La recensione di Greenland, che rimette insieme Gerard Butler e il regista Ric Roman Waugh dopo Attacco al potere 3: tra family drama e disaster movie, non brilla da una parte e ancor meno dall’altra
Una cometa minaccia la Terra
La minaccia di una cometa distruttrice si abbatte contro l’umanità. L’ingegnere John Garrity (Gerard Butler) insieme alla (ex?) moglie Allison (Morena Baccarin) e al giovane figlio Nathan (il piccolo Roger Dale Floyd) vengono selezionati per far parte di un fortunato gruppo da salvare, col compito di ricostruire quando la Terra verrà distrutta dalla cometa. Sfortunatamente Nathan soffre di diabete e viene scartato dal programma. Così i tre intraprendono un viaggio impossibile e pieno di insidie nel tentativo di mettersi in salvo. Mentre diverse città in tutto il mondo vengono rase al suolo dai frammenti della cometa e il conto alla rovescia per l’apocalisse globale si avvicina allo zero, la loro ultima possibilità è un volo disperato verso un possibile rifugio sicuro in Groenlandia (la Greenland del titolo).
Spazio al sentimento
Greenland regala una vasta percentuale del suo minutaggio al puro sentimentalismo. Lo fa sin dal principio, quando Gerard Butler parla a Morena Baccarin che gli dà freddamente le spalle mentre corre sul tapis roulant. Lo fa ancora quando la telecamera indugia sulle cornici attaccate alle pareti che fanno trasparire una felicità passata, o quando i due si ritrovano per parlare del loro matrimonio in crisi o ancora nei flashback che riportano a momenti più sereni. L’elemento sentimentale – per quanto inserito in una trama che non sempre sa dove andare – giova al ragionamento di fondo, volto a raccontare una storia che si posiziona così tra il disaster movie e il family drama.
Tra disaster movie e il family drama
La regia di Ric Roman Waugh cerca di abbracciare questa doppia direzione senza riuscirci alla perfezione. Da una parte, infatti, la spettacolarizzazione viene meno. I segnali dell’imminente apocalisse sono pochi e poco valorizzati. Le riprese non indugiano su di essi né prima – quando vengono avvistato stormi di uccelli impazziti e fiamme in cielo – né durante il disastro vero e proprio. La motivazione risiede anche, con ogni probabilità, nella scarsità del budget a disposizione. Visto però che la catastrofe non può essere documentata da effetti speciali milionari, il risvolto sentimentale finisce col prendere piede e – a conti fatti – col giovare alla causa.
Gerard Butler tira il pubblico dalla sua parte
Forse una ventina di minuti in meno avrebbero limato i difetti da B-Movie di Greenland. Saggia però la scelta di ricorrere a Gerard Butler come protagonista. Waugh lo aveva già diretto in Attacco al potere 3 e in effetti il personaggio proposto sembra una versione smorzata di quel Mike Banning. I doppioni solitamente non hanno un particolare successo, eppure Butler ha la capacità di attirare il pubblico dalla sua parte e riesce nell’impresa anche stavolta. Funziona poi la coppia con Morena Baccarin, il cui personaggio risulta a volte fastidioso ma capace piano piano di far ricredere lo spettatore. Se il disaster movie è tutt’altro che memorabile (con un particolare scivolone sul finale), il dramma familiare migliora il giudizio complessivo del film.
Greenland arriva nelle sale italiane l’8 ottobre distribuito da Lucky Red. Nel cast anche Scott Glenn, King Bach e Claire Bronson.