Il grande spirito, recensione del film di Sergio Rubini con Rocco Papaleo

Il grande spirito - Rocco Papaleo e Sergio Rubini

Il grande spirito, diretto da Sergio Rubini, con Sergio Rubini e Rocco Papaleo, esplora temi come la solitudine, la spiritualità e il senso dell’esistenza attraverso situazioni di vita quotidiana e scene d’azione, straordinariamente girate.

Un fulmineo incipit

Il film Il grande spirito, di e con Sergio Rubini racconta la storia di Tonino (Sergio Rubini), un ladro sempre alla ricerca del colpo della sua vita. Quando durante una rapina in cui era stato relegato al ruolo di palo, l’occasione che aspettava sembra finalmente arrivata: il bottino finisce casualmente nelle sue mani e Tonino scappa con la refurtiva sui tetti di Taranto. Ferito e stremato, trova rifugio in una soffitta arredata come un appartamento, abitata da uno strano personaggio: Renato (Rocco Papaleo) che si è dato il soprannome di Cervo Nero perché si ritiene un indiano, parte di una tribù in perenne lotta contro gli yankee. Renato si rende conto di essere capitato nella vita di un pazzo, ma che è anche la sua unica àncora di salvezza: Tonino è ricercato da tutti, e forse la follia di Renato può aiutarlo anche in questo. Fra i due nascerà un’intesa frutto dell’emarginazione, della solitudine e di un’insospettabile comune visione del mondo.

Alternanza di generi

Tra favola e marcato realismo, tra luce e buio, quello di una Taranto grigia e cupa, come una cittadina dell’800 in piena rivoluzione industriale, circondata da fabbriche e ciminiere. Il grande spirito è un film coinvolgente e amaro, che all’inizio fa sorridere, per poi dare spazio a riflessioni universali su temi dibattuti da sempre. Quello del protagonista Tonino è un percorso in salita, sia fisica che spirituale, così come quello di Renato, una parabola che procede in altezza, su vette sempre più elevate, come se andando sempre più in alto entrambi potessero allontanarsi da quella città, avvelenata da un fumo che tinge il cielo di nero, e infestata dalla malavita.

Il grande spirito - Sergio Rubini
Tonino (Sergio Rubini) in una scena del film durante la fuga con il bottino della rapina

Civiltà vs Natura

Tra la nostalgia per una natura perduta, fatta di verdi praterie, colline dorate e un cielo limpido e l’accettazione di una città distrutta, industriale, urbana e che non lascia spazio neanche alla redenzione dei due uomini, troppo conformi ormai al peccato che li ha contaminati. Una spiritualità molto particolare, che può essere condivisa da qualsiasi spettatore, quella del film di Sergio Rubini, alternato a straordinarie scene di quotidianità e ad altre da action movie, in cui i due si danno alla fuga, correndo sui tetti di Taranto. Un’azione scandita dai passi veloci dei personaggi, dagli spari delle pistole e dal respiro pesante di una corsa che non si riesce più a sostenere.

Studio al dettaglio

Un film carico di simbolismo, curato nei minimi dettagli: ogni particolare è studiato, nulla è slegato e anche ciò che non sembra fondamentale per la storia all’inizio, rivela successivamente la sua importanza. L’ottima regia, attenta e che procede lentamente, di pari passo con quello che accade all’interno dei due personaggi protagonisti, una recitazione naturale e stravagante al tempo stesso, come sono appunto Tonino e Renato, e la fotografia, impeccabile, che rappresenta in alcune scene tutto il senso del film. Tra sorrisi malinconici, nostalgia e trepidazione, Il grande spirito riflette sul concetto di solitudine, di devozione, di anima, e sull’essenza della vita stessa.

Trailer.

Il grande spirito, diretto da Sergio Rubini, con Sergio Rubini, Rocco Papaleo, Ivana Lotito, Bianca Guaccero, Geno Diana, Alessandro Giallocosta, è stato presentato al Bari Film Fest 2019 e uscirà nei cinema giovedì 9 maggio 2019 distribuito da 01 Distribution.

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