Il caso Belle Steiner, recensione: il ritratto della società contemporanea nel thriller di Benoît Jacqot

Il caso Belle Steiner - Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg
Il caso Belle Steiner - Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg

La nostra recensione de Il caso Belle Steiner, il nuovo film di Benoît Jacqot con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg: un thriller avvolto da un’aura noir che esplora il peso del giudizio sociale, in uscita nei cinema

In una società dove è estremamente facile insinuarsi nelle vite altrui, condividere ogni esperienza con un semplice click e giudicare sommariamente ciò che accade dietro le porte chiuse, come si può uscire immacolati quando si è coinvolti in uno scandalo? È il dilemma di Pierre, l’enigmatico protagonista de Il caso Belle Steiner, il nuovo film del regista francese Benoît Jacquot, che si trova improvvisamente escluso dalla vita sociale della piccola città di provincia in cui vive perché principale sospettato di un misterioso caso di omicidio.

Belle Steiner è infatti la figlia di un’amica di famiglia che viveva a casa di Pierre e di sua moglie Cléa, e che una mattina viene trovata morta nella sua stanza, con l’uomo che risulta essere l’ultima persona ad averla vista in vita e l’unica presente in casa al momento del delitto. Inizia così una serie di interrogatori sempre più pressanti, in cui lo spettatore si trova coinvolto in prima persona come osservatore e come giudice, chiamato a decidere se etichettare Pierre come colpevole, come vuole la comunità, o se credere alle sue parole e dichiararlo innocente.

Il caso Belle Steiner - Belle
Il caso Belle Steiner – Belle

L’interpretazione di Guillaume Canet

Il film è tratto dal romanzo La morte di Belle di Georges Simenon, autore del bestseller Maigret, e vede come interpreti Charlotte Gainsbourg, musa di Lars Von Trier e miglior attrice al Festival di Cannes per Antichrist, e Guillaume Canet, recentemente premiato a Locarno. L’attore è stato scelto appositamente dal regista per la sua straordinaria capacità di incarnare personaggi feriti o perseguitati, regalando un’interpretazione capace di rendere il personaggio affascinante, mantenendo allo stesso tempo intatta la sua ambiguità.

Il caso Belle Steiner - Guillaume Canet
Il caso Belle Steiner – Guillaume Canet

Il ruolo dello spettatore

Il caso Belle Steiner si apre con un’inquadratura emblematica: i personaggi vengono mostrati all’interno della loro abitazione, osservati attraverso il vetro di una finestra. Questo espediente visivo si ripete più volte nel film, divenendo una metafora potente. Lo ritroviamo, ad esempio, quando il protagonista spia dalla finestra del proprio studio la vicina, che di notte si affaccia nuda dalla propria casa, o quando assistiamo all’invadenza della stampa e dei curiosi, intenti a scrutare l’interno della dimora di Pierre dopo il suo coinvolgimento come principale sospettato.

Ma nonostante il fastidioso introdursi a forza nelle questioni private altrui faccia simpatizzare per Pierre, la regia non fa altro che porci davanti ad una spigolosa verità: noi stessi, il pubblico in sala, non possiamo ritenerci esclusi da questo voyeurismo. Siamo i silenziosi passeggeri che scrutano gli occhi di Pierre dallo specchietto retrovisore per scorgere un qualsiasi segno che dimostri la sua colpevolezza o la sua innocenza. Disprezziamo gli umilianti interrogatori a cui l’uomo è costantemente sottoposto, eppure drizziamo le orecchie e aguzziamo la vista per poter cogliere anche il minimo tentennamento.

Il caso Belle Steiner - Scena di apertura
Il caso Belle Steiner – Scena di apertura

L’ambiguità del protagonista

D’altronde il protagonista è un personaggio estremamente cinico e impenetrabile e il suo viso non lascia trapelare alcuna emozione, tutte caratteristiche che non fanno altro che alimentare i sospetti nei suoi confronti e le voci che lo indicano come un disadattato, uno squilibrato, uno psicopatico. La sua figura si incastra perfettamente nell’affascinante universo noir: è una personalità tormentata e moralmente ambigua, lontana dai classici eroi del cinema hollywoodiano.

Jacquot sottolinea questa complessità anche attraverso i riferimenti visivi di specchi e superfici riflettenti, che si fanno simbolo di un’identità divisa, evocando il tema del doppio. Anche Cléa vive una frattura interiore: da un lato moglie devota sempre pronta a sostenere il marito, dall’altro donna fragile che in alcune occasioni lascia trapelare il sospetto che in fondo Pierre noi sia veramente innocente come vuole fare credere.

Il caso Belle Steiner - Guillaume Canet
Il caso Belle Steiner – Guillaume Canet

Un ritratto sociale acuto, ma con qualche zona d’ombra

Jacquot riesce così a dipingere il ritratto di una società ipocrita, ossessionata dalle etichette e dai giudizi sommari, pronta ad isolare chiunque si discosti dalle regole implicite che la governano. Il regista sceglie quindi di ambientare Il caso Belle Steiner nella Francia contemporanea, invece che negli anni ’60 come il romanzo da cui è tratto, per sottolineare la pervasività dei mass media in ogni aspetto della vita dei personaggi coinvolti nello scandalo e la loro capacità di influenzare i pensieri e le azioni di chi li circonda.

Molti aspetti restano però trascurati e in alcune scene la scelta di un montaggio serrato che risolve situazioni complesse in pochi secondi non permette di approfondire pienamente i motivi dietro alcune azioni ambigue. Nel complesso, Il caso Belle Steiner resta un thriller avvincente, avvolto in un’aura cupa e misteriosa, che omaggia con intelligenza l’estetica e i temi del cinema noir.

TITOLO Il caso Belle Steiner
REGIA Benoît Jacqot
ATTORI Charlotte Gainsbourg, Guillaume Canet, Kamel Laadaili
USCITA 13 marzo 2025
DISTRIBUZIONE Europictures

 

VOTO:

3 stelle e mezza

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