La nostra recensione di Doppio passo, opera prima di Lorenzo Borghini sulla parabola discendente di un calciatore a fine carriera, travagliata vicenda umana tra dramma e crime con Giulio Beranek e Giordano De Plano
Doppio passo è, sul campo da gioco, il rapido movimento di piede effettuato intorno al pallone per disorientare l’avversario. Nel film di Lorenzo Borghini, al suo debutto dietro la macchina da presa, la metafora calcistica dichiara fin dal titolo che nulla è come sembra. Per sfuggire al pressing della vita, il protagonista del film, un calciatore troppo vecchio per giocare, ingaggia una lotta per la sopravvivenza che lo porterà a mettere in discussione tutti i suoi valori: una sfida fatale dove non esiste possibilità di pareggio.
Le dure leggi del calcio
Talentuoso capitano della Carrarese Calcio, Claudio (Giulio Beranek) desidera aprire un ristorante con la moglie Gloria (Valeria Bilello) per assicurarsi un futuro quando appenderà le scarpette al chiodo. Sicuro di avere ancora un paio di anni di fruttuosi ingaggi, accetta dall’amico Sandro (Giordano De Plano) un prestito necessario per completare l’acquisto del locale dei suoi sogni, nel quale ha già investito i risparmi di una vita. Quando la sua squadra ottiene l’agognata promozione in serie B, la dirigenza decide però di non rinnovare il contratto con il calciatore, considerato ormai troppo in là con l’età. Da osannato capitano a giocatore “disutile”, Claudio dovrà fare i conti con una realtà spietata per la quale non era preparato.
La perdita dell’innocenza
Il protagonista è un uomo semplice, istintivo e animato da un innato entusiasmo, a cui è difficile non voler bene: al calcio ha dedicato tutta la sua esistenza, riuscendo a costruirsi una vita fatta di soddisfazioni, anche senza i contratti milionari della Serie A. Quando il sogno sfuma prima del tempo, si troverà a dover gareggiare su un terreno fangoso, scontrandosi con porte chiuse e ipocrisia. Inadeguato alla vita “fuori dal campo”, si lascerà coinvolgere in attività poco edificanti, che lo costringeranno a stravolgere il suo schema di valori e la sua rettitudine morale. La sua è una storia come tante, emblematica della condizione umana.
Un’opera prima riuscita a metà
L’opera prima di Lorenzo Borghini è promettente, con una regia che opta per l’utilizzo totale della macchina a mano e con la scelta di avere il suo protagonista presente in tutte le scene. Con qualche indecisione nella trama e nel ritmo narrativo, la vicenda procede con una certa inerzia, spesso si incaglia in episodi minori, senza nessuna accelerazione, neanche quando la parabola discendente del protagonista suggerirebbe un’andatura più sincopata verso il punto di non ritorno. La scelta del soggetto si dimostra però audace, poiché descrive la vicenda di un uomo che perde tutto anche se proveniente da un mondo, quello del calcio, che nel sentire comune è percepito come un Olimpo popolato da vincenti.
Interpreti superlativi, Giulio Beranek e Giordano De Plano
Il coinvolgimento è comunque assicurato dalla tensione emotiva tra i due antagonisti principali, portatori di visioni del mondo antitetiche: Giulio Beranek (nella vita calciatore mancato a causa di un infortunio) incarna alla perfezione lo scoramento di chi ha coltivato troppo a lungo la fiducia nel prossimo, mentre Giordano De Plano è come sempre impareggiabile nel dar vita a personaggi ambigui e corrotti. Con Doppio passo, i due attori sono tornati a girare insieme dopo l’esperienza sul set della serie Sky Original Christian, in cui Beranek interpreta l’angelo detto il Biondo e De Plano il boss di quartiere Lino.
Completano il nutrito cast Valeria Bilello nei panni dell’amorevole moglie, travolta anche lei dagli eventi, Fabrizio Ferracane sconsolato padre di Claudio, Bebo Storti pilatesco presidente della Carrarese e Lorenzo Adorni calciatore amico, ma non nel momento del bisogno.
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Doppio passo. Regia di Lorenzo Borghini, con Giulio Beranek, Giordano De Plano, Valeria Bilello, Lorenzo Adorni, Fabrizio Ferracane, Bebo Storti. Uscita al cinema giovedì 12 ottobre 2023, distribuito da Garden Film.
Due stelle e mezza
