Gli indesiderabili, recensione: Ladj Ly firma un’opera seconda arrabbiata e potente

Gli indesiderabili - Anta Diaw
Gli indesiderabili - Anta Diaw

La nostra recensione de Gli indesiderabili, opera seconda del regista francese Ladj Ly: l’esordiente Anta Diaw si oppone alle mire spietate di un sindaco per salvare la propria banlieu dallo sfratto esecutivo, in un film che trasuda rabbia, potenza e bel cinema

Un film come Gli indesiderabili è un perfetto esempio di opera che sa cogliere lo zeitgeist non solo nella realizzazione, ma anche e soprattutto nella distribuzione in sala. Dopo l’esordio memorabile con I miserabili di qualche anno fa, il francese Ladj Ly torna insala con il secondo capitolo di una trilogia dedicata alle banlieu francesi. Il risultato è un film forse meno cupo del precedente, o in cui c’è comunque spazio per la speranza, ma capace di aprire il cuore e gli occhi su una realtà fatta di sopraffazione del potere, di emarginazione, di disinteresse della politica locale e nazionale rispetto alle realtà periferiche e ai suoi abitanti. Potente, intenso, necessario, ora più che mai.

Gli indesiderabili - Aristote Luyindula e Anta Diaw
Gli indesiderabili – Aristote Luyindula e Anta Diaw

La lotta per esistere

Haby (Anta Diaw), una giovane donna molto impegnata nella vita della comunità, scopre che è stato varato un progetto di riqualificazione del suo quartiere. Il progetto, guidato a porte chiuse da Pierre Forges (Alexis Manenti), un giovane medico messo a fare il sindaco, prevede la demolizione dell’isolato dov’è cresciuta Haby. Insieme agli abitanti del palazzo, la donna avvia una feroce battaglia per evitare la distruzione dell’edificio 5.

Gli indesiderabili - Alexis Manenti
Gli indesiderabili – Alexis Manenti

Cinema e giustizia sociale

C’è un campo lungo con tanto di establishment shot che apre e chiude il film, sempre sugli stessi palazzoni (il Battlement 5 del titolo originale), sempre di notte, sempre su di uno spicchio di umanità che cerca di sopravvivere. E poi, sempre all’inizio, avviene un crollo, una demolizione neanche tanto controllata che rischia perfino di uccidere qualcuno. È un’inquadratura potentissima che ha il sapore quasi di un monito, quella con cui Gli indesiderabili dà ufficialmente il via alla propria narrazione ma rappresenta anche un sottotesto chiaro, spietato: l’avidità del potere porta al crollo di ogni fondamenta ed è letale.

Sembra una storia che proviene dal cinema d’impegno italiano degli anni ’70, quello di Rosi e Petri, ma anche da certi thriller americani dello stesso periodo come Chinatown perché il racconto del potere che sfugge alla legge, che la manipola a suo piacimento opprimendo le masse e i deboli davvero non ha collocazione storica o geografica. Forse è anche per questo che il francese Ladj Ly è capace di costruire un immaginario sia molto riconoscibile a livello universale che molto legato alla sua arena specifica, collocando i propri personaggi su una scacchiera in cui un giocatore ha però più pezzi e mosse dell’altro.

Gli indesiderabili è un film arrabbiato e sentito, potente nella messinscena e nella scrittura e capace anche di concedersi un terzo atto parecchio spinto che potrebbe non convincere tutti. È però, allo stesso tempo, anche un’opera ricolma di speranza e di ottimismo verso un futuro non così roseo, mentre il presente viene rappresentato nelle forme di un iper-realismo quasi esasperato, convintissimo dei propri mezzi e soprattutto dei propri fini.

Gli indesiderabili - Anta Diaw
Gli indesiderabili – Anta Diaw

Regia e attori in perfetta forma

Ladj Ly possiede la lucidità non comune di aprire lo schermo ad una moltitudine di incroci possibili tra i personaggi, i quali si muovono in un’arena viva, che respira e che si nutre costantemente del conflitto. La sua regia è perciò claustrofobica e soffocante quando s’inoltra negli stretti corridoi del Battlement 5 ma anche ariosa, agile e snella quando esce fuori, mostrandoci la perfieria dall’alto con tutta la sua variegata e battagliera umanità. Perché, al netto di qualche personaggio meno approfondito, è proprio sull’umanità dei suoi protagonisti che Gli indesiderabili costruisce la propria parabola di caduta e redenzione.

Grandissimo il parterre attoriale (la protagonista Anta Diaw è poco più che un’esordiente, ma non sembra affatto) e ottima la gestione della tensione, specialmente nell’assalto domestico del pre-finale, per una pellicola che ci sbatte in faccia una realtà durissima senza avere la pretesa di una stanca e ammuffita autorialità, ma che anzi utilizza il linguaggio del thriller per dare ancora più corpo, potenza e impatto al racconto. Un’opera seconda che quindi conferma il giovane regista francese come una voce necessaria per il cinema d’Oltralpe e non solo, perché ha il coraggio, la tenacia e perfino l’arroganza di chi si vuole raccontare e come farlo.

TITOLO Gli indesiderabili
REGIA Ladj Ly
ATTORI Anta Diaw, Alexis Manenti, Aristote Luyindula, Steve Tientcheu, Aurelia Petit, Jeanne Balibar, Judy Al Rashi, Mohamad Al Rashi
USCITA 11 luglio 2024
DISTRIBUZIONE Lucky Red
VOTO:

Quattro stelle

 

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