E poi c’è Katherine, di Nisha Ganatra, con una straordinaria Emma Thompson, rappresenta il cinico e frenetico mondo della televisione con espedienti brillanti e uno stile divertente.
Un programma seguito
Il film E poi c’è Katherine, di Nisha Ganatra, con Emma Thompson, racconta la storia della conduttrice Katherine Newberry (Emma Thompson), una leggenda della televisione americana. Unica donna alla conduzione di un talk-show serale trentennale, ha smesso da tempo di mettersi in discussione e comanda con dispotismo uno staff di autori, tutti uomini, che non si degna nemmeno di incontrare di persona. Ma i tempi cambiano, gli ascolti calano, Katherine viene accusata di odiare le donne e minacciata di essere sostituita. Improvvisamente costretta a correre ai ripari, ordina al suo staff di rendere lo show nuovamente alla moda e divertente, e assume per caso Molly Pate (Mindy Kaling), una giovane inesperta di origini indiane, cresciuta con il sogno di diventare, un giorno, come lei.
Comedy
Una commedia brillante e fervida, dall’energia e il lavoro serrato tipico degli stand-up comedians, un gruppo di uomini schiavi delle abitudini e di un sistema che costerebbe troppo cambiare, che scrivono per inerzia e non osano mai andare oltre. Sicuramente bravi autori, a cui però sfugge la visione d’insieme e soprattuto lo spirito di cambiamento. Minacciati dalla loro nuova collega, donna di colore, che non solo fanno fatica ad accettare, ma che considerano del tutto priva di spessore e talento. E poi c’è Katherine non cerca di abbattere stereotipi o di sottolineare che il politically correct non esiste, perché non è così, e nei primi anni ’90 era possibile che una donna venisse assunta solo per il suo essere donna, così come per una persona d’etnia diversa. La stessa Katherine fa questo ragionamento all’inizio.
Una ventata di freschezza
Molly è diversa dagli autori perché è coraggiosa, le piace osare e pianificare, conosce a memoria tutta la vita, le puntate e lo show di Katherine. Con temi come la diversità, il razzismo, e il difficile mondo della televisione, cinico, maschilista, frenetico e stressante, il film rappresenta il rapporto tra due donne diametralmente opposte che hanno tutto da imparare l’una dall’altra. Due personaggi femminili sfaccettati e complessi, con un background e un’aspirazione diversa, ma che lavorano per un obiettivo condiviso. Un ritratto di un’amicizia e collaborazione tra donne, tra un capo insensibile e una giovane alle prime armi, tra la noia della monotonia, e l’entusiasmo del dinamismo di una nuova esperienza lavorativa.
Una tecnica perfettamente funzionale
Con una fotografia caratterizzata da un’esplosione di colori, saturi e caldi, con un tocco glamour, tipicamente newyorkese e professionale, pronto per essere sotto i riflettori in uno studio televisivo. Una regia con molto ritmo, dinamica e scandita da leggeri colpi di scena, spesso anche prevedibili che danno alla storia quella linearità tipica della commedia, di quella che insegna a non mollare mai, ad essere tenaci e determinati, ma soprattuto sé stessi. Con una sceneggiatura piuttosto semplice e un Emma Thompson magistrale, ineguagliabile e prima fra tutti, anche rispetto alle ottime interpretazioni di tutti gli attori, soprattutto della squadra di autori, perfettamente equilibrata e verosimile. E poi c’è Katherine è un film frizzante, pieno di brio e di ritmo, una commedia da guardare con leggerezza, senza perdere di vista un messaggio di fondamentale importanza.
E poi c’è Katherine, diretto da Nisha Ganatra, scritto da Mindy Kaling, con Emma Thompson, Mindy Kaling, con John Lithgow, Hugh Dancy, Reid Scott, Denis O’Hare, Max Casella, Paul Walter Hauser, John Early, Luke Slattery, Ike Barinholtz, Marc Kudisch, Amy Ryan, esce nel cinema giovedì 12 settembre distribuito da Adler Entertainment.
Di solito, essendo fan della prima ora di Dame Emma Thompson, non mi perdo i suoi film al cinema. Ma questo E poi c’è Katherine non l’ho visto a causa di una distribuzione limitata e penosa nelle sale. Per il resto, vorrei che la Thompson girasse più film così da poter beneficiare della sua recitazione sopraffina.