Efebo d’Oro 2021: tutti i vincitori del 43º festival di cinema e narrativa

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Alla 43ª edizione degli Efebo d’Oro trionfa João Botelho con il suo O ano da morte de Ricardo Reis, premiate anche le registe Constanze Ruhm e Angeliki Antoniou e alla carriera Costa-Gavras

Si è chiusa ieri la 43ª edizione dell’Efebo d’Oro, tornato in presenza dopo la passata edizione completamente online. Quest’anno è stato conferito l’Efebo d’Oro alla Carriera – Banca Popolare Sant’Angelo al regista greco naturalizzato francese Costa-Gavras, cineasta di fama internazionale la cui filmografia è sinonimo di impegno civile e onestà intellettuale.

La giuria presieduta da Egle Palazzolo (presidente del Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema), Roberto Escobar (critico cinematografico), Frédéric Farrucci (regista), Olivia Magnani (attrice) e Leena Pasanen (direttrice Biografilm Festival), ha consegnato l’Efebo d’Oro per il miglior film tratto da un’opera letterariaO ano da morte de Ricardo Reis di João Botelho, con la seguente motivazione: «Con il suo film, tratto con sapienza e coraggio da un’opera di José Saramago, questo straordinario regista portoghese ci consegna a sua volta in linea, ma allo stesso tempo autonomamente, un’opera reale e poetica nella quale anche il prescelto bianco e nero sino al colore della parte finale del film divengono poesia e esaltano l’alternanza di pioggia e luci, quello della realtà di speranze tradite e di sogni divenuti impossibili. Ma lasciano tuttavia la sottile speranza che la morte non sia simbolo di sconfitta ma possa divenire simbolo perenne di grandi resistenze e risorse dell’uomo. E certamente dell’artista e dell’arte».

La giuria dell’Efebo Prospettive per opere prime o seconde, composta da Doriana Leondeff (sceneggiatrice), Maryam Goormaghtigh (regista) e Francesco Calogero (regista), ha premiato Bait di Mark Jenkin: «Per la forza narrative e le potenti ambientazioni che, attraverso un sorprendente bianco e nero ci racconta quella che sembra una vecchia storia mentre è profondamente radicata nel presente. I personaggi sono caratterizzati con profondità umana e ottimamente supportati dalle performance degli attori». La stessa giuria ha attribuito una menzione speciale a Sous le ciel d’Alice di Chloé Mazlo, con la seguente motivazione: «Per l’originalità del linguaggio e la sensibilità nell’affrontare temi tanto dolorosi».

La Presidenza del Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema ha conferito il Premio speciale Hot Scent di Ali Ebrahimi, con la seguente motivazione: «Intenso e partecipato film attraverso il quale il giovane autore ci offre un’immagine per molti versi inedita dell’Iran contemporaneo e della complessa e difficile condizione della donna in quel Paese».

L’Efebo d’Oro Nuovi linguaggi – Città di Palermo è stato assegnato a Constanze Ruhm, filmmaker, regista e artista austriaca, i cui lavori investigano la connessione tra cinema, nuovi media e archivi, «per la capacità di rivisitare la storia del cinema e dei movimenti politico-culturali instaurando un rapporto inedito con i materiali d’archivio».

Il Premio Ande è invece andato a Green Sea di Angeliki Antoniou, con la seguente motivazione: «Un viaggio struggente e malinconico attraverso ricordi, sogni e vissuto di una donna enigmatica, poetica nella sua fragilità e intensa nella sua determinazione, verso la seconda opportunità che l’esistenza le offre. Un racconto di silenzi e immagini illuminate dai profumi, i sapori e il mare di Grecia, che lascia dentro un delicato groviglio di interrogativi e sentimenti». Mentre invece il Premio della Giuria studenti è stato assegnato ex aequo a My London Lullaby di Hugo Santa Cruz e a Garçon Chiffon di Nicolas Maury.

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