La nostra recensione de Il robot selvaggio, film d’animazione firmato DreamWorks: il pluricandidato all’Oscar Chris Sanders scrive e dirige una storia che non ha bisogno di tante parole per essere una delle più belle scoperte dell’anno
Scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar Chris Sanders, Il robot selvaggio è tratto dall’omonimo romanzo illustrato da Peter Brown. Il risultato è un film d’animazione magico e commovente che ha il coraggio di osare ma anche la forza necessaria ad arrivare al cuore dello spettatore. Con poche parole, un character design memorabile e una sceneggiatura abilmente stratificata, la DreamWorks ci regala uno dei film d’animazione più belli dell’anno.
Unità Rozzum 7134
Un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato Roz – dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata. Lì dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana in difficoltà. Comincerà così un’epica avventura, per un viaggio incredibile alla scoperta degli altri e di se stessi.
Narrazione stratificata ma al tempo stesso immediata
Chris Sanders continua a dimostrarsi un regista di livello nel settore animazione: dopo Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch (tutti targati Disney Animation Studios), stavolta passa alla “concorrenza” DreamWorks firmando una storia meravigliosa come quella raccontata da Il robot selvaggio. Nel farlo strizza l’occhio al Maestro Miyazaki ma anche al celebre Wall-E, dimostrando che si può parlare ad adulti e bambini anche contemporaneamente se si ha l’abilità di costruire una narrazione stratificata ma al tempo stesso immediata.
La trama è molto divertente eppure mai banale, capace di mettere al centro la natura e i buoni sentimenti ma senza abbandonarsi a facili buonismi. Si parla dell’essere genitori, all’aiutare a crescere, dell’andare oltre ai propri limiti ma soprattutto dell’importanza di trovare – ed essere – buoni compagni di vita. Certamente non passa inosservata nemmeno anche la splendida colonna sonora di Kris Bowers, impreziosita dai due intensi brani originali eseguiti da Maren Morris.
Un mondo in cui tutto può succedere
La natura de Il robot selvaggio, infatti, è tutt’altro che idealizzata. La sofferenza e la morte stessa non avvengono negate, semmai si cerca di esorcizzarle con uno humour nero che propone un’alternativa alla solita visione. Non c’è solo idillio e romanticismo, non ci si immerge solo nella pace e nella quiete. Abbandonati questi stereotipi, ciò che emerge è un mondo in cui tutto può succedere: persino che un robot, un’oca e una volpe si uniscano in modo così profondo da formare la più alternativa delle famiglie.
Ovviamente non mancano gag ironiche e momenti di pura commozione, per un connubio vincente che riesce a bilanciare ogni suo elemento in modo perfetto.
Tutti vogliono semplicemente sopravvivere
Ogni minimo ingranaggio appare al suo posto, mettendo fantasia e scienza al servizio della storia. Il robot protagonista possiede più cuore e umanità di molti altri personaggi visti sul grande schermo. Osserva, impara, si mette in discussione e al servizio degli altri. La sua empatia si mischia alla pragmaticità dell’intelligenza artificiale, mostrando una visione alternativa in cui non esiste un vero confine tra bene e male.
Tutti vogliono semplicemente sopravvivere alla cosiddetta “legge della giungla”, sfuggendo a facili etichette che finiscono con lo stare strette a chiunque. A tutto ciò si aggiunge un character design memorabile, degno di una major ma con la sensibilità delle produzioni indipendenti. Difficile trovare un difetto: Il robot selvaggio è davvero uno dei migliori film d’animazione dell’anno.
TITOLO | Il robot selvaggio |
REGIA | Chris Sanders |
ATTORI | Doppiatori originali: Lupita Nyong’o, Pedro Pascal, Kit Connor, Boone Storm, Mark Hamill, Stephanie Hsu, Bill Nighy, Catherine O’Hara, Ving Rhames e Matt Berry. Doppiatori italiani: Esther Elisha e Alessandro Roia |
USCITA | 10 ottobre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Universal Pictures |
4 stelle e mezza