Venezia 81: Il Tempo che ci vuole, conferenza con Francesca Comencini, Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano

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Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Fabrizio Gifuni, Francesca Comencini, Romana Maggiora Vergano

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza del film Il Tempo che ci vuole con la regista Francesca Comencini e gli attori Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano: ecco cos’hanno raccontato

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 è stato presentato, fuori Concorso, il film Il Tempo che ci vuole diretto da Francesca Comencini. Erano presenti alla conferenza di presentazione, oltre alla regista, i produttori Paolo Del Brocco e Simone Gattoni e gli interpreti, Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano. Il film sarà distribuito nelle sale da 01 Distribution a partire dal 26 settembre.

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Simone Gattoni, Fabrizio Gifuni, Francesca Comencini, Romana Maggiora Vergano, Paolo Del Brocco
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Simone Gattoni, Fabrizio Gifuni, Francesca Comencini, Romana Maggiora Vergano, Paolo Del Brocco

Francesca il tempo è un tema importante in questo film, cosa è successo affinché fosse il tempo di girarlo?

F.Comencini: «In effetti ho l’idea di questo film da moltissimo tempo. Concretamente è stato durante il periodo della pandemia, con l’angoscia diffusa ed i cinema chiusi, in quel momento ho sentito la necessità di mettere per iscritto questi ricordi che erano sempre in atto. Dopo aver scritto la sceneggiatura ho chiesto consiglio a Marco Bellocchio, che considero mio maestro, mi ha dato fiducia per fare questo film e mi ha aiutato a produrlo».

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Francesca Comencini
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Francesca Comencini

Francesca cosa ricercavi negli attori che dovevano interpretare personaggi così contingenti alla tua vita privata?

F.Comencini: «Nel caso di Fabrizio il problema era che lui scegliesse me. È un attore fantastico e quando mi ha detto sì ho pensato che il film iniziava a stare in piedi. Mentre con Romana è stato un casting molto classico, abbiamo fatto provini di molte attrici e poi ho conosciuto Romana che stava girando il film di Paola Cortellesi. Nonostante questo film sia ricalcato su ricordi veri, per me, io non ho cercato una somiglianza. Questi personaggi erano il padre e la figlia, il criterio della somiglianza non è stato valutato. Sono stata molto fortunata».

Fabrizio com’è stato interpretare un regista come Luigi Comencini? Hai fatto un lavoro sulla voce?

F.Gifuni: «Sul copione c’era scritto “padre”, non Luigi Comencini, ma tutti noi sapevamo che storia stavamo raccontando. C’è stato anche da parte mia un lavoro di studio e di ricerca. Mi sembrava insensato andare verso una strada mimetica, ma altrettanto insensato era non tenere conto della fisicità e della voce di Luigi. Ad un certo punto devi però distaccarti e tentare un salto mortale. Evocare fantasmi è un gioco impossibile, da apprendisti stregoni.

Luigi Comencini era un regista molto schivo, c’è davvero poco materiale su di lui, molto è stato riguardare i suoi grandi capolavori come l’inchiesta “I bambini e noi” che ad oggi reputo insuperata. Li c’è Luigi, dato che è in campo. Il suo ascolto era puro e libero, senza idee precostruite, aveva una forte empatia. Quella è stata la mia immersione, è un lavoro anche di pazienza e di interiorizzazione».

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Fabrizio Gifuni
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Fabrizio Gifuni

Romana per te com’è stato dover interpretare la persona dietro la macchina da presa?

R.Vergano: «Ecco sicuramente non capita spesso, ed è stata una grande occasione. Ero una grande fan di Francesca come regista e autrice, quindi è insorta anche l’ansia e la paura. Questa storia ha un respiro universale, quando mi è stato chiaro il viaggio, questo è diventato condivisibile e meraviglioso. Io mi aspettavo di dover convincere Francesca ad interpretare lei stessa, invece ho trovato una persona curiosa, che non cercava lei stessa dentro di me, ma ha cercato di tirare fuori parti di me che non sono immediatamente visibili. Mi sono aperta e affidata a lei con naturalezza».

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Romana Maggiora Vergano
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Romana Maggiora Vergano

Francesca, quali sono le cose che più ha trattenuto di suo padre?

F.Comencini: «Sì lui non voleva un film biografico, ma ho disubbidito. L’arte permette un po’ di ridurre il confine tra chi è vivo e chi non c’è più, ed è uno degli scopi del nostro lavoro. Sono contenta di averlo fatto, perché parlare di lui qui a Venezia mi rende orgogliosa. Mio padre è stato un grande regista e un grande conoscitore di cinema, ma la frase “prima la vita e poi il cinema” è la frase che ho trattenuto di più, l’idea dell’attenzione verso l’altro, non dico di riuscirci ma è sicuramente un ideale che perseguo».

Francesca c’è una frase nel film “Un film deve stare in piedi”, che riporta ad un idea di cinema più artigianale…

F.Comencini: «Mio padre era architetto di formazione, quindi aveva senso come frase, se il film sta in piedi, come una casa proporzionata e corretta, ci si può vivere bene dentro. Oltre a questo è anche l’idea di un cinema umile, del non-ego. Quello che anche mi ha spinto a fare il film, è che il legame padre figlia è un legame fondante nella vita di ogni bambina, e non è stato raccontato molto. Quindi era il tentativo di raccontare un legame così importante».

Simone e Paolo cosa vi ha convinto a produrre questa storia?

S.Gattoni: «Io ricordo che dopo aver letto il trattamento eravamo già emozionati. Si questa storia è biografica ma anche universale. La storia di un padre ed una figlia, del soccorso reciproco, del senso di inadeguatezza, ci sono temi importantissimi. Quando guardo in questo film piango sempre in diversi punti, e ne sono fiero, significa che questa cosa è viva ed è forte».

P.Del Brocco: «Sottoscrivo ciò che ha detto Simone, abbiamo bisogno di sentimenti ed emozioni in sala. Farò un cartello all’entrata di Rai Cinema con scritto “Un film deve stare in piedi”».

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Paolo Del Brocco
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Paolo Del Brocco

Francesca il rapporto tra realismo e surrealismo nel film…

F.Comencini: «Tutto parte dall’idea della fiaba. Questa bambina la vede nascere sotto i suoi occhi con Pinocchio, una delle chiavi di salvezza è l’immaginazione. Credere alla fiaba, e quando girava Pinocchio mio padre era felice, lui voleva cercare dei codici di un racconto fiabesco italiano, con la magia del reale. Quindi questo aspetto fiabesco è sia nei ricordi sia in mio padre, che era un uomo concreto ma che aveva una forte connessione col se stesso bambino».

Francesca la scelta di tagliare gli altri rapporti familiari per concentrarsi sul rapporto padre figlia era pensata dall’inizio o è venuta dopo?

F.Comencini: «Il film era già stato scritto così, tutto veniva fuori dalla memoria, ed è stato contratto nelle scene. Le mie sorella da Paola con le scenografie, a Cristina fantastica regista, mi hanno aiutato, supportato e sostenuto (applausi)».

Il Tempo che ci vuole - conferenza Venezia 81 - Francesca Comencini, Romana Maggiora Vergano
Il Tempo che ci vuole – conferenza Venezia 81 – Francesca Comencini, Romana Maggiora Vergano

Come avete lavorato sulla musica e il sound design?

F.Comencini: «Ho scelto musiche originali che ascoltavo in quel periodo, mentre per il mix è stato fatto un lavoro che mettesse in primo piano la realtà e la scomposizione favolistica del suono, per replicare quegli anni ’70».

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