Gonzo Girl, recensione RoFF18: Patricia Arquette debutta alla regia con un film meno forte di ciò che racconta

Gonzo Girl - Willem Dafoe e Camila Morrone
Gonzo Girl - Willem Dafoe e Camila Morrone

Dalla festa del Cinema di Roma la nostra recensione di Gonzo Girl, l’esordio registico del premio Oscar Patricia Arquette con Willem Dafoe e Camila Morrone: una storia vera trasposta in un film poco potente rispetto ai suoi personaggi o a ciò che racconta

Al cinema l’avevamo lasciata l’ultima volta ben tre anni fa, con un film dedicato al fratello David. Ora ritroviamo il premio Oscar Patricia Arquette dietro la macchina da presa per la prima volta con Gonzo Girl, liberamente tratto dal romanzo autobiografico di Cheryl Della Pietra e presentato alla festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public dopo l’anteprima a Toronto. C’erano tutte le premesse per un debutto di fuoco, a partire da un co-protagonista interpretato da un sempre centrato Willem Dafoe affiancato dalla promettente Camila Morrone, ma qualcosa in questo adattamento non ha funzionato come avrebbe dovuto perché il risultato è molto meno interessante della somma delle sue parti.

L’assistente di una leggenda

Colorado, 1992. Alley Russo (Camila Morrone) è un’aspirante scrittrice che accetta un lavoro di assistente per l’iconoclasta fondatore del gonzo journalism, Walker Reade (Willem Dafoe). Alley viene gettata a capofitto nel suo mondo psichedelico alimentato dalle droghe, che sfuma i confini tra co-dipendenza e dipendenza. Assistendo allo svanire della gloria del suo eroe letterario, si immerge ancora di più nel caos mentre cerca di aiutare Walker a finire il suo tanto atteso romanzo, con ogni mezzo necessario.

L’importanza del fuoco

C’erano tutti gli elementi affinché questa opera prima di Patricia Arquette potesse restituire al meglio la grande esplosività emotiva dell’attrice americana, anche senza l’ausilio della recitazione di quest’ultima (che comunque si ritaglia un piccolo ruolo). La dipendenza dalle droghe ma soprattutto quella affettiva, il peso di affidare la propria vita, le proprie idee e le proprie speranze al giudizio di un genio sregolato, il brivido di un’esperienza intellettuale e umana al limite della follia, l’incontro con il caos. Perché la storia di come Cheryl/Alley e Hunter/Walker si trovano, diventano dipendenti l’uno dall’altra e viceversa per poi separarsi è soprattutto una storia di caos, di disordine, di sconvolgimenti.

E allora Gonzo Girl in quel caos decide di immergersi completamente, sguazzandoci proprio dentro, ma così facendo perde il fuoco del racconto troppe volte, non riesce ad essere chiaro su quale sia il proprio tema (dipendenza per l’appunto, relazioni, dinamiche di potere?) e non esplode mai per davvero. C’è anche un sottotesto femminista proprio nelle interazioni lavorative tra Alley e Walker, poiché è lei ad un certo a fargli da ghost-writer dato che lui è troppo stordito dalla droga per lavorare ma è abbastanza lucido da criticarla continuamente e umiliarla, però si tratta dell’ennesima vampata, di un vicolo cieco in cui la scrittura non trova mai un baricentro, una chiave. Un fuoco ,per l’appunto.

Gonzo Girl - Camila Morrone e Willem Dafoe
Gonzo Girl – Camila Morrone e Willem Dafoe

Una storia vecchia

Ciò che però impedisce a Gonzo Girl di acquisire struttura e quindi identità è la materia diegetica sin troppo derivativa, prevedibile in tutti o quasi i suoi sviluppi, ricalcata su troppi cliché di un immaginario in cui gli artisti maledetti sono tutti drogati, instabili, fondamentalmente stronzi bisognosi di aiuto e attenzione. Certo, trattasi di una storia vera quindi è probabile che le cose siano avvenute più o meno in quel modo, ma il compito del cinema alle volte è anche quello di fornire una chiave diversa della realtà senza snaturarla, magari giocando con le possibilità del cinema stesso, con la sua grammatica, con la mescolanza di generi o suggestioni diverse.

Invece l’opera prima di Patricia Arquette sfiora il torbido e l’ossessione, flirta con la sporcizia dell’anima e con i suoi turbamenti, cerca di raccontare l’inadeguatezza e il fallimento attraverso la lente del caos come unica legge possibile dell’universo con la quale avere a che fare, ma dimentica di dare profondità ai propri personaggi e potere alla narrazione. Resta lì timida e timorosa, non esplora le contraddizioni del giornalismo gonzo in cui il giornalista non è tenuto ad essere oggettivo rispetto ai fatti che racconta ma piuttosto diventa parte della narrazione, acquisisce man mano freddezza nonostante una gran bella prova di Dafoe e della Morrone. Di gonzo, nei fatti, c’è solo il titolo.

Gonzo Girl - Willem Dafoe
Gonzo Girl – Willem Dafoe
TITOLO Gonzo Girl
REGIA Patricia Arquette
ATTORI Willem Dafoe, Camila Morrone, Patricia Arquette, Elizabeth Lail
USCITA prossimamente
DISTRIBUZIONE n.d.

 

VOTO:

Due stelle e mezza

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