La nostra recensione de Il giorno dell’incontro, esordio di Jack Huston con Michael Pitt, Steve Buscemi, Ron Perlman e Joe Pesci: il pugilato è il centro gravitazionale di un film che parla di riscatto e seconde possibilità, richiamando un po’ quella pietra miliare di Toro Scatenato
Passato per Venezia lo scorso anno arriva dopo diversi mesi Il giorno dell’incontro, debutto registico del figlio d’arte Jack Huston con Michael Pitt, Ron Perlman, Steve Buscemi e Joe Pesci. Un cast di giganti per una pellicola costretta, volente o nolente, a confrontarsi con un altro gigante: quel Toro Scatenato che nel 1980 segnò un prima e un dopo per i film di pugilato (nonostante Rocky fosse uscito 4 anni prima). C’è da dire però che, bianco e nero a parte, le accomunanze col film di Scorsese sono davvero poche e risibili mentre invece quest’opera prima riesce a camminare discretamente sulle proprie gambe.
Un’altra occasione
Mikey (Michael Pitt) è un pugile uscito di prigione dopo un lungo periodo di detenzione. L’uomo soffre da molto tempo di una malattia che ha tenuto nascosta a tutti e, prima del carcere, è stato un pugile di grande successo in onore di quei tempi gloriosi decide quindi di tornare sul ring. Va a trovare le persone che sono state importanti nella sua vita e soprattutto nella sua carriera, e il giorno stesso affronta il suo primo combattimento da uomo libero. Il match si rivela essere un evento catartico nella sua vita. nonché una possibilità di riscatto per far pace con sé stesso e le persone che ama.
Una parabola classica
Che a Jack Huston, tutto sommato, del pugilato come sport non interessi poi forse granché lo si capisce dal minutaggio irrisorio che i combattimenti sul ring trovano spazio in questa sua opera prima. Quello che all’attore ora regista inglese interessa, in fondo, è il tracciare una parabola dalla caduta alla redenzione, passando per il senso di colpa, la lotta contro i propri fantasmi e l’espiazione dei propri peccati. Un po’ come tutti i film che hanno a che vedere col pugilato o lo sport in generale, solo che Huston ha il coraggio e l’abilità di asciugare Il gioco dell’incontro da una certa retorica e da un certo sensazionalismo visivo, musicale, lessicale e percettivo.
Quel che rimane è quindi un film di poche parole, in cui sono i silenzi a pesare più dei loro riempimenti, poco fisico ma molto sanguigno anche se di sangue praticamente non se ne vede. È così che Huston immagina l’ipotetica parabola dell’ex campione Mike Flannigan, un irlandese trapiantato nella New York dei primi anni ’90 e costretto dalla vita a dover sempre mangiare polvere, a doversi rialzare continuamente per andare avanti e combattere con il proprio dolore, con la frustrazione di non essere più abbastanza, con la tentazione irresistibile della morte. E classica è anche la messa in scena rigorosissima, classico è il bianco e nero un po’ sporcato della fotografia (con i colori accennati nei flashback), classici sono i movimenti, i gesti, gli sguardi.
Solido, solidissimo, forse pure troppo
Ha pure un bel carico da sostenere Il giorno dell’incontro, non solo per l’accostamento a Toro Scatenato ma anche perché porta il nome di un corto di Stanley Kubrick sempre ambientato in un ring. Per essere un ‘opera prima c’è anche da dire che la sua solidità di scrittura, interpretazioni e regia gli permette di assecondare senza sbandamenti questo compito ingrato, anche aiutato da una durata che per l’appunto asciuga invece di enfatizzare, sottrae invece di aggiungere. Però forse è questa solidità eccessiva a non permettere a quest’opera prima di lasciare il segno fino in fondo, perché Huston ci mette tutta l’onestà e l’amore di cui è capace ma non ci mette qualcosa di suo.
Quel qualcosa di cui un film così quadrato avrebbe disperatamente bisogno, quella sbavatura, quell’imperfezione anche formale, quel movimento drammaturgico sbilenco o inaspettato in grado di portare storia e personaggi su un livello superiore di analisi e comprensione. Eppure Huston si pone e ci pone le domande giuste, il tema della redenzione è sempre attuale ma manca un punto di vista angolare, manca la domanda che non è stata ancora posta. Se riuscirà mai a trovarla avremo di fronte un regista da tenere veramente d’occhio.
TITOLO | Il giorno dell’incontro |
REGIA | Jack Huston |
ATTORI | Michael C. Pitt , Nicolette Robinson , John Magaro , Anatol Yusef , Steve Buscemi, Ron Perlman, Joe Pesci, Phillip Johnson Richardson, Kaili Vernoff |
USCITA | 12 dicembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Movies Inspired |
Tre stelle