La nostra recensione di Gloria!, il bell’esordio alla regia di Margherita Vicario presentato in concorso alla 74ª Berlinale con Galatea Bellugi, Paolo Rossi ed Elio: vitale, irriverente, quasi sempre a fuoco, femminista, con un ritmo che viaggia tra Richardson ed echi di Whiplash
Avevamo proprio bisogno di un esordio come Gloria!, presentato alla Berlinale di quest’anno. Non solo perché prova a ridare freschezza, vitalità energia al racconto storico in costume che di solito, nel nostro paese, si tinge di melodramma ed enfasi (a parte qualche eccezione), ma anche perché prende un po’ tutte le istanze e le urgenze di stampo femminista di questo tempo storico per riproporle sotto una luce meno didascalica, rappresentando cioè lo zeitgeist nella sua più ardente sincronicità. Merito della visione di Margherita Vicario, qui all’esordio dietro la macchina da presa, e del suo cast tra cui spiccano Galatea Bellugi, Paolo Rossi, Veronica Lucchesi e Carlotta Gamba.
Cinque musiciste e un’esibizione
1800. Vicino Venezia si trova l’istituto Sant’Ignazio, una via di mezzo tra un orfanotrofio, un conservatorio e un convento. Qui vive Teresa (Galatea Bellugi), una giovane donna con un dono: un talento che le consente di ascoltare il mondo che la circonda e trasformarlo, animandolo di una musica nuova, contemporanea. Un incanto che si spezza solo quando la realtà fa incursione e la riporta ai suoi doveri. Sì, perché lì per tutti è la Muta, una sguattera che vive silenziosa e solitaria. Ma le cose per lei stanno per cambiare, proprio mentre il convento è in subbuglio per l’imminente concerto che il Maestro di Cappella, il dispotico Perlina (Paolo Rossi), deve dirigere per la visita di Papa Pio VII.
Una notte Teresa fa una scoperta eccezionale: un pianoforte, nuovo di zecca e mai usato,
nascosto nel deposito del convento. Comincia così una sperimentazione esaltante e solitaria finché, guidate dalla strana melodia di Teresa, un gruppetto di musiciste che vivono nel convento fa capolino nel deposito: sono Lucia (Carlotta Gamba), primo violino del Sant’Ignazio, e le sue amiche Prudenza (Sara Mafodda), Bettina (Veronica Lucchesi) e Marietta (Maria Vittoria Dallasta). Conquistate dal magnetismo di Teresa, che crea canzoni come una compositrice pop del nostro secolo, le ragazze formano un affiatato gruppetto di musiciste ribelli, dando vita a una nuova musica che il Papa certamente non si aspetta.
Un’opera viva, come la musica
Comincia dal rumore delle scope che stramazzano il suolo per renderlo il più limpido possibile, come l’austera e tirannica reggente di Sant’Ignazio vorrebbe. Poi prosegue con lo schiocco delle dita, i panni sbattuti, il rumore del vento e i versi degli animali e infine partono gli strumenti, quelli “veri”. Violini, flauti, contrabbassi, perfino un pianoforte (strumento a quanto pare demoniaco nell’Italia del primo diciannovesimo secolo) arriverà ad un certo punto. Tutto in Gloria! è musica, e tutto come la musica è vivo, parla, traduce le emozioni o le sublima, annulla il non detto. Perché in quella struttura e in quella società, specialmente per le donne, la parola non doveva esistere.
Dovevano restare mute, senza voce, proprio come Teresa. Solo che Teresa una voce ce l’ha, come d’altronde ce l’hanno Lucia, Prudenza Bettina e Marietta. E non solo hanno una voce, ma hanno un talento, un dono, chi più e chi meno. Teresa, in particolare, è quella dotata di una specie di orecchio assoluto, non parla mai perché non la lasciano parlare e perché forse preferisce ascoltare, immagazzinare quei suoni, assemblarli e riadattarli; è l’unica lì a non aver mai studiato musica, cosa che anche le sue compagne le fanno notare, sprezzanti, almeno finché non si accorgono del suo enorme talento. Ed ecco che Gloria! smette la struttura da Cenerentola e diventa qualcos’altro, qualcosa di meglio.
Perché l’esordio della brava Margherita Vicario parte dalla forma più classica di romanzo sociale (quello di Richardson, Dickens, Verga) per tendere all’assoluto della bellezza e dell’esistenza, che non è solo il componimento musicale in sé ma il gesti di ribellione, l’irriverenza nello sguardo, il totale rifiuto di un’autorità oppressiva e cieca che il film identifica nei dettami religiosi e in quelli patriarcali. È quindi un film sicuramente femminista Gloria!, ma ha l’intelligenza di far parlare le azioni più che le parole perché fa sì che le donne protagoniste siano le artefici di un racconto vivo, passionale, sanguigno persino e soprattutto contemporaneo come la (bella) musica che producono.
Un concerto di attori e di idee
Un film così trascinante non poteva che dipendere dall’apporto di un cast all’altezza, qui perfettamente rappresentato sia da tutte le protagoniste femminili Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Sara Mafodda e Maria Vittoria Dallasta (con particolare menzione per le prime due) che dai comprimari maschili, e in particolare Paolo Rossi, a cui la sceneggiatura regala il ritratto del maestro Perlina, una canaglia fragilissima e umanissima, un uomo dai comportamenti anche violenti che però è vittima egli stesso del mondo spietato che contribuito a plasmare. E non è neanche da poco menzionare come Margherita Vicario azzecchi gran parte delle scelte narrative, regalandosi anche un piccolo cameo, e ci conduca verso un finale potente, liberatorio e commovente.
Peccato solo per un paio di passaggi a vuoto minori (il ricatto di Teresa verso Perlina è un po’ troppo out of character, il finale in voice-over con i destini delle cinque protagoniste non era così necessario), che però non inficiano più di tanto il valore di una pellicola a suo modo anche coraggiosa. Gloria! rivela l’ambizione e il talento di una regista da tenere d’occhio, e ci ricorda che la strada per il cinema italiano dovrebbe essere proprio questa: quella di non avere paura di andare un po’ fuori dai bordi, di lasciarsi andare al potere del racconto anche rischiando, di infondere vita, amore, gioia, dolore, morte e tutto ciò che serve alle storie per renderle, se non memorabili, quantomeno vive.
TITOLO | Gloria! |
REGIA | Margherita Vicario |
ATTORI | Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Sara Mafodda, Maria Vittoria Dallasta, Paolo Rossi, Elio, Vincenzo Crea, Anita Kravos, Natalino Balasso |
USCITA | 11 aprile 2024 |
DISTRIBUZIONE | 01 Distribution |
Quattro stelle