Ghostbusters: Legacy recensione, il sequel rende giustizia all’eredità degli acchiappafantasmi

Ghostbusters: Legacy - Finn Wolfhard, Mckenna Grace e Logan Kim
Ghostbusters: Legacy - Finn Wolfhard, Mckenna Grace e Logan Kim

La nostra recensione di Ghostbusters: Legacy di Jason Reitman, sequel dei cult degli anni ’80, che rende giustizia all’eredità degli acchiappafantasmi, adattandosi ad un nuovo pubblico di Millennials

Ghostbusters di Ivan Reitman è un film che con il passare degli anni, a partire dalla sua uscita nel 1984, è diventato un cult assoluto del cinema pop. Una delle colonne portanti di quella cultura nerd che ha preso piede negli anni ottanta come fenomeno di nicchia e che ha raggiunto il pubblico generalista nell’ultimo decennio. La notorietà guadagnata dagli acchiappafantasmi aveva portato alla realizzazione di un secondo capitolo già nel 1989 e al tremendo remake al femminile del 2016, un’offesa ai fan duri e puri della saga. Il riscatto arriva a quasi trent’anni dall’uscita del primo capitolo con Ghostbusters: Legacy, sequel dei due film originali, diretto da Jason Reitman, figlio del regista Ivan Reitman.

Ghostbusters: Legacy - Una scena del film
Ghostbusters: Legacy – Una scena del film

L’eredità degli acchiappafantasmi

Protagonisti della storia sono la piccola intelligentissima Phoebe (Mckenna Grace), il suo trasandato fratello maggiore Trevor (Finn Wolfhard) e la loro madre single Callie (Carrie Coon). Ormai al verde, la famiglia viene sfrattata dal proprio appartamento e costretta a trasferirsi a Summerville, nella macabra fattoria ereditata dal defunto padre di Callie. Nella desolante cittadina iniziano a manifestarsi strani fenomeni paranormali che porteranno i protagonisti, aiutati da un divertente sismologo (Paul Rudd), a scavare nel loro passato e scoprire legami da tempo taciuti con gli acchiappafantasmi che nell’84 salvarono New York.

Ghostbusters Legacy - Mckenna Grace e Finn Wolfhard
Ghostbusters Legacy – Mckenna Grace e Finn Wolfhard

Sull’onda dell’effetto nostalgia

Prima di essere un film d’intrattenimento nella media, Ghostbusters: Legacy è un’operazione commerciale che cavalca abilmente qull’effetto nostalgia in cui un certo cinema pop attuale sembra essersi impelagato. La diffusione dell’approccio nostalgico alle nuove produzioni è confermata dalle decine di sequel, remake e reboot di film cult e saghe famose che hanno saturato l’offerta del cinema mainstream degli ultimi anni. La riesumazione degli acchiappafantasmi si distingue in questo marasma viziato da poca originalità, perché riesce a costruire una storia capace di reggersi in piedi da sola. Il film sfrutta con cognizione di causa i riferimenti ai film degli anni ’80 e non scade nel mero fan service, omaggiando invece con affetto i suoi predecessori.

Ghostbusters Legacy - Finn Wolfhard
Ghostbusters Legacy – Finn Wolfhard

Ghostbuster Millennials edition 

Il nuovo capitolo della saga degli acchiappafantasmi si rivela un aggiornamento dei Ghostbusters di trent’anni fa ad una versione a misura di Millennials. Basti pensare all’efficace rappresentazione di una protagonista femminile, amante della scienza, intraprendente e cinica interpretata da un’ottima Mckenna Grace. Scelta vincente per attirare nuovi giovanissimi spettatori, inoltre, è il casting di Paul Rudd (l’Antman di casa Marvel), che nel film è un professore super nerd dalla battuta sempre pronta. La strizzata d’occhio più spudorata al pubblico mainstream, però, è incarnata da Finn Wolfhard, uno dei protagonisti dell’instant cult Stranger Things, serie cui si deve il merito di aver riportato per prima in auge l’estetica pop anni ‘80, di cui pure questo film è impregnato. Peccato che il personaggio interpretato dal talentuoso giovane attore sia talmente inconsistente da apparire inutile nell’economia della pellicola.

Ghostbusters Legacy - Paul Rudd
Ghostbusters Legacy – Paul Rudd

Accontenterà i fan di vecchia data?

Jason Reitman raccoglie il pesante lascito del padre (almeno a livello di amore del pubblico) e ne fa il fulcro di un film che riflette sul concetto di eredità. Il passaggio di testimone generazionale è raccontato come conseguenza di una scelta autonoma, e non come un’imposizione forzata: Phoebe vuole dedicare la sua vita alla scienza come aveva fatto suo nonno, non è costretta a farlo. Un punto di vista inedito in un film che racconta una storia non particolarmente innovativa. Per quanto riguarda il lato comico, si alternano gag brillanti e battute sprezzanti, ma si dissolve totalmente quell’atmosfera di no sense marchio di fabbrica dei primi capitoli della saga. Altra peculiarità che si viene perdendo è l’irresistibile artigianalità degli effetti speciali, soppiantata da una GCI non sempre perfetta.

Gostbusters: Legacy è un esperimento riuscito che non deluderà i fan di vecchia data, ma che potrebbe facilmente diffondere il fenomeno pop relativo alla saga degli acchiappafantasmi anche alle generazioni più giovani. 

Ghostbusters: Legacy. Regia di Jason Reitman. Con Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Bill Murray, Paul Rudd, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Bokeem Woodbine, Annie Potts e Ernie Hudson. Uscita al cinema 18 novembre 2021, distribuzione Sony Pictures Italia.

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