà e illusione. In concorso

Arriva a Venezia 80 Die Theorie Von Allem, il primo film forse realmente divisivo di questa mostra e ce lo ha portato il tedesco Timm Kröger: nulla a che vedere con l’omonimo film con protagonista Eddie Redmayne, qui l’ambientazione si sposta nelle Alpi svizzere dei primi anni ’60 per risolvere il mistero legato ad alcune morti violente, ma ciò che interessa davvero al regista è il rapporto mai così ambiguo e sfumato tra reale e immaginario, con tutte le sue ambiguità e contraddizioni.

Mistero in alta montagna

Johannes Leinert (Jan Bülow), insieme al suo tutor di dottorato (Hanns Zischler),
si reca a un congresso di fisica nelle Alpi Svizzere, dove uno scienziato è in procinto di rivelare una rivoluzionaria teoria di meccanica quantistica. Qui Johannes conosce Karin (Olivia Ross), una giovane pianista jazz per cui sviluppa una particolare attrazione. Quando una mattina uno dei fisici viene trovato morto, sulla scena arrivano due ispettori di polizia per indagare su quello che sembra un caso di omicidio. Mentre in cielo si accumulano strane nubi, Karin scompare nel nulla e Johannes si ritrova trascinato in una sordida storia di falsi ricordi, incubi a occhi aperti e amori impossibili con un oscuro segreto nascosto sotto la montagna.

Die Theorie Von Allem - Jan Bülow e Hanns Zischler
Die Theorie Von Allem – Jan Bülow e Hanns Zischler

Sulle tracce di Hitchcock

Si muove sun sentiero battuto da pochi Die Theorie von Allem, un sentiero parecchio scivoloso e impervio (perdonate la metafora montanara) perché si inerpica su quella cima aspra che è la dicotomia reale/non reale. Timm Kröger butta nel calderone il racconto paranoico e tesissimo di Vertigo di Hitchcock, La montagna incantata di Mann e persino le allucinazioni di Solaris di Tarkovskij, senza farsi mancare anche una sprizzata del buon vecchio David Lynch che non guasta mai. Quello che esce fuori da quest’orgia di suggestioni e riferimenti visivi e narrativi è un’opera spiazzante, aggroviagliata, che non gioca sul sicuro ma corre un rischio e che già per questo meriterebbe il privilegio della visione.

Parlavamo di paranoia prima, ma nel mondo cinematografico di Kröger è il caos il vero protagonista ed è per questo che ogni sentimento viene amplificato, reso amorfo e quasi alieno, modificato fino al punto di renderlo irriconoscibile o di avvicinarlo ad un sentimento opposto. Caos, alienazione, ansia e paranoia vanno quindi a braccetto, sostituiscono la vita con la morte e viceversa, livellando tutti i personaggi verso una condizione di parità davanti alla forza devastante e immutabile dell’universo. Non esiste più il genio così come lo intendiamo, non ci sono più prescelti o uomini in grado di cambiare il mondo perché i mondi possibili sono tanti, sono freddi e sono spaventosi.

Die Theorie Von Allem - Jan Bülow
Die Theorie Von Allem – Jan Bülow

Un multiverso 

Siamo ormai, come spettatori, piuttosto esposti al concetto di multiverso grazie ai tanti film della Marvel sull’argomento, ma anche grazie ad un’opera che ha recentemente sbancato agli Oscar. Qui l’esistenza di altri mondi possibili paralleli al nostro viene soltanto accennata, neanche in maniera troppo diretta, e non siamo mai davvero sicuri che ciò che stiamo guardando stia avvenendo in un mondo o l’altro. È un multiverso che si espande e restringe, che accoglie e respinge, che crea vita o diffonde morte, sulla spinta di un impulso di creazione e distruzione assieme. E in questo multiverso i personaggi si cercano, si trovano, si amano e poi si lasciano, perché l’unico modo di affrontare il caos è danzarci assieme.

Poi, certo, la struttura diegetica è volutamente (?) sghemba, gli incroci e le svolte narrative forse poco comprensibili ad una prima visione e non tutti i personaggi sono così a fuoco come il racconto allucinato e straniante di Die Theorie von Allem vorrebbe farci credere. Qui conta di più l’esperienza in presa diretta, l’emozione che straborda e non quella che si sedimenta, la suggestione hic et nunc piuttosto che l’analisi a posteriori di un film che vuole sconvolgere, stimolare i sensi e sconvolgere nella sua brutale, apparente dissennatezza. È un biglietto di sola andata, e se si sale si resta a bordo.

Die Theorie Von Allem - Olivia Ross
Die Theorie Von Allem – Olivia Ross

Lo spazio per l’amore

Eppure, sotto la coltre di citazioni, riferimenti più o meno alti, leggi fisiche invertite, luci abbaglianti che dimorano sotto le montagne ciò che forse interessa davvero a Kröger è l’amore. Amore come forza che si oppone al caos, che dona la vita, che dà senso a tutte le cose; l’amore di una madre che vive lontana, della donna di cui ci è innamorati, verso la scienza e la conoscenza. Amore che plasma la realtà distinguendola da un’immagine distorta e pericolosa  che può essere cercato e trovato soltanto nelle piccole cose del mondo, come un cielo intarsiato di stelle o una romantica sciata sulla neve.

Imperfetto, forse più derivativo di quanto ci si aspetterebbe nel racconto ma al contempo anche originale nello sguardo, viscerale e straniante: è arrivato come un fiume in piena questo Die Theorie von Allem e probabilmente non a tutti piacerà. Perché è un film che va goduto sul momento ma che poi ha paradossalmente bisogno di tempo (e di più visioni) per essere assorbito, affinché l’impatto sensoriale ed emotivo possa aver modo di sedimentare; difficile che versiate lacrime, ma non lo dimenticherete facilmente. E questo mi sembra già un buon traguardo.

Die Theorie Von Allem - una scena del film
Die Theorie Von Allem – una scena del film

Die Theorie Von Allem (La teoria del tutto). Regia di Timm Kröger con Jan Bülow, Hanns Zischler, Olivia Ross e Gottfried Breitfuss, in uscita nelle sale prossimamente distribuito da Movies Inspired.

VOTO:

Tre stelle e mezzo

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