Edoardo Bennato è stato ospite della Milano Music Week 2020 per un’incontro dedicato al suo nuovo album dal titolo Non c’è, in uscita domani, che vede vecchi brani ri-arrangiati e inediti che hanno un forte connotato sociale
Edoardo Bennato è stato ospite della Milano Music Week 2020 per un’incontro dedicato al suo nuovo album dal titolo Non c’è, in uscita domani, in cui sono forti le due anime rock dell’artista: la versione della “prima ora” e quella strettamente attuale. Senza bavaglio, Edoardo Bennato canta le contraddizioni della società, il “mistero della Pubblica Istruzione”, l’universo femminile – sempre presente nella sua letteratura – e l’ironia è attualizzata ed esasperata fino al paradosso.
Già dalla copertina, Non c’è si sfoglia come un quotidiano che uscirà domani mattina e si legge come il manifesto della realtà. Frasi come “Salviamo il salvabile” e “Una di notte c’è il coprifuoco” rimbalzano dalle prime pagine e nei titoli dei TG diventando le “cantilene” di questi giorni; cosi tanti altri ritornelli di canzoni vecchie e nuove di questo album. “Signore e signori fidatevi di me perché io sto parlando nel vostro esclusivo interesse” (“Signore e signori”); “E chi è che ci trova la soluzione del mistero della pubblica istruzione” (“Il mistero della pubblica istruzione”).
Le canzoni di un tempo acquistano un suono nuovo, grazie agli ottimi arrangiamenti e al sound della band di Edoardo. Quei concetti, quei temi sono sempre attuali, capaci di stigmatizzare, di sottolineare una realtà che si presenta ciclica: «Mi stupisco di quanto possa essere attuale un testo scritto 40 anni fa, la storia è ciclica e i problemi dell’Italia sembrano irrisolvibili». Da sottolineare nella tracklist le collaborazioni con Clementino: «Un amico da anni, affrontiamo il tema del razzismo ne L’uomo nero, mi spaventa il razzismo divagante nella società, frutto dell’ignoranza e nell’incapacità di comprendere il diverso. I miei artisti preferiti sono afro-americani, con i quali ho i migliori ricordi da musicisti, affondo le mie radici nel blues» e con Morgan: «Riuscirebbe a scrivere una partitura intera in una notte, un genio della musica e un folle come me».
Un album che nasce dalla voglia di raccontare il presente e ricordare il passato: «Ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi tempi è stato sicuramente qualcosa fuori dall’ordinario, che ci ha fatto riflettere e ha indubbiamente condizionato, volente o nolente, le nostre esistenze. Ho colto invece l’invito a riarrangiare, risuonare e ricantare alcune tra le mie canzoni del passato, che inevitabilmente hanno subito nel corso degli anni, una naturale rielaborazione musicale nelle innumerevoli esibizioni dal vivo. È stato proprio questo lo spirito che ci ha animati nell’individuare i brani da riproporre. Nel frattempo, non ho mai naturalmente smesso di comporre e scrivere altri pezzi e, a un certo punto, ci siamo resi conto come e quanto le cose nuove fossero in linea con quelle rivisitate, e che ci fosse un fil rouge che unisse tutte le canzoni; anche se originate in periodi molto diversi tra loro. Nel guardare i titoli e i testi scritti sul foglio ho immaginato la prima pagina di un quotidiano dei giorni nostri, dove gli strilli in prima pagina esaltano e sottolineano argomenti e tematiche popolari di sempre».