La nostra recensione di Ero in guerra ma non lo sapevo di Fabio Resinaro, ricostruzione degli ultimi giorni di vita del gioielliere milanese Pierluigi Torregiani ucciso durante gli anni di piombo, con Francesco Montanari
Può l’uomo controllare il suo tempo? Cosa accade quando il più complesso dei meccanismi di un orologio si inceppa e neppure l’orafo più aitante di Milano riesce a rimetterlo in sesto? Ero in guerra ma non lo sapevo, nuovo film Fabio Resinaro, si immerge nell’atmosfera inquieta degli anni di piombo italiani, per raccontare l’ambizione e la crisi di Pierluigi Torregiani, gioielliere milanese assassinato dai Proletari Armati per il Comunismo. Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Alberto Dabrazzi Torregiani e Stefano Rabozzi.
Un gioielliere ambizioso
Milano, fine anni ‘70. Pierluigi Torregiani (Francesco Montanari), borghese che ha costruito da sè la sua immagine pubblica di stimato gioielliere, è intenzionato ad aprire una nuova sede della sua azienda, mentre per le strade della città infuriano rapine e delitti ai danni dei commercianti. La determinazione di Pierluigi si scontra con le preoccupazioni della moglie (Laura Chiatti), che lo vorrebbe più vicino alla famiglia. Dopo aver reagito ad un tentativo di rapina, il protagonista diventa il bersaglio di un gruppo terroristico.
L’uomo, lo sceriffo, la vittima
La scelta vincente di un film come Ero in guerra ma non lo sapevo è quella di non prendere una posizione politica nei confronti della situazione storica in cui le vicende sono ambientate. Al banco degli imputati, infatti, non siede una particolare ideologia, ma la violenza gratuita ed efferata che si consumava per le strade delle città italiane durante gli anni di piombo. Sotto il monocolo del regista troviamo non un eroe, ma un uomo qualunque non privo di ombre. Un borghese recalcitrante, che non vuole piegarsi alla paura. Un marito e padre poco presente, tanto è distratto dal lavoro, ma profondamente legato alla sua famiglia. Un commerciante affabile cui l’etichetta di ‘“sceriffo”, affibbiatagli per aver difeso sua figlia, sta stretta.
Atmosfera da thriller
Ero in guerra ma non lo sapevo non è il piatto racconto degli ultimi giorni di vita Torregiani, ma abbraccia sempre più, con il susseguirsi delle scene, un’atmosfera da thriller psicologico che restituisce perfettamente la tensione emotiva vissuta da Pierluigi e dai suoi familiari. Francesco Montanari risulta particolarmente convincente nel mettere in scena l’ardore e l’irrequietezza del suo affascinante imprenditore, così come i suoi interessanti chiaroscuri. Sfumati, invece, sono i personaggi di contorno, più funzioni necessarie a costruire il background del protagonista che personaggi a tutto tondo. Un peccato se si considerano i pochi, ma interessanti, spunti di riflessione sull’emancipazione femminile che sottendono alcune battute di Laura Chiatti e Juju Di Domenico, rispettivamente interpreti della moglie e della figlia di Pierluigi. Un occasione sprecata che non oscura, però, il fascino di un film che riesce a fotografare le contraddizioni della società italiana di fine anni ’70 con lucido realismo.
Ero in guerra ma non lo sapevo. Regia di Fabio Resinaro. Con Francesco Montanari, Laura Chiatti, Luca Guastini, Alessandro Tocco, Pier Giorgio Bellocchio, Maria Vittoria Dallasta, Gualtiero Burzi, Juju Di Domenico, Stefano Fregni e Gianluca Gobbi. Solo al cinema il 24-25-26 gennaio, ditribuito da 01 Distribution.
3 stelle e mezza
