Gotti – Il primo padrino, al cinema il biopic del boss malavitoso italo americano, interpretato da un caricaturale John Travolta. Film che non decolla a causa di personaggi piatti e scialbi e di una scelta registica poco convincente.
Gotti e la scalata al potere
Gotti – Il primo padrino, storia del boss malavitoso italo americano John Joseph Gotti, approda al cinema con il volto e la fisicità di John Travolta e diretto, dopo tumultuosi cambi di direzione che hanno visto susseguirsi Barry Levinson, Nick Cassavetes e Joe Johnston, dal regista televisivo Kevin Connolly. Il film si apre con il protagonista, che rivolgendosi al pubblico, fa un’amara riflessione sulla sua vita che, a detta sua, può concludersi solo con la morte o con il carcere, da quel preciso istante assistiamo a un continuo alternarsi di flashback e di accadimenti presenti, che narrano la scalata al potere di Gotti che termina a capo della più potente organizzazione criminale della città di New York.
Un flop annunciato
Nonostante tutti gli sforzi per ritrarre un’accurata biografia di uno degli uomini più potenti della criminalità americana, il film si adagia fiaccamente su tutti quei luoghi comuni tipici del genere gangster, annunciando fin dai primi minuti un clamoroso flop. Non c’è alcun slancio nella narrazione, che sembra quasi un’accozzaglia di situazioni unite a casaccio, senza un adeguato lirismo che possa realmente definire la personalità e la rilevanza di Gotti all’interno della criminalità organizzata, lasciando il compito ai filmati di repertorio sul finale, aspramente criticati dalla stampa americana, in cui il boss viene osannato e rispettato come una celebrità.
Personaggi inconsistenti per attori inesistenti
A peggiorare ulteriormente il risultato di questo biopic fallito miseramente, ci pensano personaggi scialbi a dir poco scadenti, che non si sviluppano mai. Alcuni fanno addirittura una breve e dimenticabile apparizione per poi sparire come se niente fosse, oppure altri ancora spuntano dal nulla lasciando lo spettatore completamente basito e interdetto, incapace di comprendere da dove siano usciti fuori e per quale misterioso scopo filmico. Ma la reale pecca sono le interpretazioni, a cominciare da John Travolta, che da professionista quale è tenta in tutti i modi di far decollare il suo Gotti, ma attraverso una gestualità eccessivamente marcata finisce per diventare tristemente caricaturale, forse anche a causa di quel trucco scenico a tratti inadeguato. Insufficiente la prova di Spencer Rocco Lofranco, che non raggiunge lo spessore psicologico richiesto al personaggio di Gotti Junior, soprattutto durante il confronto col padre, incomprensibili i ruoli di Stacy Keach e di Pruitt Taylor Vince, attore dotato di uno straordinario talento che qui purtroppo non esce fuori.
Più parole che fatti
Non c’è dubbio che la cosa peggiore che si possa fare con un film, soprattutto con una biografia, sia quella di far raccontare ai personaggi ciò che è accaduto o sta per accadere, senza metterlo in scena. Ed è proprio l’errore commesso da Connolly, che non mostra quasi mai la drammaticità di determinati fatti, ma lascia che vengano narrati, facendoli scomparire nell’oblio delle parole, in uno spettacolo fondato sulle immagini. Emblematico è il caso del dolore per la morte del piccolo Frank, che scivola via con la frase «Resterà nei nostri cuori per sempre» pronunciata da un non troppo addolorato Gotti-Travolta, o ancora tutti quegli accadimenti fondamentali per dipingere un affresco dettagliato e sincero, di un uomo che ha fatto della malavita la suo stile di vita, e che vengono solamente accennati e mai mostrati. Probabilmente un progetto nato sotto una cattiva stella, visto il continuo avvicendarsi di stili registici, e che forse per sua completa sfortuna ha imboccato quello meno convincente.
Gotti – Il primo padrino è un film diretto da Kevin Connolly, con John Travolta, Spencer Rocco Lofranco, Stacy Keach, Pruitt Taylor Vince e Kelly Preston, è nelle sale da 13 settembre, distribuito da Eagle Pictures