La nostra recensione di Fatti vedere, opera seconda di Tiziano Russo con Matilde Gioli, Asia Argento, Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon: il concept è foriero di possibilità, ma il film non riesce a sfruttare appieno le potenzialità comiche da esso offerte
Che Fatti vedere citi a più riprese Mrs. Doubtfire è il segnale che l’opera seconda di Tiziano Russo dopo Noi anni luce sappia perfettamente quali siano i propri modelli di riferimento, a partire dal tono e dalla gestione di tutte quelle dinamiche che la commedia degli equivoci porta con sé.
Se poi il cast è composto da volti noti del cinema e della tv a partire dal trio formato da Matilde Gioli, Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon, oltre ad Asia Argento che torna al genere che l’aveva lanciata, sembrerebbe che la ricetta per il successo sia completa. Peccato però che gli ingredienti siano un po’ troppo sconditi, e che il film non riesca a sfruttare le potenzialità del concept perdendosi nella banalità.
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La mossa Mrs. Doubtfire
Sandra (Matilde Gioli), laureata in Psicologia, è appena stata assunta dal celebre sito di psicoterapia online FATTIVEDERE.COM. Tornando a casa per raccontare tutto a Stefano (Francesco Centorame), il fidanzato con il quale convive felicemente da 10 anni, lo trova con le valigie in mano: la sta mollando senza darle spiegazioni. Sandra va in crisi totale perché pretende di sapere perché sia stata lasciata. Paradossalmente, durante il suo primo giorno di lavoro, si rende conto non solo che un bug del sito le assegna erroneamente l’identità e la foto di una arzilla settantenne, ma anche che uno dei suoi primi pazienti è proprio il suo ex.
Fa in tempo a spegnere la webcam per non farsi riconoscere e, camuffando la voce, si finge l’anziana psicoterapeuta. Non curante della deontologia, Sandra, per le sedute successive, decide con l’aiuto dell’investigatore privato Marco (Pierpaolo Spollon) di improvvisarsi novella Mrs. Doubtfire vestendo i panni della persona di cui ha involontariamente rubato l’identità online pur di avere la risposta alla domanda che la ossessiona: perché mi hai lasciata? Mentre le sedute di psicoterapia proseguono senza grande successo, arriva il matrimonio della migliore amica di Sandra, Benedetta (Asia Argento) durante il quale salteranno le coperture e tutti i personaggi saranno costretti a farsi vedere.

Maschere e volti
Se quello della commedia è forse il genere cinematografico più debitore al teatro, allora si può provare a capire il perché certi film abbiano un disperato bisogno di portare il proprio conflitto sul piano di scontro tra maschere e volti, cioè tra che ciò che è falso e celato e ciò che è reale e visibile. Non è affatto esule da questa dicotomia Fatti vedere, l’opera seconda di Tiziano Russo che cita in maniera più che evidente quel Mrs. Doubtfire uscito ormai più di 30 anni fa con un Robin Williams insuperabile. Qui la boutade la compie una giovane psicologa innamorata che vuole capire il perché dell’abbandono improvviso da parte del proprio storico fidanzato, ma sta qui un primo problema di sceneggiatura.
Perché nell’originale non si trattava di una banale storia d’amore naufragata, ma di un padre che tentava di riavvicinarsi ai propri figli dopo un doloroso divorzio per provare a far sentire loro ancora la sua presenza. C’era un legame di sangue impossibile da scalfire alla base dell’inganno, ma anche il dramma di un uomo costretto a indossare una maschera pur di riuscire a entrare in sintonia con dei ragazzi con cui non sapeva comunicare. Era un’idea molto più potente non di concept in quanto tale, ma di concept che lavorava sul “ghost” del protagonista e sul suo difetto fatale per costringerlo a maturare, a diventare qualcos’altro (non necessariamente di migliore).
Lo spostamento di prospettiva e di obiettivi esterni ed interni fa invece sì che Fatti vedere ragioni sul confronto tra maschere e volti senza che la trasformazione della protagonista abbia la stessa potenza drammaturgica, sicché nel climax che la vede al matrimonio della propria migliore amica lo spettatore percepisca solo un pallido colpo di coda che annacqua le intenzioni sia di messa in scena che di scrittura. Questo non vuol dire che sia tutto da buttare, perché comunque qualche piccolo spiraglio di luce s’intravede e qualche idea di sceneggiatura sta in piedi, anche se non del tutto sfruttata (la sottotrama dell’investigazione privata, ad esempio).

La gestione delle idee
Si ha l’impressione che Russo abbia puntato decisamente di più sul proprio cast, mettendo insieme comunque un buon manipolo di attori perfettamente a loro agio nei toni della commedia brillante di matrice yankee. Matilde Gioli è ormai una certezza nel genere, cosiccome la coppia maschile formata da Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon, mentre per quanto riguarda Asia Argento fa piacere rivederla in una genere in cui ha dimostrato di poter dare molto di più rispetto agli horror girati con il padre. Sono quindi il cast e un discreto brio di fondo a impedire a Fatti vedere di deragliare, ma c’è una forte carenza di originalità espositiva, manca completamente il guizzo-
La gestione delle (poche) idee in questo senso è fin troppo sbrigativa, e non aiuta di certo a dare più colore e più forma a un progetto senza infamia e senza lode, incastrato nella propria medietà. Se la commedia italiana vuole tornare ad essere protagonista c’è però bisogno di più coraggio, di una visione meno limitata e limitante delle proprie storie e soprattutto di una maggiore fiducia nei propri mezzi. Invece così si rischia di rimanere fermi indossando una maschera, ma non potrà esserci sempre Matilde Gioli a salvare la baracca.
TITOLO | Fatti vedere |
REGIA | Tiziano Russo |
ATTORI | Matilde Gioli, Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon, Asia Argento, Giorgia Trasselli, Maurizio Di Carmine, Arianna Mattioli |
USCITA | 6 febbraio 2025 |
DISTRIBUZIONE | Eagle Pictures |
Due stelle e mezza