Franco Battiato, tutte le reazioni: politici, Zero, Vasco, Pausini, Ferro, Verdone e tutti gli altri

Renato Zero e Franco Battiato (foto Barbara Rea)
Renato Zero e Franco Battiato (foto Barbara Rea)

Le reazioni alla morte di Franco Battiato sono arrivate in massa: da Mattarella a Conte, da Letta a Salvini, da Renato Zero a Vasco, Pausini, Ferro, Baglioni, Morandi, Verdone, Venditti, Ligabue, Mengoni e tanti altri: eccoli tutti, ma proprio tutti! (ben 40)

Innumerevoli le reazioni arrivate nel corso della giornata per la scomparsa del Maestro Franco Battiato, morto oggi all’età di 76 anni. I funerali si terranno domattina a Milo nella chiesetta all’interno di Villa Grazia, la villa di Battiato che prende il nome dalla madre. Il corpo del cantautore, per suo preciso volere, sarà cremato (a Messina) e le sue ceneri saranno poi riportate a villa Grazia.

Tutti, ma proprio tutti hanno omaggiato il genio di Franco Battiato, dalla politica ai colleghi ed amici musicisti.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini

Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio

L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Il segretario del PD, Enrico Letta

Il leader della Lega, Matteo Salvini

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni

Renato Zero

Claudio Baglioni

Vasco Rossi

Laura Pausini

Tiziano Ferro

Gianni Morandi

Antonello Venditti

Luciano Ligabue

Marco Mengoni

Eros Ramazzotti

Carlo Verdone

Roby Facchinetti

Roberto Vecchioni

Diodato

Loredana Bertè

Patty Pravo

Francesco Gabbani

Piero Pelù

Enrico Ruggeri

Raffaella Carrà

Paola Cortellesi

Giorgia

 

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Elisa

 

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Colapesce

 

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Morgan

 

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Levante

 

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Alessandro Cattelan

 

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Pippo Baudo (a Sky TG24)
“Battiato era un innovatore, un ricercatore di cose sempre diverse ma belle. Non solo interprete ma anche autore raffinato, vincitore anche di un Festival di Sanremo: un pezzo come La Cura resterà nella storia della musica di tutti i tempi. Era un uomo delicato, dolce, generoso, ospitale: sono stato ospite a casa sua a Milo, il paese più in alto sotto le pendici dell’Etna: aveva comprato un palmento, uno stabilimento agricolo nel quale si fa il vino, e aveva trasformato lo spazio in cui si pigia l’uva in una camera da letto in stile orientale. Ora me lo immagino assieme al suo amico Lucio Dalla, che aveva ospitato spesso a casa sua: si saranno sicuramente già incontrati, e adesso ci guardano e cantano le loro canzoni”.

Renzo Arbore (all’Ansa)
“Non avrei mai pensato in quel lontano 1969, quando nella mia prima trasmissione tv a Speciale per voi sul secondo canale della Rai arrivò quel ragazzo dalla Sicilia con una canzoncina leggera (Bella ragazza, ndr) in gara a un Disco per l’estate, che sarebbe poi diventato un grande esploratore musicale, poetico e filosofico. Non è stato solo un maestro, come molti lo definiscono, ma un inventore. Non è mai stato catalogabile, né paragonabile ad altre personalità, italiane o americane – continua Arbore -. Ha ‘razzolato’, se così si può dire, nella cultura e nella filosofia di tutto il mondo, sempre a caccia di originalità e senza sudditanza verso interessi economici e commerciali. Trovò il successo popolare, con canzoni entrate nella storia, ma suo malgrado perché una delle sue caratteristiche peculiari era invece rifuggirlo. Data l’originalità della sua scrittura, il giusto riconoscimento alla sua opera arriverà ora che sarà studiato. Si capirà il suo originalissimo percorso e sarà catalogato tra i grandi esponenti della cultura italiana”.

Mogol (all’ADN Kronos)
“Un vero, grande artista e anche un uomo simpatico, intelligente, colto, umile: davvero tutto il mio dispiacere per la scomparsa di Franco Battiato. Era un cantautore molto particolare, per certi aspetti veramente unico nel suo genere. E poi, quel suo brano, ‘La cura’, è davvero un capolavoro. Mi piaceva, come grande uomo e come grande artista: ho avuto modo di incontrarlo ed è stato sempre molto carino, era interessante conversare con lui: quando perdiamo un grande artista, perdiamo tutti qualcosa di importante, ci sentiamo più poveri e più vuoti“.

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