Home Education – Le regole del male, recensione: un folk horror italiano dal respiro internazionale

Home Education - Le regole del male - Lydia Page
Home Education - Le regole del male - Lydia Page

La nostra recensione di Home Education – Le regole del male, il folk horror d’esordio di Andrea Niada con Julia Ormond e Lydia Page girato in Calabria: la scrittura cede un po’, ma ci pensa una confezione dal taglio e dal respiro internazionali a portare a casa il risultato

Negli ultimissimi anni anche il nostro paese sta facendo i conti, cinematograficamente parlando, con alcune tendenze d’oltreoceano per quanto riguarda determinati generi e sottogeneri come il folk horror (ri)portato in auge da Ari Aster. Quest’anno un primo esempio ce lo aveva fornito Emanuele Scaringi con l’imperfetto ma interessante Pantafa e ora è il turno dell’italo-britannico Andrea Niada con Home Education – Le regole del male, un folk horror dal ritmo cadenzato e dalla messa in scena piuttosto ardita che però pecca di qualche ingenuità di scrittura.

Cose di famiglia

Rachel (Lydia Page) è una ragazza cresciuta isolata nei boschi secondo i principi di un culto esoterico che la sua famiglia segue da tempo. Quando il padre Philip muore sua madre Carol (Julia Ormond), una donna molto autoritaria e oppressiva, la convince che l’uomo risorgerà se le due gli dimostreranno di provare ancora un grande amore. La giovane si ritrova così a vivere insieme al cadavere del padre e senza contatti con il mondo esterno, al di fuori di qualche incursione a scopo esoterico nel bosco. Un giorno Rachel si imbatte in Daniele (Rocco Fasano), un giovane che stringe un’amicizia con lei ma che secondo Carol rappresenterebbe una minaccia per la figlia.

Home Education - Le regole del male - Julia Ormond
Home Education – Le regole del male – Julia Ormond

Il respiro internazionale

Che Andrea Niada si sia fatto le ossa in terra inglese dopo aver studiato cinema a Londra, dirigendo spot pubblicitari, cortometraggi (incluso quello che poi ha dato vita a questo film) e tanti altri lavori prima di fare il grande passo nel lungo, si vede. Si vede in primis perché Home Education – Le regole del male non è un lavoro sfilacciato e smunto, privo di cura formale e di un’idea più o meno forte che stia alla sua base E in secundis si vede dal modo in cui il mondo narrativo, l’arena calabrese, il tema e i personaggi sono stati delineati dal punto di vista visivo, dall’utilizzo degli spazi sia interni che esterni claustrofobici e oppressivi.

Ma, soprattutto, si vede dal fatto che comunque si tratta di un’opera prima che regala più di una suggestione interessante, più di un lampo che squarcia la notte e la realtà per trasportarci in una dimensione inquietante e misteriosa, una dimensione a metà tra Lovecraft e Barker in cui il male si annida nella sua forma più pura e sconvolgente. Più incomprensibile. È un modo che Niada ha di dichiarare un certo coraggio e una certa radicalità di sguardo e di intenzioni, in un terzo atto che sembra quasi voler annullare questa spaccatura tra realtà e distorsione della stessa, squarciando il velo di Maya che separa i due mondi e regalando un respiro più internazionale alla messa in scena.

Home Education - Le regole del male - Julia Ormond, Lydia Page e Rocco Fasano
Home Education – Le regole del male – Julia Ormond, Lydia Page e Rocco Fasano

La percezione è tutto

In Home Education – Le regole del male è la percezione degli occhi di guarda a rappresentare un primo punto di vista tematico e un primo appiglio diegetico per lo spettatore. Niada alterna continuamente il piano reale e quello irreale, quest’ultimo sospeso in un’oscurità eterna e opprimente in cui il marciume e il fetore della morte divorano letteralmente ogni cosa sotto forma di piccoli insetti; la lenta discesa verso il baratro della disperazione di Rachel e di sua madre Carol detta i tempi della progressiva e contemporanea discesa dello spettatore verso un limbo di paranoia e inquadrature disturbanti.

Il più grande merito di Home Education – Le regole del male è proprio quello di lavorare, con una certa intelligenza, su questa continua alternanza che via via si fa sempre più serrata e coinvolgente, aiutata da una messa in scena curata e avvolgente in cui fotografia, montaggio e scelte registiche contribuiscono a farci rimanere avvinghiati a questo incubo sempre più oscuro. Un po’ come succedeva nel già citato Pantafa, quindi, anche qui la rappresentazione visiva di un cambiamento dell’arena che diventa man mano più minacciosa e inospitale e preda dell’oscurità è rappresentazione diegetica ed extradiegetica di un’angoscia e di una paura che non possono essere debellate.

Home Education - Le regole del male - Julia Ormond e Lydia Page
Home Education – Le regole del male – Julia Ormond e Lydia Page

Peccato per la scrittura

A soffrire qui è invece la scrittura, non sempre precisa soprattutto nelle intenzioni dialogiche e meno mordace con l’unico personaggio maschile del film, quello di Daniele. Anche il rapporto di tossica e reciproca dipendenza tra Carol e Rachel risulta non sviluppato al meglio perché privo sia di un conflitto ambientale (il film è girato in Calabria ma sarebbe potuto essere girato altrove senza perdere minimamente efficacia) che di un conflitto esterno forte, e quindi il controllo manipolatorio che Rachel sperimenta appare un po’ troppo pretestuoso. Si ha quindi l’impressione che questa storia avrebbe avuto bisogno di un maggiore lavoro sull’arena calabrese e sul suo folklore.

Perché scriviamo questo? Perché Home Education – Le regole del male tenta di costruire un immaginario partendo da una base un po’ incerta, nonostante la bella intuizione di giocare con l’astrattismo di un oltretomba malevolo in cui non c’è possibilità di rinascita. L’esordio di Niada parla di morte dell’anima prima ancora che del corpo e quindi delle speranze, dei sogni, delle illusioni che in questa vita ci tocca subire. Una morte rappresentata anche dalla manipolazione di una madre verso la propria figlia che le impedisce di essere libera, di affrontare la realtà e il mondo con strumenti nuovi e con nuove consapevolezze. Di crescere, cioè, sapendo che nulla ci può restituire chi o che cosa abbiamo perso.

TITOLO Home Education – Le regole del male
REGIA Andrea Niada
ATTORI Julia Ormond, Lydia Page, Rocco Fasano
USCITA 30 novembre 2023
DISTRIBUZIONE Warner Bros Pictures Italia

 

VOTO:

Tre stelle

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