La recensione di Hamilton, il musical vincitore di 11 Tony Awards e del Premio Pulitzer per la drammaturgia: Lin-Manuel Miranda crea un capolavoro per Broadway, Disney+ lo porta nelle nostre case
Verso la libertà
Alexander Hamilton (Lin-Manuel Miranda) è un orfano povero ma dotato di grande intelletto, che arriva a New York in cerca di un’occasione di riscatto. Affascinante e carismatico, riesce a conquistare il cuore della ricca gentildonna Angelica Schuyler (Renée Elise Goldsberry), che però rinuncia a lui lasciando che si sposi con sua sorella Eliza (Philipa So). Insieme ad un gruppo di amici attivisti (interpretati da Daveed Diggs, Okieriete Onaodowan ed Anthony Ramos) e alla sua nemesi lord Aaron Burr (Leslie Odom Jr.), tra il 1775 e il 1777 Hamilton lavora all’indipendenza degli Stati Uniti d’America dall’avida corona inglese di Giorgio III (Jonathan Groff). Oltre ad essere considerato uno dei suoi Padri Fondatori, nel 1789 divenne il primo Segretario al Tesoro della nuova nazione americana.
Colonna sonora eccezionale
Assistere dal vivo alla rappresentazione di Hamilton deve essere un’esperienza mistica: totalmente raccontata in musica (il parlato consta di pochissime battute), la storia è a dir poco avvincente. Merito delle incredibili coreografie di Andy Blankenbuehler, di una colonna sonora spumeggiante che attinge – tra gli altri – al rap e all’hip hop e di un abilissimo cast. Nonostante la scenografia consista solamente in una pedana rotante con un soppalco alle sue spalle, il musical possiede un profondo vigore e un fascino magnetico. Impossibile resistergli, per un appassionato del genere. Tra i brani più riusciti meritano una menzione speciale My Shot (Lin-Manuel Miranda ha ammesso di averci messo circa un anno per comporla), The Schuyler Sisters, Helpless (eseguita con un sorprendente rewind), The Story of Tonight e Wait for it (magistralmente interpretata da Leslie Odom Jr.).
Thomas Kail: la sua regia detta il ritmo dello show
La versione on-stage proposta da Disney+ si avvale della regia di Thomas Kail, il quale non opta per un’inquadratura fissa (tale scelta sarebbe risultata di sicuro penalizzante, nella sua staticità) bensì per dei continui movimenti precisi e ben bilanciati. La sua macchina da presa si inserisce nelle pieghe di queste complesse vicende storiche con una garbata decisione, cercando di valorizzare di volta in volta un particolare elemento coreografico, un singolo attore o una scena più corale. Kail offre così il suo punto di vista, ma la sua soggettività si dimostra ineccepibile. Non solo. Riesce a scavare a fondo, fino ad arrivare al cuore di un musical monumentale.
Un musical rivoluzionario
Hamilton è stato definito “un musical rivoluzionario” dai critici di tutto il mondo, e tale appellativo non appare affatto eccessivo. La fama precede questo memorabile spettacolo, nato dall’estro creativo del suo stesso protagonista: Lin-Manuel Miranda. Se il soggetto nasce dalla biografia composta dallo storico Ron Chernow, l’attore e compositore di origini portoricane ha saputo “musicarlo” giungendo ad un risultato inimmaginabile. “Sono un giovane determinato e affamato, come il mio Paese”, ripete più volte il personaggio di Alexander Hamilton. Il musical lo è altrettanto e fa venire voglia di andare a teatro. Non che sia facile trovare uno show altrettanto magnetico: Hamilton è un predestinato, e va visto con un’adeguata dose di ammirazione reverenziale.
Hamilton, già vincitore di 11 Tony Awards e del Premio Pulitzer per la drammaturgia, è proposto da Disney+. Ma attenzione: la piattaforma fornisce solamente l’audio originale e i sottotitoli in inglese.