Venezia 81: Disclaimer, conferenza con Alfonso Cuarón, Cate Blanchett e Kevin Kline

Disclaimer - conferenza Venezia 81 - Cate Blanchett, Alfonso Cuaron, Kevin Kline
Disclaimer - conferenza Venezia 81 - Cate Blanchett, Alfonso Cuaron, Kevin Kline

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza di presentazione della miniserie tv Disclaimer – La vita perfetta, con il regista Alfonso Cuarón e gli attori Cate Blanchett e Kevin Kline: ecco cosa hanno raccontato

Disclaimer – La vita perfetta è la nuova miniserie thriller scritta e diretta da Alfonso Cuarón, in uscita su Apple Tv+ il prossimo 11 ottobre. Alla conferenza stampa della Mostra del Cinema di Venezia 2024, dove è stata presentata fuori concorso, ad accompagnare il regista messicano anche gli interpreti Cate Blanchett e Kevin Kline.

Alfonso, la prima domanda riguarda il romanzo: perché hai pensato valesse la pena fare una serie piuttosto che un film?

A.Cuarón: «Quando ho letto il romanzo ho immediatamente pensato ad un film, ma al tempo non avrei saputo come girarlo, non avrei saputo che forma dargli. Quindi ho deciso di usare un altro format, che altri grandi autori, da Fassbinder a Lynch, hanno utilizzato».

Cate e Kevin com’è stato lavorare con personaggi così sovversivi, che mutano nel corso delle vicende?

K.Kline: «Per me i personaggi cambiano di momento in momento, l’incertezza è forse il termine adatto a descriverli. Per me è stato un personaggio inusuale da interpretare e lavorare con Alfonso è stata un’occasione di sperimentare e imparare nuove cose».

C.Blanchett: «Il mio personaggio è una documentarista, ha passato tutta la sua carriera a raccontare ed esporre i traumi della vita delle persone. Per me la sfida e la difficoltà dell’interpretare un personaggio del genere è stata nel cercare di non svelare quello che io potevo già sapere attraverso lo script, il livello di giudizio che Alfonso è riuscito a convogliare nei confronti del personaggio. Penso che noi tutti siamo gli eroi delle nostre storie personali e per comprendere davvero questi personaggi bisogna fidarsi della giustapposizione creata dal regista, solo quella può creare un senso di verità per lo spettatore».

Alfonso com’è nata l’idea di usare diversi tipi di voice over, in prima persona ed in seconda persona?

A.Cuarón: «Era qualcosa che mi aveva intrigato per parecchio tempo. Il voice over non deve essere utilizzato come uno strumento pigro, e io ho avuto l’ispirazione del racconto in seconda persona dal film “Un uomo che dorme”. Il racconto in seconda persona nel cinema è molto raro e mi sorprese e permette un approccio molto differente al modo in cui gli spettatori vedono i personaggi».

Alfonso quando adattavi la sceneggiatura avevi già immaginato questo cast?

A.Cuarón: «Quando scrivevo lo script Cate era già lì, avevo il terrore che dicesse di no. In una delle prime conversazioni con Cate ci rendemmo conto di quanto interessanti ed inesplorati fossero questi personaggi. Fu Cate a suggerirmi Kevin, immediatamente pensai che era la persona giusta, lo charme che mette nelle sue performance è incredibile».

Alfonso hai scelto attori con cui hai chimica?

A.Cuarón: «Certo, è necessario. Non solo sono due degli attori migliori in circolazione ma abbiamo molte cose in comune. Ad esempio io e Kevin condividiamo una grande passione per la musica, l’arte e il cibo».

Alfonso puoi dirci qualcosa di questa tua prima esperienza con una serie?

A.Cuarón: «Non credo che nessuno di noi ci abbia pensato davvero, siamo così abituati al mondo del cinema e a quell’approccio; io non so come dirigere un prodotto tv e quindi l’approccio è stato quello di un film. Il processo è stato lungo e gli attori sono rimasti bloccati con i personaggi per molto tempo… più di un anno».

C.Blanchett: «Vorrei aggiungere che è stato molto interessante lavorare con diversi e fantastici direttori della fotografia».

K.Kline: «Questa serie fa riflettere molto sul mondo dell’informazione, su come percepiamo noi stessi, su ciò che decidiamo di credere. Credere a quello che ci troviamo davanti spesso non è la migliore decisione. Girare per così tanto tempo è stato come imparare di continuo, l’espansività di Alfonso ha permesso che numerosi temi si aggiungessero mano a mano».

Durante la lunga realizzazione c’è qualche scena che è stata aggiunta nel mentre o era già tutto deciso?

A.Cuarón: «Era già tutto scritto, ma con l’interpretazione e la visione degli attori le cose cambiano. Le loro idee portano ad una continua riscrittura ed esplorazione delle scene».

C.Blanchett: «La sceneggiatura era impeccabile, ma quando giri in continuità con il proseguire delle riprese hai la possibilità di stravolgere e aggiungere cose alla dimensione già complessa di quei personaggi».

Alfonso nella serie usi molti tecniche di montaggio diverse, come ti è venuto in mente?

A.Cuarón: «L’idea era quella di presentare diverse voci e ognuna con un preciso linguaggio cinematografico. Dall’approccio visuale alla messa in scena, è cosi che con Lubezki abbiamo scelto di lavorare anche con un altro direttore della fotografia per potenziare questo contrasto tra differenti punti di vista».

Cate il tuo vestito per il Festival di Cannes era molto particolare, dobbiamo aspettarci un vestito speciale per il red carpet di stasera?

C.Blanchett: «Verrò nuda!» (risate)

Cate come hai approcciato questo ruolo in quanto donna, e come sarebbe cambiato se fosse stato un uomo?

C.Blanchett: «Io approccio ogni ruolo in quanto donna, perché lo sono (risate). Era necessario un certo livello di vergogna e di risentimento, sono sentimenti potenti, molto più complessi della colpa».

Cate quanto è stato complesso indagare il lato oscuro del tuo personaggio?

C.Blanchett: «Wow, è stata la parte che ho apprezzato di più. Tutti abbiamo un lato oscuro, e se le persone non raccontano qualcosa è perché lo nascondono. Tutti abbiamo cose che nascondiamo, magari perché siamo nel processo di analizzarle per conto nostro. Credo di aver interpretato una donna con esperienze traumatiche sepolte, rimaste represse dentro di lei. Ho trovato l’esperienza affascinante e dolorosa».

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