La recensione de Il ragazzo e la tigre, film diretto da Brando Quilici e presentato ad Alice nella Città 2022 con Sunny Pawar e Claudia Gerini: una storia di formazione che non sa andare oltre
Balmani e la tigre
Balmani (Sunny Pawar) ha 9 anni e vive in un orfanotrofio dopo la morte della sua famiglia in seguito ad una terribile calamità naturale. Il piccolo stenta ad integrarsi e decide di fuggire per tornare nella sua città, Kathmandu. Durante il viaggio si imbatte in un cucciolo di tigre del Bengala, catturato da una banda di avidi bracconieri pronti a venderlo al mercato nero. Balmani, dopo averlo salvato, decide di portarlo con sé al famoso monastero Taktsang, noto come Tana della Tigre, luogo da favola di cui gli parlava sempre la mamma.
Inizia così un viaggio avventuroso e complicato in cui i due scopriranno le meraviglie della vita, ma anche i pericoli che essa nasconde. Un’impresa ardua che Balmani riuscirà a portare avanti con l’aiuto di Hannah (Claudia Gerini), direttrice dell’orfanotrofio, che non si arrende di fronte alla scomparsa del bambino.
Sunny Pawar
Presentato ad Alice nella Città 2022, Il ragazzo e la tigre ruota intorno al personaggio interpretato da Sunny Pawar, già protagonista di Lion – La strada verso casa accanto a Nicole Kidman e Dev Patel. Il ragazzo appare cresciuto ma riesce a conservare una profonda innocenza oltre al volto pulito, fondamentali per dare vita a Balmani. L’avventura da lui intrapresa affonda le radici nel lutto che ha subìto ma cerca di andare oltre, facendosi portavoce dell’amore per la natura e della fiducia nel prossimo. Sono in molti, infatti, ad offrirgli il loro aiuto. Quelle mani tese – in contrasto ovviamente con le barbarie dei bracconieri – fanno riscoprire un’umanità che spesso si tende a sottovalutare e caricano la storia di una piacevole positività.
Umanità e splendidi scenari
Lo stesso discorso vale per Hannah, interpretata da Claudia Gerini. Il suo è un personaggio di cuore, ricco di empatia e coraggio. L’attrice presta il volto ad un’educatrice ben consapevole del suo ruolo, che si cura dei ragazzi con affetto e trasporto. Non è certo l’aspetto umano, in effetti, a latitare. Il ragazzo e la tigre è pieno di buone intenzioni e di scenari idilliaci nel loro essere selvaggi ed incontaminati. In questo si vede la mano del regista Brando Quilici, che sa far valere la sua esperienza documentaristica e mostra un Nepal davvero incantevole.
L’ennesimo racconto di formazione
Tra scenari a dire poco mozzafiato nasce l’amicizia tra il cucciolo di uomo e quello di tigre, il che ricalca in modo poco innovativo numerosissimi racconti di formazione per ragazzi già visti in passato (basti pensare a Mia e il leone bianco). Il ragazzo e la tigre vorrebbe superare questo topos ma non riesce ad affrancarsene. La storia infatti tende a rimanere troppo in superficie e non diventa memorabile. Non esiste una vera conflittualità, così che la pellicola rappresenta una graziosa favoletta che dispensa valori e buoni sentimenti, ma nulla più.
Il ragazzo e la tigre, distribuito da Medusa Film, arriva nelle sale italiane il 14 ottobre. Diretto da Brando Quilici, il cast è formato da Sunny Pawar, Claudia Gerini, Yoon C. Joyce, Amandeep Singh e Shi Yang Shi.