I segreti di Wind River, la recensione di un bellissimo western moderno

I segreti di Wind River

Già sceneggiatore di Sicario e Hell or High Water, Taylor Sheridan passa dietro la macchina da presa per I segreti di Wind River e gira il film che ci aspetteremmo da Clint Eastwood se non si fosse ormai, già da qualche anno, dimenticato di essere Clint Eastwood.

La trilogia della frontiera

Cosa hanno in comune Sicario e Hell or High Water, oltre ad essere due dei migliori film visti in giro negli ultimi anni? Senz’altro l’autore di entrambi gli script, quel Taylor Sheridan che, in occasione del suo passaggio in cabina di regia per questo I segreti di Wind River, si sposta geograficamente dal confine con il Messico del capolavoro di Denis Villeneuve e dal Texas di Mackenzie in un Wyoming nel quale sembra non esserci nient’altro che neve e freddo. E violenza. Sempre di terre di frontiera si tratta, di lande desolate in cui vale la legge bunkeriana del “cane mangia cane” e, soprattutto, di declinazioni moderne di western, da cui, visti i tempi che corrono, è bandita qualsiasi forma di afflato epico.

La trama

È in questo scenario fortemente arcaico che avviene il ritrovamento del cadavere di una ragazza indiana. A fare l’orrenda scoperta è Cory Lambert (Jeremy Renner), cacciatore solitario mai del tutto ripresosi dalla scomparsa della figlia. Quando l’FBI manda sul posto una recluta di Las Vegas testarda e coraggiosa, sebbene priva della benché minima esperienza (Elizabeth Olsen), Lambert è chiamato a dare una mano all’indagine in virtù della sua profonda conoscenza della comunità indiana e di quei luoghi freddi e inospitali. Capirà che i veri predatori, spesso, non sono i leoni di montagna a cui è abituato a dar la caccia ma quegli stessi uomini con cui beve birra nell’unico bar del luogo.

Jeremy Renner ed Elizabeth Olsen - I segreti di Wind River
Jeremy Renner ed Elizabeth Olsen

Cowboy e indiani

Cowboy e indiani quindi, come nella miglior tradizione del genere, solo non più schierati sui due lati opposti della barricata. Quello descritto da Sheridan è infatti un Sogno Americano che ha fallito sia con gli uni che con gli altri relegandoli ai margini. Ovvio che un’opera di questo tipo non possa permettersi eccessivi svolazzi stilistici per puntare, piuttosto,  su una secchezza narrativa e linguistica che è speculare alla caratura dei personaggi descritti. La sfida qui è tutta nelle atmosfere, cariche di un perenne senso di claustrofobia che non tiene conto delle sconfinate distese innevate che incorniciano l’azione. Ma chiunque stesse anche lontanamente pensando al Tarantino di The Hateful Eight, sappia che ne I segreti di Wind River non troverà alcuna forma di ironia.

Un western senza più buoni né cattivi

C’è, semmai, l’amaro cinismo di chi sa benissimo che, una volta dato un nome all’assassino e degna sepoltura alla vittima, le cose torneranno ad essere esattamente come prima. Ché, proprio come in Hell or High Water, il motore che muove tutto va ricercato altrove: nel trovarsi dal lato sbagliato di una crisi economica che ha seminato più vittime di una guerra. Il senso del bellissimo film di Sheridan va dunque ricercato tutto in un’ottica di definitivo superamento della divisione tra buoni e cattivi e nella desolazione che ne consegue. Ogni elemento, dalla monodimensionalità del lone ranger di Renner alle splendide musiche di Nick Cave e Warren Ellis, lavora alla costruzione di un affresco che, utilizzando la lingua del genere più antico del cinema americano, parla in realtà di questi tempi privi di speranza.

Jeremy Renner - I segreti di Wind River
Jeremy Renner in una scena del film

Lo stile di Sheridan

La regia di Sheridan, solida e funzionale alla storia, si ritaglia almeno due momenti di pura grazia. L’ansiogeno stallo alla messicana – giusto per tornare a Sicario – tra FBI, polizia locale e guardie private di una compagnia petrolifera e il lungo flashback che, in maniera solo apparentemente classica, svela come si siano realmente svolti i fatti. I segreti di Wind River è, in buona sostanza, cinema medio della miglior specie; di quello che ci aspetteremmo da Clint Eastwood se non si fosse ormai, già da qualche anno, dimenticato di essere Clint Eastwood. Ora c’è da capire dove andrà Taylor Sheridan dopo la chiusura di questa ideale trilogia della frontiera e se continuerà a bazzicare le strade meno trafficate, Quelle che, senza alcun dubbio, preferiamo.

I segreti di Wind River, scritto e diretto da Taylor Sheridan e interpretato da Jeremy Renner, Elizabeth Olsen e Jon Bernthal è in sala dal 5 aprile, distribuito da Eagle Pictures.

VOTO:

 

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