Doppio amore si presenta come un thriller psicologico dedicato al tema dei gemelli e delle debolezze psicologiche: il fascino dei due protagonisti, Marine Vacth e Jérémie Renier, non basta a soddisfare i requisiti minimi richiesti dallo spettatore.
Il tema del doppio
Chloé (Marine Vacth) è una ragazza estremamente fragile che decide di iniziare un percorso di psicoterapia per superare alcuni dolori addominali che la affliggono da tempo. Al termine delle sedute sembra star meglio ma si scopre al tempo stesso innamorata di Paul (Jérémie Renier), il suo analista. I due cominciano una convivenza ma ben presto la vita a due presenta dei punti interrogativi angoscianti: Paul ha una doppia vita? Oppure ha un fratello gemello più rude e minaccioso che gira per la città (Parigi)? Chloé ha tutta l’intenzione di scoprire la verità ma dovrà fare i conti con i suoi demoni interiori oltre che con la sua sessualità repressa.
Tratto da un romanzo del 1987
La sceneggiatura di Doppio amore è tratta dal racconto Lives of the Twins di Joyce Carol Oates, una scrittrice americana contemporanea estremamente prolifica. Tra i suoi temi più ricorrenti è possibile trovare la violenza, la condizione femminile, le nevrosi, il sesso, il lato oscuro delle personalità. Molte di queste componenti fluiscono nella pellicola, sebbene il regista François Ozon abbia preferito allontanarsi del tutto dalla realtà per navigare nell’oceano della psicologica, dell’immaginazione, delle fantasie. La sua volontà è quella di trattare il tema dei gemelli “come qualcosa di affascinante ma al tempo stesso mostruoso”, ha dichiarato lo stesso Ozon. La regia irrazionale e frammentata ben si adatta alle sue intenzioni, ma la voglia di strafare non gli ha permesso di concretizzare tutto il potenziale che poteva celarsi nella storia.
Sesso fine a se stesso
Il personaggio di Chloé, interpretato senza imbarazzo da un’ammirevole Marine Vacth, è estremamente complesso dal punto di vista psicologico: oltre che piena di paure e fragilità, questa bellissima ragazza nasconde delle fantasie sessuali che probabilmente non ha mai confessato nemmeno a se stessa. La sua relazione con Paul, per quanto a prima vista appaia felice, evidentemente non riesce a soddisfarne gli aspetti più estremi e spudorati. Chloé troverà un altro modo per dare sfogo a quell’erotismo represso ma le scene di sesso sono destinate a colpire lo spettatore senza che la trama ne esca poi così tanto arricchita. Senza voler peccare di bigottismo, è inutile negare che l’eros faccia parte della pellicola. Tuttavia l’impressione generale è che in Doppio amore sarebbe stato sufficiente calcare meno la mano per ottenere un risultato altrettanto espressivo ma più gradevole e armonioso. Basti pensare alla scena con la quale inizia il film: un primo piano dell’interno della vagina della protagonista, dalla quale stanno estraendo lo speculum al termine di una visita ginecologica.
Finale che non risolleva la situazione
Doppio amore ha il pregio di aprire molti interrogativi: Paul ha davvero una doppia vita? I gemelli Paul e Louis sono in combutta alle spalle di Chloé? Da cosa derivano i disturbi fisici di Chloé? Paul sà di essere tradito con Louis? I due uomini sono davvero due persone differenti? Lo spettatore assiste ai deliri, alle fobie e ai giochi sessuali dei protagonisti in attesa di un colpo di scena finale o quantomeno di una spiegazione che faccia andare al proprio posto tutti i pezzi dell’intricato puzzle. Una risoluzione in effetti arriva, ma probabilmente è la più scontata. Per quanto Ozon abbia trovato una risposta realmente scientifica a tutti i quesiti aperti nei 107 minuti di pellicola, il sentimento dominante resta la delusione.
Doppio amore (qui il trailer ufficiale) arriva nelle sale italiane il 19 aprile 2018 distribuito da Academy Two dopo essere stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes 2017. Nel cast anche Jacqueline Bisset.