Dieci minuti, recensione: Barbara Ronchi splende nell’adattamento del romanzo di Chiara Gamberale

Dieci minuti - Margherita Buy e Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)
Dieci minuti - Margherita Buy e Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)

La nostra recensione di Dieci minuti, il nuovo film di Maria Sole Tognazzi con Barbara Ronchi e Margherita Buy tratto dal best-seller di Chiara Gamberale: un bel duetto di attrici non riesce del tutto a dare la giusta spinta ad un film troppo timido, che funziona nella leggerezza

È del 2014 il romanzo omonimo di Chiara Gamberale vincitore del premio Bancarella, storia che la regista Maria Sole Tognazzi e la sceneggiatrice Francesca Archibugi ha trasposto sul grande schermo grazie anche alla bravura e al coraggio di Barbara Ronchi e Margherita Buy, disposte ad interpretare due personaggi scomodi (in special modo la prima). Sì, perché quella di Dieci minuti è la storia di un ritorno ad una verità sepolta, l’unica capace di salvarci davvero, attraverso la graduale apertura di noi stessi verso la vita. Peccato che il film non sia in grado di regalare del tutto forza allo spunto tematico, presentandosi in maniera troppo timida e brillando solo quando abbraccia la leggerezza.

Dieci secondi - Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)
Dieci minuti – Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)

Dieci minuti alla volta

Bianca (Barbara Ronchi), dopo una forte crisi esplosa a causa dell’essere stata abbandonata da suo marito Niccolò (Alessandro Tedeschi), incontra Giovanna (Margherita Buy), una psichiatra che le suggerisce una terapia: impiegare dieci minuti al giorno del suo tempo per fare qualcosa di assolutamente nuovo ed insolito per lei. Questa proposta trasforma la vita di Bianca in maniera inaspettata e le prove da superare la portano a fare nuovi incontri, di cui uno in particolare e speciale con Jasmine (Fotinì Peluso), la sorella minore che non aveva mai conosciuto e che le si presenta nel momento in cui ne aveva più bisogno.

Dieci secondi - Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)
Dieci minuti – Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)

Il senso del ritrovarsi

Bianca si è perduta. Lontana dalla sua amata Sicilia e intrappolata in una Roma sempre tentacolare e suadente, ha visto la sua carriera di autrice per un giornale femminile andare in fumo grazie ad una videochiamata e il suo matrimonio pluridecennale andare in pezzi, grazie ad una sbandata del marito verso la propria osteopata. Per ritrovarsi e ritrovare la strada di una felicità ancora possibile deve però cominciare a esporsi di più, affrontando le paure e le insicurezze che si sono annidate dentro la sua anima a causa di un passato turbolento.

Dieci minuti in fondo non è altro che la storia di questo ritrovamento, un percorso lungo e accidentato che però può avvenire solo se si sceglie di accettarsi per ciò che si è, accogliendo gli imprevisti e gli inciampi della vita e soprattutto le cose che non si possono controllare. Lo capiamo nel lungo flashback che arriva proprio a metà del secondo atto come stanno le cose, e la pellicola di Maria Sole Tognazzi ci prende per mano accompagnandoci in questo viaggio di riscoperta che è composto di fili che si intersecano, di istantanee, di ricordi più o meno spezzati e di un dolore soffuso e soffocato che Bianca (ma non solo) dovrà necessariamente decidersi ad affrontare.

Dieci secondi - Matteo Cecchi e Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)
Dieci minuti – Matteo Cecchi e Barbara Ronchi (foto di Luisa Carcavale)

Un film di donne

Se Dieci minuti riesce a non farsi travolgere dal peso di una scrittura alle volte troppo timida e poco coraggiosa, lo deve soprattutto al trio di protagoniste femminili capeggiato da una splendida Barbara Ronchi, qui affiancata anche da Margherita Buy e Fotinì Peluso. Tre attrici per tre donne e tre colori diverse, la Ronchi con il suo dolore sempre accennato, trattenuto e pronto ad esplodere e quell’ombra di malinconia che le scheggia il volto, la Buy alle prese con una donna rigida e inflessibile dalle cui crepe però filtra un po’ di rinfrescante umanità e la Peluso invece diretta, accesa, calda e carnale con le tante espressioni di una femminilità incontenibile.

Ed è probabilmente anche il maggiore pregio del film, quello di affidarsi completamente allo sguardo femminile sulla depressione, perché riesce a trovare un calore e una morbidezza impensabili con una visione al maschile e soprattutto una fame di speranza che inonda lo schermo, come nel finale liberatorio in cui un bagno in mare diventa la metafora (anche un filo didascalica) della tristezza che si rigenera purificandosi, lavandosi via letteralmente il passato di torno. Eppure, come accennavamo già all’inizio, è in quei fulminei scorci di leggerezza che Dieci minuti dà il meglio di sé: perché tutte le sfide che Bianca  affronta, dal rubare un cappotto in una boutique all’imbucarsi ad un funerale di sconosciuti, raccontano molto e forse anche di più del suo dolore.

Ed è allora in quelle tracce che il senso di una pellicola come questa andrebbe ricercato, in quei lampi di vita a cui aggrapparsi quando il precipizio si sta avvicinando sempre di più, ineluttabile e oscuro. E allo stesso tempo è in quelle smagliature che la Tognazzi e l’Archibugi avrebbero dovuto forse far addentrare il cuore del racconto, piuttosto che tenerlo in equilibrio sul filo del classico drammone italiano dai contorni altoborghesi. Alla fine si torna sempre lì, nell’impossibilità di capire se e come Dieci minuti avrebbe potuto far esplodere un potenziale che c’è ed è evidente, ma che rimane sempre sottotraccia, quasi nervoso nel venire fuori. Timido, per l’appunto.

TITOLO Dieci minuti
REGIA Maria Sole Tognazzi
ATTORI Barbara Ronchi, Margherita Buy, Fotinì Peluso, Alessandro Tedeschi, Mattia Garaci, Barbara Chichiarelli, Matteo Cecchi
USCITA 25 gennaio 2024
DISTRIBUZIONE Vision Distribution

 

VOTO:

Tre stelle

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